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State of Decay 2 – Recensione, sopravviviamo ad un’apocalisse zombie

Diciamocelo: il tema “zombie” sta durando più del previsto. Come appunto i morti viventi, inarrestabili e duraturi, anche film, videogiochi, e tanto altro materiale – interattivo e non – continua a incentrarsi su questi malvagi e istintivi mostri affamati di carni umane. Eppure qualcosa ancora mancava, una zona non ancora battuta (o, nel caso fosse successo, allora in modo sbagliato): un simulatore di sopravvivenza all’apocalisse zombie. Mi spiego meglio: State of Decay 2 ricalca la formula del precedente capitolo, e nel farlo punta a creare un survival zombie basato sulla simulazione. Essa però non si ferma esclusivamente ai classici canoni del genere, come il bisogno di mangiare, bere, riposare e raccogliere materiali: al contrario, prosegue inserendo personaggi comuni, variabili casuali e un intreccio pressoché completamente nelle mani del giocatore.

Un mondo in rovina

Il gioco è ambientato in una piccola cittadina d’America, esattamente un anno dopo l’inizio di un’apocalisse zombie che ha decimato gli esseri umani, sconfiggendo anche l’esercito. Il gioco proporrà un piccolo tutorial con delle coppie preimpostate, che potrà però essere (dopo la prima volta) superato per andare invece a creare il nostro gruppo composto da 3 personaggi: essi non potranno essere modificati, ma potrete generarli randomicamente per scegliere il vostro trio preferito. Sarà vitale sceglierli nel modo giusto, visto che ognuno sarà poi specializzato in qualcosa.

Il protagonista del gioco quindi non è il singolo personaggio, ma il gruppo, la comunità: i vari sopravvissuti, infatti, potranno essere controllati da voi, e potranno anche morire definitivamente se uccisi in combattimento. A rompere le uova paniere, avvelenamenti, infezioni e varie problematiche vi infastidiranno durante le ricche sessioni di gioco. Come abbiamo detto, se il protagonista del gioco è il gruppo, voi potrete crearne fino a 3 nel vostro profilo.

Una progressione RPG

Oltre ad avere delle peculiarità (descritte con il loro passato pre-apocalisse), i vari personaggi avranno dei valori standard come atletica, mira, combattimento, computer e ingegno: queste si potenzieranno utilizzandole nel gioco e, una volta raggiunto il livello massimo, vi permetteranno di prendere una specializzazione (sbloccando un ulteriore barra di progressione): potreste correre così tanto da portare l’atletica al massimo e scegliere se specializzarvi in corridori (consumando poca stamina quando correte) o agilisti (capaci di schivare gli attacchi velocemente e con poco sforzo). Ad aggiungere spessore c’è una barra di reputazione: questa rispecchierà il modo in cui vi comporterete in gioco, e vi porterà infine ad avere personaggi più o meno benvisti, che potranno poi assumere il ruolo di leader del gruppo.

Realistico e lento

Essendo un simulatore, è normale che il gioco abbia una certa lentezza insita nell’anima: alcuni movimenti potrebbero risultare farraginosi, e gli attacchi fatti verso zombie poco distanti da noi tenderanno ad andare a vuoto. Inoltre, Nel caso in cui uno zombie stia attaccando un nostro alleato, andare a liberarlo sarà difficile, non per scelta di programmazione, bensì per problematiche dovute a hitbox e movimenti. Se però riuscirete ad abituarvi, i combattimenti saranno realistici e dettagliati: attaccare un nemico con un’arma affilata permetterà di amputargli gli arti, mentre per abbatterlo con un’arma contundente dovrete ripetutamente sferrargli colpi, anche quando si troverà a terra.

