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Star Wars: tutto quello che non torna ne l’Ascesa di Skywalker

Le polemiche nate dal nono episodio di Star Wars non tendono a placarsi. Per molti questo è il capitolo peggiore della saga partorita dalla mente di George Lucas, sia per le incongruenze con i capitoli precedenti che per i buchi logici dei quali il film è pregno. Abbiamo già parlato del perché la Trilogia sequel sia stata un fallimento da un punto di vista artistico e narrativo, adesso tocca a l’Ascesa di Skywalker nello specifico. Analizziamo tutte le incongruenze, i buchi narrativi e le forzature cercando per ognuna di esse una possibile soluzione logica.

Il ritorno di Palpatine

Star WarsIl ritorno del malvagio imperatore Sith è il padre di tutti i problemi di questo nono episodio della saga cinematografica di Star Wars. Il come, il quando e il perché Palpatine sia tornato sono liquidati nel Crawl iniziale e, durante il corso del film, non viene data alcuna spiegazione in merito. L’unica spiegazione possibile è che il signore dei Sith sia sopravvissuto ne Il Ritorno dello Jedi, anche se viste le modalità risulta improbabile. Ma considerando questa come unica spiegazione logica, ciò andrebbe in contraddizione con la profezia che vedeva Anakin riportare l’equilibrio della Forza, visto che il sacrificio di Darth Vader a conti fatti non ha portato alla morte dell’Imperatore, e di conseguenza nessun equilibrio è stato riportato nella galassia. Gli sceneggiatori hanno avuto anche la faccia tosta di far fare un cameo vocale ad Hayden Christensen il quale, nei panni di Anakin, dice a Rey durante la battaglia finale: “Riporta l’equilibrio, come ho fatto io”. No, Anakin non ha riportato nessun equilibrio, e il film si contraddice da solo. Alla fine a salvare l’universo dalla supremazia di Palpatine è una Palpatine (parentela parecchio improbabile, tra le altre cose).
Una degna ascesa per gli Skywalker.

Possibile soluzione: Spiegare in breve che Palpatine aveva scoperto il segreto dell’immortalità grazie al suo maestro Darth Plaguies, invece di limitarsi ad un semplice (e triste) “i morti parlano!” nel Crawl iniziale.

Snoke

SnokeÈ evidente il fatto che Rian Johnson abbia scombinato i piani di J.J. Abrams, e la morte di Snoke ne Gli Ultimi Jedi lo ha costretto a cambiare l’incipit narrativo de l’Ascesa di Skywalker e il ruolo del Leader Supremo, il quale si rivela essere in questo nono episodio un clone creato da Palpatine. La prima domanda che sorge spontanea è: perché c’erano altri cloni di Snoke in una vasca? Il secondo punto è leggermente più articolato. Ad un certo punto è lo stesso Palpatine a dare ordini alla flotta del Primo Ordine. La seconda domanda che sorge quindi è: perché Palpatine non ha preso in mano il Primo Ordine prima invece di utilizzare una marionetta al suo posto?

Possibile soluzione: scrivere una macrotrama per la trilogia, cosa che non è stata fatta visti gli evidenti retcon e contro retcon.

Il piano di Palpatine

Questo è uno dei punti più ingarbugliati della storia del film diretto e scritto da J.J. Abrams. All’inizio Palpatine chiede a Kylo Ren di uccidere Rey, così che possa essere il figlio di Han Solo e Leia il nuovo Imperatore. Quando però Rey arriva al cospetto del signore dei Sith, quest’ultimo rivela alla ragazza che vuole compiere un rito particolare, ovvero far si che la giovane Jedi lo uccida così da trasferirsi nel suo corpo. Ma quindi Palpatine vuole Rey viva oppure no? Maggior confusione si raggiunge nel pieno della battaglia conclusiva, quando Palpatine assorbe il potere vitale di Ben e Rey, rigenerando le proprie ferite e tornando in forze. Ciò avviene perché i due sono una Diade nella Forza, e Palpatine sembra stupirsi della cosa. Peccato che questo legame, stando a Gli Ultimi Jedi, è stato creato (o amplificato) da Snoke. Come mai quindi Palpatine non era al corrente della cosa? È Palpatine ad avere vari piani di riserva o gli sceneggiatori a non avere idea di dove andare a parare?

