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Stranger Things 4 – Recensione del primo volume della quarta stagione

Tutti noi abbiamo vissuto il periodo adolescenziale, un periodo complicato fatto di scelte e di una crescita silenziosa pronta a mescolare le carte precedentemente in gioco della nostra vita. Per parlare del primo volume di Stranger Things 4 in una recensione, è bene precisare nell’immediato che il momento soggettivo di ogni personaggio – inteso come crescita – si rifrange sulla narrazione stessa e sulla struttura narrativa della storia. Le incertezze, il cambiamento, la paura verso il domani, la ricerca di quelle risposte che puoi trovare soltanto dentro te stesso, l’amore, e il rapporto col prossimo, tutto viene sublimato in un genere, quello horror, che qui oltre che da sfondo fa da filo conduttore per l’intera durata della storia, amalgamandosi perfettamente ai personaggi e alle emozioni in gioco. Stranger Things 4 quindi torna con una nuova stagione divisa in due parti, in due volumi. La prima vedrà la luce il 27 maggio su Netflix, mentre la seconda il primo luglio. Pur non essendo la stagione conclusiva della storia (è stato ufficializzato che la quinta lo sarà), già si percepisce qualcosa nell’aria, nel modo in cui gli eventi narrati si stanno muovendo, in una giostra emotiva che continua ad avanzare guardandosi continuamente indietro, guardandosi a quello che è stata e ha fatto in questi anni, senza mai dimenticare il viaggio realizzato fino ad ora.

Una nuova minaccia?

Siamo nel 1986 e sono trascorsi esattamente sei mesi dalla battaglia di Starcourt. I protagonisti si sono divisi in due gruppi precisi: Joyce, Will, Jonathan e Undi sono a Lenora Hills, in California, mentre gli altri sono rimasti ad Hawkins. Il tempo trascorso apre la narrazione presentandoci i ragazzi alle prese con le loro attuali vite. Ora che sono cresciuti si ritrovano infatti ad affrontare il primo anno di liceo, mentre i più grandi hanno a che fare con l’attesa verso il college e il lavoro. Questo Stranger Things 4, ed è bene sottolinearlo in una recensione, cerca fin dall’inizio d’inquadrare una situazione apparentemente normale, in cui i ragazzi tentano di trovare il proprio posto all’interno del mondo, affrontando le piccole difficoltà del caso. Gli eventi terrificanti del passato sono andati, non appartengono più a questo presente costituito dalle piccole sfide del quotidiano vivere. Tutti cercano quindi di andare avanti. Questo nuovo taglio adolescenziale in realtà risulta interessante fin da subito, dato che evolve la scrittura di ognuno di loro, inquadrandola in un contesto del tutto differente, quello delle High School Americane, in cui la sopravvivenza non è affatto facile, anche in confronto a una sfida mortale con il gigantesco Mind Flayer. 

Stranger Things 4 recensioneTroviamo quindi una Undi alla ricerca del proprio posto nel mondo, ad esempio, senza il suo Mike, e lanciata in un contesto ben lungi da quello in qui la conoscemmo all’inizio della storia. Oppure il personaggio di Lucas che vorrebbe elevarsi dal punto di vista sociale, entrando in conflitto con la sua attuale identità e con le sue amicizie, o Dustin e Mike pronti a tener fede alle loro passioni fino in fondo. Insomma l’età adolescenziale in tutto il suo splendore, fatta di piccole e grandi battaglie anche interiori. Tutto ciò rinfresca incredibilmente una narrazione che scalpita per crescere, per andare avanti, seguendo le età stesse del cast adesso notevolmente diverso. La maturazione di ognuno di loro, infatti, si trasporrà ben presto su ogni singola storia, con un approccio narrativo individuale interessante fino alla fine. 

