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Stubbs the Zombie – Recensione, il passato risorge su Nintendo Switch

È il 1959 e nell’idilliaca città di Punchbowl, in Pennsylvania, le pace sta per essere turbata. Assassinato molti anni prima, Edward “Stubbs” Stubblefield è risorto dal suo luogo di sepoltura, e ora c’è solo una cosa nella sua mente: mangiare cervelli. O almeno inizialmente, comunque. Per fortuna, la trama dietro Stubbs the Zombie in Rebel Without a Pulse è davvero divertente, e oltre al semplice mangiare cervelli come se non ci fosse un domani, le nostre avventure ci porteranno una storia d’amore e di vendetta, condita da continue gag esilaranti. A Stubbs, infatti, viene subito ricordato il motivo per cui è stato assassinato tanti anni fa: è stato per amore. Il nostro eroe (poca) pelle e ossa decide di imbarcarsi in una missione per ricongiungersi con il suo amore perduto da tempo, Maggie, e forse vendicarsi del suo assassino. Purtroppo, però, a distanza di molti anni dalla sua release, la trama scanzonata del gioco è tutto ciò che tiene in piedi le stanche membra di Stubbs.

Stubbs the Zombie

L’idea di una seconda possibilità nella vita ha un certo fascino. Si potrebbero fare di nuovo le stesse scelte, oppure imparare dai propri errori per migliorare il proprio destino. Stubbs the Zombie nasce nel lontano 2005, sviluppato da Wideload Games e distribuito da Aspyr Media. Risorge, invece, in questo 2021, e ci appare esattamente come Stubbs: il lontano ricordo di ciò che era, che riconosciamo e ricordiamo di aver amato, ma che con i suoi 15 anni passati sotto terra è invecchiato decisamente male. La versione per Nintendo Switch, quella che abbiamo testato, potrebbe essere paradossalmente la migliore su cui rigiocare l’avventura del mangia cervelli. É stato un bene che sia tornata in vita? Scopriamolo insieme.

Una seconda opportunità…

Subbs the Zombie è uscito su console nello stesso periodo di Destroy All Humans, e con esso condivide la stessa anima sandbox. Un mondo costituito da livelli semi aperti, per un action che ci vede, per una volta, nei panni del nemico. Stubbs è infatti uno zombie mangia uomini, e il suo unico obiettivo, almeno inizialmente, sarà quello di vagare per la mappa a caccia di ogni cervello che gli passera davanti. Avremo a disposizione diversi attacchi corpo a corpo, e man mano che proseguiremo nell’avventura, il nostro Stubbs acquisirà “speciali poteri”, come rilasciare bombe puzzolenti, lanciare letteralmente i propri organi contro i poveri abitanti di Punchbowl, fino a staccarci la testa e a lanciarla come una palla da bowling.

Ogni vittima che diventerà il nostro pranzo si trasformerà a sua volta in uno zombie, ed avremo così la possibilità di creare un piccolo esercito che potremo condurre con noi nella nostra ricerca dell’amore perduto. Nel corso dei dodici livelli che compongono la campagna, Stubbs dovrà affrontare avversari che si armeranno in maniera sempre più massiccia, partendo dagli indifesi cittadini, fino all’esercito degli USA. Scateneremo una vera e propria apocalisse zombie, che ci costringerà a padroneggiare le nuove abilità che otterremo man mano per riuscire ad avere la meglio. Il vero problema del titolo, così come lo era nel 2005, è la ripetitività. Per quanto le continue gag tra una cutscene e l’altra continuino a strappare un sorriso fino ai titoli di coda, eseguire meccanicamente la stessa azione centinaia di volte in scenari dove non sempre il nostro obiettivo verrà spiegato in maniera chiara, diverrà dopo qualche ora di gioco ripetitivo e a tratti frustrante. Probabilmente, all’epoca della sua uscita era lo standard, ma oggi il gameplay di Stubbs the Zombie inizia a risultare fastidiosamente vetusto.