Possibile soluzione: Bastava che Palpatine chiedesse a Kylo di portare la ragazza da lui e non di ucciderla, e poi con l’inganno far sì che l’Imperatore assorbisse fin da subito la linfa vitale dei due, visto che grazie a Snoke era a conoscenza del loro legame nella Forza.

Poe forza la velocità luce

PoeGià in Episodio VIII avevamo visto una manovra particolare che andava in contraddizione con quanto visto nella saga, ovvero la manovra suicida compita da Amilyn Holdo. Anche in questo film avviene una cosa simile, ovvero i salti alla velocità luce, in originale Lightspeed Skip. Poe, al fine di seminare i TIE Fighters, usa questa particolare tecnica. Finn si stupisce e chiede a Poe dove l’abbia imparata, facendo intuire allo spettatore che questa tecnica sia molto rara. Peccato che il film si contraddica parallelamente visto che i piloti dei TIE inseguitori riescono ad utilizzare i Lightspeed Skip proprio come Poe, seppur con meno fortuna. Ma la vera domanda è, a questo punto: visto che non sembra una manovra così difficile, perché nessuno l’hai mai fatta prima?

Possibile soluzione: semplicemente, portare sullo schermo un inseguimento classico senza confondere ulteriormente lo spettatore con i viaggi a velocità luce, le cui regole cambiano ormai in ogni film. Perché sì, anche i mondi Fantasy hanno le loro regole.

Il pugnale

Questo è probabilmente uno dei passaggi narrativi più forzati e anticlimatici non solo del film ma di tutta la saga. Ad un certo punto il gruppo di eroi trovano un pugnale con sopra delle iscrizioni (ci torniamo dopo) che si rivelerà essere fondamentale per scoprire l’ubicazione del secondo Puntatore Sith. Arrivati su Endor, Rey capisce che la forma del pugnale combacia perfettamente con i resti della Morte Nera, o comunque parte della sua struttura. Peccato che questi resti siano collassati in un mare in tempesta e che quindi il tutto sia parecchio instabile. Come può quindi quel pugnale segnalare esattamente l’ubicazione del Puntatore Sith?

Possibile soluzione: far si che il pugnale servisse solo e unicamente per ottenere le iscrizioni senza rendere ancora più forzato il tutto.

La redenzione di Kylo Ren

Star WarsAltra grave problematica del film, figlia del fatto che si voglia raccontare troppo in troppo poco tempo. Ben Solo/Kylo Ren è il personaggio più affascinante della Trilogia Sequel. In questo film però le cose cominciano a scricchiolare fin dal principio, quando accetta di allearsi con Palpatine quando nel film precedente non sia era fatto troppo problemi a far fuori Snoke. Oltre a questo, non ha nemmeno senso la scelta di Kylo di riforgiare la propria maschera (a parte il voler vendere nuove e scintillanti action figure). Ma la forzatura maggiore di tutte è la sua redenzione, che di per sé avrebbe anche potuto starci, peccato che il tutto risulti troppo frettoloso.

Possibile soluzione: non avrebbe avuto più senso far redimere Kylo durante lo scontro finale, come avvenne per Darth Vader ne Il Ritorno dello Jedi?

Il linguaggio Sith

C-3PO è in grado di riconoscere il linguaggio dei Sith presente sul pugnale non appena lo vede, ma la sua programmazione di base gli impedisce di tradurre il testo. Questo porta i protagonisti a dirigersi verso il pianeta Kijimi, al fine di trovare qualcuno in grado di hackerare il sistema dell’androide così da rimuovere quella programmazione di base. C-3PO afferma che la Vecchia Repubblica aveva approvato una legge che imponeva ai droidi di protocollo di essere programmati per non tradurre la lingua dei Sith, ma perché avrebbero dovuto farlo quando credevano che i Sith si fossero estinti dai tempi di Darth Bane? Ci sarebbe anche da aggiunge che C-3PO è stato creato da Anakin, ma di questa cosa sembra che gli sceneggiatori se ne siano dimenticati.

Possibile soluzione: tagliare totalmente la sottotrama del pianeta Kijimi e far sì che C-3PO fosse fin da subito in grado di tradurre l’iscrizione in Sith. Questo avrebbe consentito di ottenere maggior minutaggio da utilizzare per spiegare cose più importanti, come per esempio il ritorno di Palpatine.