Anche l’esplorazione vede nel realismo la sua matrice principale: per sopravvivere, troverete in giro dei sacchi da dover portare con voi, contenenti vari materiali: essi potranno essere trasportati nella vostra base della comunità, così da poterli inserire li e costruire nuove zone ed espanderla, oppure essere aperti sul momento per trovare oggetti più utili istantaneamente, ma in minor numero. La gestione della casa base è fondamentale: avere un’infermeria o un parcheggio per un veicolo potrebbe dimostrarsi necessario in alcune fasi, soprattutto perché i veicoli permettono di portare più zaini diversi. Essi, oltre a quello che porterete addosso con i materiali necessari (e che comunque rimangono di capienze ristrette), diventano così sistemi per adattarsi al variare di alcune situazioni, potendo inserirli nel furgone di turno e avendo una sorta di base portatile. Diventa quindi vitale capire come prepararli, quali portare e, soprattutto, a quale personaggio affidarli: un cacciatore con un’acuta mira sicuramente sarà più utile con un fucile che con una mazza da baseball, dinamica che invece per uno sportivo risulterebbe inversa.

Lo Stile

Come abbiamo già detto, i vari personaggi saranno creati randomicamente, e in base a ciò che troverete nella vostra comunità iniziale, dovrete affidarvi a determinate caratteristiche: le armi da fuoco sono poche, le armi bianche si rovinano e si usurano. Insomma, in State of Decay 2 dovrete essere parsimoniosi all’inverosimile. Con l’avanzare del gioco, nuovi cittadini o sopravvissuti arriveranno nella vostra comunità (a seconda di come gestirete i rapporti) aumentando la variabilità di scelta.

Questa però alcune volte sarà necessariamente spinta verso alcuni personaggi in particolare, in quanto di volta in volta effettuare delle azioni comporterà affaticamento, necessitando di un riposo più o meno lungo. Questo riposo sarà inoltre ottimizzato o meno in base allo stato della comunità, ai materiali presenti e allo stato del personaggio stesso. Avete capito bene: non ci troviamo nel classico gioco ammazza-zombie basato su una trama struggente o su un gameplay pazzo e irriverente. Qui abbiamo di fronte una vera apocalisse, e State of Decay 2 non perdona nessuno, soprattutto chi commette sbagli.

Parlando di sbagli, c’è subito da sottolineare una cosa: se un personaggio muore, muore definitivamente. Basando tutto sulla comunità, ogni personaggio che ne farà parte sarà sacrificabile, e quindi una volta morto perderete lui e le sue caratteristiche. Potendo arruolare sempre gente, la cosa non peserà più di tanto, ma pensate: se morisse il personaggio che ha proprio le skill che voi preferite, e magari perdendo anche l’equipaggiamento e il resto? Non sarebbe una bella cosa di certo.

Tutto questo si riaffaccia prepotentemente sulla trama, o meglio, sulla mancanza di essa: se da un lato non avremo una vera e propria storyline da seguire, con un intreccio strutturato per coinvolgere il giocatore, dall’altra potremo avere la libertà massima nel costruire la storia della nostra comunità. Scegliere se accettare nel vostro gruppo determinati personaggi potrebbe influenzare (positivamente o negativamente) il vostro proseguire: non è infatti certo che riuscirete a sopravvivere per sempre, e come abbiamo già detto, la morte non è da escludere.

Insieme è meglio?

Essendo un titolo del 2018, non poteva mancare il comparto multiplayer online: il gioco presenta una modalità cooperativa per 4 giocatori che potrà vedere le vostre 4 comunità collaborare insieme, aiutarsi, per andare alla scoperta di zone da esplorare. Il titolo non dispone di un multiplayer persistente, quindi le varie partite online influenzeranno il gioco solo per materiali trovati: tornati al single player, più che aver raccolto degli oggetti preziosi, non avrete.

D’altronde in questo modo non viene snaturata l’essenza di survival gestionale, poiché nel multiplayer le cose tendono a diventare un po’ più caotiche: 4 giocatori che gestiscono 4 personaggi a schermo, complice anche la non proprio perfetta gestione dei combattimenti tra più personaggi, rende tutto divertente ma allo stesso tempo smorza quell’aria ansiogena che invece il titolo da per il resto del gioco.

State of Decay 2

8.5

State of Decay 2 esce dai canoni standard dei survival: con una meccanica più ragionata e gestionale, il gioco si concentra sulla comunità e non sul singolo. Questo lo trasforma in un titolo che riesce ad avvicinarsi molto di più all'aria e all'atmosfera di produzioni come The Walking Dead, inserendo quei canoni come le scelte, la fiducia, la sopravvivenza, ed eliminando invece ironia e/o drama che ultimamente hanno caratterizzato produzioni simili.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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