All’ombra di tutto ciò una nuova minaccia si dirama all’orizzonte, un qualcosa d’indefinito eppure anche parecchio familiare, non troppo nuovo ma comunque spaventoso. Una nuova avventura trasformerà nuovamente le esistenze di ogni personaggio, ampliando il suo impatto anche fuori dalla classica cerchia di amici ed eroi che noi tutti conosciamo. Curiosamente questa minaccia risulta molto coerente con la scrittura generale e non soltanto paura fine a se stessa, ma un qualcosa pronto ad allinearsi con il percorso che la serie stessa ha tracciato fino a questo momento. In parallelo troviamo le vicissitudini degli adulti, qui distinte da tutto il resto. La storia al cui centro troviamo Joyce e Murray dinamizza un minimo la narrazione rispetto alle passate stagioni, offrendo un insieme di peripezie anche interessanti, pur con qualche caduta di stile di tanto in tanto. 

Nostalgia portami via 

Stranger Things 4 offre agli spettatori due cose molto importanti: una storia che sa come prenderti mantenendosi curiosa fino alla fine, e come leggerete proseguendo nella recensione, uno stile riconoscibilissimo fatto di nostalgia e citazioni varie. Come anche in passato guardare Stranger Things resta sinonimo di nostalgia pura. La messa in scena, i costumi, le scenografie e il modo in cui vengono inquadrate le varie dinamiche trasporta inevitabilmente indietro nel tempo, riallacciandosi sia al presente, in qualche modo, che a tutti i prodotti usciti all’epoca. Il fatto che i vari registi abbiamo disseminato citazioni e piccole “chicche nostalgiche” nelle varie inquadrature resta un pregio, anche se alcune scelte estetiche potrebbero risultare stucchevoli. A tutto ciò va aggiunta la resa grafica abbastanza incerta di alcuni sviluppi in CGI (elemento verso cui questa serie pecca abbastanza) e le azzeccatissime scelte musicali che di stagione in stagione contestualizzano e valorizzano i vari sviluppi. Si potrebbe quasi dire che la musica, in questa serie tv, giochi un ruolo centralissimo al punto da diventare essa stessa una protagonista in grado di suscitare e di lasciare sempre qualcosa allo spettatore. La regia, inoltre, resta uno degli elementi di spicco verso cui riflettere. É proprio quest’ultima a trasformare anche le più piccole cose in meraviglia e magia, simbolo di un impegno formale che insieme al montaggio trasforma continuamente la normalità e i cliché con un tocco particolare.

Stranger Things 4 recensioneÈ bene infine parlare anche degli elementi horror che vanno a dipingere i contorni di questa nuova stagione. Ci troviamo, in effetti, davanti a una delle stagioni più cupe fino ad ora, disegnata da elementi del genere ricorrenti (con una marea di citazioni che faranno palpitare il cuore agli amanti di questo genere) e da scelte estetiche anche forti. Nessuna esagerazione ovviamente, anche se i dettagli disturbanti restano una costante pronta a sposarsi con la fotografia affabulante nominata sopra, in un contrasto evidentemente voluto. Ne fuoriesce un prodotto che continua a funzionare, pur lasciandoti per le mani episodi relativamente lunghi in cui tutto si muove verso un’unica e certa direzione. In aggiunta abbiamo nuovi personaggi all’interno del cast, pronti a dinamizzare la narrazione più che in passato, con un ampliamento tematico che fuoriesce dalla nicchia emotiva cui tutti siamo abituati. Un elemento da criticare in negativo resta la coralità generale, distribuita in una struttura in cui le varie strade sono scisse fin dall’inizio: il fatto di avere una scissione continua inficia inevitabilmente sul ritmo generale.

Stranger Things 4

8

Questo primo volume di Stranger Things 4 conferma nuovamente il valore della serie ampliandone le possibilità. La crescita non tocca quindi soltanto i personaggi ma l'intera storia stessa, in un viaggio curato dal punto di vista formale, cupo negli sviluppi di genere, ma comunque leggero nelle sue dinamiche generali. La riconferma di tutto ciò apre la strada a quelle che potrebbero essere le prossime evoluzioni di questa serie, muovendo domande verso il futuro e soprattutto verso quelle che saranno le sue fasi conclusive.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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