La sopravvivenza di Babu e Zorii

Palpatine invia un Death Star Destroyer a distruggere il pianeta Kijimi al fine di dimostrare il suo potere. La cosa non provoca un grande impatto emotivo, semplicemente perché gli spettatori conoscevano solo due personaggi abitanti del pianeta, ovvero Babu Frik e Zorii Bliss. Ciò che significa che il pubblico non aveva avuto modo di legarsi a quel pianeta a livello emozionale. Ma il tutto diventa ancora meno efficace quando Babu e Zorii si uniscono alla battaglia contro la flotta di Death Star Destroyer nel finale, dimostrando che in qualche modo erano riusciti a fuggire dal pianeta prima che fosse distrutto. Questo è davvero assurdo, dato che Zorii ha ceduto a Poe Dameron il gettone del Primo Ordine, che era l’unico modo che aveva per abbandonare il pianeta (poco dopo averlo minacciato di morte, ma ok). Oltre a questo, non tornano nemmeno le tempistiche.

Possibile soluzione: ci si ricollega al punto precedente, la sottotrama del pianeta Kijimi è un inutile allunga brodo e il film avrebbe potuto tranquillamente farne a meno.

L’arrivo degli alleati

Quanto la battaglia finale sembra ormai persa, Lando arriva con al seguito un nutrito numero di navi alleate della Resistenza. Tutto molto bello, peccato che ne Gli Ultimi Jedi al messaggio di aiuto di Leia non risponda nessuno, facendo intuire che la galassia nutra un gran timore verso il Primo Ordine. Cosa è cambiato rispetto al film precedente? Il Primo Ordine è persino più forte visto che ora possiede la flotta dell’Imperatore, e ora ogni Star Destroyer è in grado di distruggere un intero pianeta. Come avrebbe fatto il solo Lando a riunire tutte queste navi e tutti questi alleati in mezzo pomeriggio?

Possibile soluzione: dare un motivo più potente (a livello emotivo) alla galassia di unirsi contro il Primo Ordine, magari facendo vedere una scena dove in tutti i pianeti cominciava ad arrivare la notizia della morte di Leia, cosa che avrebbe unito tutti per il senso di colpa dopo aver ignorato il suo messaggio di aiuto durante gli avvenimenti del precedente film.

Cosa doveva dire Finn a Rey?

Star WarsDurante tutto il film Finn cerca di dire qualcosa a Rey. Più o meno tutti noi spettatori pensavamo di aver capito che Finn volesse dire alla ragazza di amarla, ma recenti dichiarazioni del cast hanno smentito questa ipotesi. Finn in realtà voleva dire a Rey di essere sensibile alla Forza. Certo, perché prima di una possibile morte (vedi la scena delle sabbie mobili) questa è la prima cosa che ad ognuno in noi verrebbe in mente di dire come ultime parole. Ma comunque, in entrambi i casi, Finn non dice nulla a Rey e questa sottotrama finisce per essere tristemente liquidata.

Possibile soluzione: Tagliare la sottotrama di Finn. Minutaggio sprecato per cose ben più importanti, visto che alla fine tale linea narrativa non trova alcun compimento.

La resurrezione

Il personaggio di Anakin viene dipinto come un vero e proprio fesso al termine di questa pellicola. La Trilogia Prequel ci ha spiegato che il padre di Luke è passato al Lato Oscuro per ottenere il potere di salvare le persone che amava e il segreto dell’immortalità. Peccato che Rey e Kylo non solo riescano a guarire ferite mortali come se niente fosse, ma addirittura il fu Ben Solo riesce a riportare in vita la nipote di Palpatine. E Kylo non aveva alcuna idea del fatto che questo fosse possibile, sapeva solo che era possibile curare delle ferite ma non il riportare in vita qualcuno. Ci è riuscito solo perché ci ha provato, e quindi la domanda sorge spontanea: cosa ha impedito ad Anakin, il prescelto, a provare ad utilizzare la Forza in questo modo senza farsi soggiogare dal lato oscuro? Oltre a non aver riportato l’equilibrio nella Forza, la sua discesa nell’oscurità a posteriori risulta del tutto priva di senso.

Possibile soluzione: Ridimensionare sensibilmente il potere della Forza. Ok curare le ferite, ma la resurrezione crea troppi buchi logici.

E voi, avete notato altre incongruenze e/o errori? Fatecelo sapere con un commento qua sotto!

Paolo Saccuzzo
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

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