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Splatoon 3 sarà un successo? Solo se rimedierà agli errori di Splatoon 2

L’inizio della saga di Splatoon risale al 2015, anno in cui su Nintendo Wii U approdò una nuova saga, esuberante, misteriosa, adatta a tutte le età. L’opera si è evoluta nel tempo grazie al supporto post-lancio, per poi sfociare in Splatoon 2, che ha riscosso un ottimo successo su Nintendo Switch. Non sono molti i giochi che riescono a creare un connubio fra la formula casual e la competizione, rendendo l’esperienza perfetta per ogni fascia dell’utenza, con un gameplay punitivo dove necessario e una marea di contenuti. L’annuncio di Splatoon 3 durante il Nintendo Direct del 17 febbraio ha sicuramente scosso il pubblico, visto che erano passati 2 anni fra il primo e il secondo capitolo, ma a 4 anni di distanza da quest’ultimo non avevamo ancora alcuna notizia su un possibile sequel.

Le origini di Splatoon 3

Nintendo negò nel 2019 di essere al lavoro su un sequel, visto che si focalizzò sull’aggiunta di nuovi contenuti per Splatoon 2, finendo però poi per bloccare precocemente il supporto post-lancio del gioco (possiamo dire a posteriori, forse per una buona ragione). Verosimilmente quindi, Splatoon 3 è sviluppo da solamente un paio d’anni, ma ha dalla sua moltissime peculiarità del secondo capitolo che Nintendo non ha – ovviamente – dovuto riprogettare senza delle basi, dato che il nuovo episodio farà anch’esso il suo debutto su Nintendo Switch, questa volta nel 2022. Questo periodo di tempo può essere più che sufficiente per far salire il livello di qualità generale, elevando al massimo le potenzialità del precedente capitolo e aggiungendo nel mentre tutte le novità necessarie.

Splatoon 3

Nonostante Splatoon 2 sia stato sicuramente apprezzabile, specialmente a lungo andare l’opera ha mostrato alcune lacune piuttosto importanti, soprattutto per quanto riguarda il suo essere un game as a service di breve durata. Questa risultò quasi un’occasione mordi e fuggi, che seppe rinnovarsi davvero solo nelle prime fasi di vita, per poi esaurire i suoi contenuti. In realtà, anche dopo lo stop agli aggiornamenti di Nintendo, nuove occasioni per variare la formula fecero capolino, ma non furono sufficienti per riempire i server e il cuore di giocatori d’inchiostro colorato come in prossimità del day one. Sono in ogni caso molti i punti di forza da cui partire, ma vogliamo analizzare oggi le debolezze di Splatoon 2, che andranno riviste per la terza iterazione del brand, che questa volta potrà offrire una formula perfezionata sotto ogni punto di vista grazie all’esperienza accumulata dal team.

Sembra che Splatoon 3 permetterà ai giocatori di destreggiarsi in mappe più grandi, probabilmente con nuove modalità, facilmente riconducibili a un’esperienza battle royale, almeno stando alla “prima vista” e con le pochissime informazioni che si evincono dai trailer. Sappiamo che alcune nuove armi faranno il loro debutto, aumentando quindi le possibilità degli utenti e la varietà delle mappe, e che il nuovo sistema di personalizzazione sembra aver completamente omesso la presenza di un genere maschile e femminile per gli Inkling. Restiamo ovviamente in attesa di scoprire molte più informazioni, dai contenuti che la nuova città (probabilmente la classica hub di gioco) potrà offrire, fino al sistema di progressione che è riuscito a stregarci in particolar modo nel secondo capitolo.

Splatoon 3

 Supporto, contenuti e comunicazione

Quello che davvero importa – e che secondo noi sancirà il successo del progetto di Splatoon 3 – è la presenza di un supporto post-lancio più serrato, che non lasci scadere il prodotto e ne innovi continuamente la formula, rimediando alle pecche che hanno reso ripetitive le battaglie a suon di inchiostri. Si parte innanzitutto dalla modalità single player, forse la meno importante, che nel secondo capitolo risultava alquanto riuscita ma che venne ampliata solo dopo molto tempo e con un contenuto a pagamento, il che ha reso quindi il prezzo del biglietto abbastanza elevato (se si considera che è molto raro assistere a delle svalutazioni del costo delle produzioni Nintendo). Le avventure di questo strampalato universo sono spesso esilaranti, e la lore presente non è assolutamente da sottovalutare; insomma, Nintendo potrebbe partorire con il prossimo capitolo una meravigliosa perla anche per giocatore singolo.

Parlando del multiplayer, siamo purtroppo consci del fatto che i numerosi eventi a cadenza frequente e le modalità in aggiornamento ogni settimana non hanno purtroppo portato la ventata d’aria fresca che ci saremmo aspettati. Uno dei principali obiettivi di Splatoon 3 dovrà essere quello di rendere i contenuti davvero accattivanti, magari innovando la formula che già risulta divertente – e all’evenienza competitiva – già affinata nel corso delle prime due produzioni. Un fattore che incide piuttosto gravemente sull’esperienza è purtroppo l’ecosistema di Nintendo Switch, il quale da un lato permette di giocare in mobilità e con comodità (garantendo anche alcune feature come la possibilità di muovere la console per mirare), ma blocca completamente la comunicazione fra giocatori. Creare e mantenere una community su Nintendo Switch è particolarmente difficile, anche con l’ausilio dell’apposita app ufficiale sono i giocatori a doversi organizzare con ulteriori strumenti per comunicare liberamente con la chat vocale, per formare dei team pronti a competere nelle classificate, o per le battaglie coop più impegnative.

Per un gioco che punta al competitivo e alle modalità online, far sentire “solo” il giocatore mentre è circondato da ulteriori utenti è davvero grave, ed è forse anche questo che ha man mano spento la fiamma accesasi dopo il lancio di Splatoon 2. Speriamo quindi che il nuovo episodio possa continuare con ottimi risultati questa saga, sempre più importante per il panorama Nintendo e per la console ibrida. Nonostante un comparto grafico pressoché identico, le prime scene di Splatoon 3 che abbiamo ammirato hanno tutt’un altro profumo rispetto allo scorso capitolo, che ripetiamo per sicurezza, ha comunque centrato il bersaglio, senza però un colpo perfetto.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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