…decisamente sprecata

Che tipo di operazione è questa seconda vita di Stubbs the Zombie? Un semplice porting, e nulla di più; ma andiamo con ordine. Parlando del lato puramente tecnico, il gioco è lo stesso del 2005, con una veste grafica che ha subito un processo di pulizia, ed un frame rate stabile viste le potenzialità delle nuove console. Su Nintendo Switch il gioco fa il suo dovere, anche se in portatilità, rispetto al dock, la compressione dell’immagine rende il tutto più gradevole alla vista. Da questo punto di vista si poteva insomma fare decisamente di più. Continuando ad usare Destroy All Humans come termine di paragone, in particolare la sua ultima incarnazione, per Stubbs non c’è stato alcun lavoro di ammodernamento, anzi, semplicemente un compitino di rifinitura: vedere le cutscene passare a 4:3, nel 2021, fa decisamente storcere il naso.

Dal lato gameplay, il titolo, ancora una volta, rimane lo stesso del 2005. La varietà che offrono i dodici livelli non è stata ampliata in alcun modo, e molti di voi inizieranno ad annoiarsi dopo qualche ora di gioco: aggiungere qualche nuovo potere a Stubbs tra un livello e l’altro non basta infatti a sorreggere le divertenti animazioni di morte degli abitanti di Punchbowl, che probabilmente dopo la trentesima volta non vi offriranno più alcuna soddisfazione. Per quanto riguarda l’implementazione delle feature di Switch, siamo anche qui al minimo sindacale. Potremo infatti navigare nei menù attraverso l’uso del touch screen, che in ogni caso non servirà quasi a nulla a parte scegliere all’inizio della partita le impostazioni di gioco. Si potevano introdurre nuovi minigiochi per dare respiro e varietà all’esperienza, ma non è stato fato nulla in tal senso. Anche riguardo all’HD Rumble e ai sensori di movimento, gli sviluppatori si sono limitati alle loro funzioni di default.

A chi è indirizzato Stubbs the Zombie nel 2021?

Semplicemente, a chi non lo ha mai giocato. Stubbs the Zombie, ahinoi, è oggi un esperienza che potremo associare al retrogaming. Fortunatamente, il prezzo irrisorio del titolo non è quello dei tripla A, e potrebbe essere una buona occasione per recuperarlo. Come per molti altri titoli Switch, la portatilità è l’unico motivo sensato per dare nuova vita ad un gioco indirizzato a chi non lo conosceva, o a chi lo ha amato ai tempi della sua release.

Per il resto, ci aspettavamo decisamente di più dal ritorno di Stubbs. Il lavoro di pulizia grafica c’è indubbiamente, ma è veramente irrisorio, non è stato aggiunto nulla al gameplay, e le feature di Switch sono sfruttate solo superficialmente. La modalità Multiplayer Split-Screen potrebbe essere un altro valido motivo per acquistare il titolo: giocare l’avventura in compagnia regala infatti nuovi spunti di gameplay e di organizzazione su come affrontare i livelli. Purtroppo, però, la sensazione di star giocando ad un titolo retro è molto forte; se lo avete già giocato e non è tra i vostri titoli del cuore, potete tranquillamente lasciare a riposare sotto terra il povero Stubbs.

Stubbs the Zombie

6

Il ritorno di Stubbs the Zombie è, purtroppo, nulla più di un semplice porting. L'avventura del mangia cervelli risulta ancora divertente, con scene esilaranti che strappano più di un sorriso. Sfortunatamente, però, non è stato fatto lo sforzo in più richiesto per portare l'intera esperienza ad adattarsi ai giorni nostri. Stubbs the Zombie rimane un gioco di tre generazioni fa, e dopo qualche ora risulta decisamente ripetitivo. Le possibilità che offre Nintendo Switch non sono state purtroppo sfruttate a dovere, relegando Stubbs the Zombie ad un titolo indirizzato solo a chi non lo ha mai giocato, che si salva solo grazie alla portatilità e alla divertente modalità per due giocatori.

Cristian Piantanida
Nato con il Gameboy in mano, spendo tutto quel che ho in roba Nerd: videogames, anime, manga, figure, mi intriga tutto ciò che proviene dal misterioso mondo del Sol Levante. Storico per passione, Nerd di professione, non vedo l'ora di raccontarvi ciò che mi appassiona!

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