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Suicide Guy – Recensione dell’indie italiano di Chubby Pixel

Proviamo per un attimo a immedesimarci in un uomo di mezz’età, pigro, corpulento, un po’ sporco e, ovviamente, costantemente ubriaco; per rendervi meglio l’idea, se conoscete i Simpson, immedesimatevi in quello che sarebbe un perfetto mix tra Homer e Barney Gumble. Immaginate ora di fare il vostro esercizio motorio preferito, ovvero quello di alzare e abbassare la vostra bottiglia di birra comodamente seduti sul vostro vecchio e lurido divano. Se ci siete riusciti probabilmente ora sarete un po’ assonnati e non vedrete l’ora di farvi cullare dalle morbide e calde braccia di Morfeo. E proprio da qui parte Suicide Guy, il puzzle adventure creato dalla software house milanese Chubby Pixel, già autrice di Woodle Tree Adventures. Attraverso questa cornice prenderete parte a un lungo viaggio onirico da cui svegliarsi non sarà né semplice, né indolore: dovrete infatti suicidarvi. Non preoccupatevi però, questo gioco non vi instraderà verso lunghi discorsi filosofici sulla caducità della vita o sull’importanza di non sprecare questo bellissimo dono, bensì vi porterà a vivere un’avventura 3D leggera e briosa composta da molteplici enigmi e puzzle da risolvere. Andiamo quindi ad analizzare pregi e difetti di questo strano titolo.

Suicide Guy

Sogni di una mente pericolosa

Come già detto in precedenza, la trama di Suicide Guy è leggera e forse un po’ banalotta, ma ha il solo scopo di fungere da cornice a quello che è il vero fulcro del gioco: risolvere dei puzzle ambientali per arrivare al traguardo… e morire! Il nostro personaggio si troverà infatti intrappolato nel mondo dei sogni e per svegliarsi, scongiurando così una terribile catastrofe che sta per colpire il mondo reale (la vostra birra vi sta cadendo di mano), dovrà necessariamente trovare il modo di suicidarsi in ogni singola sfida proposta.

Se c’è qualcosa di interessante in Suicide Guy sono i livelli di cui si compone. Gli schemi da giocare sono in totale venticinque e ognuno di questi ha una sua particolarità che lo rende unico, permettendovi di viaggiare con la mente verso mondi ispirati a famosi videogiochi o a capolavori del cinema. Avrete così modo di visitare schemi che prendono spunto da Super Mario, Portal, Indiana Jones, Star Trek e molto altro: ma ricordate, il vostro scopo sarà sempre e soltanto quello di suicidarvi.Suicide Guy

Un suicidio mediatico

Purtroppo però i pregi di Suicide Guy finiscono qui, lasciando ampio spazio ai piccoli e grandi difetti di cui è composto. Partiamo con il dire che, su Nintendo Switch, è impossibile utilizzare la vibrazione. È infatti esageratamente forte e fastidiosa e costringe l’utente, dopo solo 10 secondi dall’inizio della partita, a disattivarla dal menù del gioco. La fisica è poi discutibile, grossolana e poco realistica e vi darà l’impressione di camminare sulla luna a gravità zero. Caratteristica sicuramente apprezzabile se questo fosse un simulatore del primo allunaggio, ma non essendo questo il caso, il vostro divertimento lascerà presto il posto alla frustrazione, soprattutto quando vi verrà chiesta una certa precisione. Ad aggiungersi a questo vi è anche una pessima responsività dei comandi che, soprattutto durante i salti, si rivelerà imprecisa, inficiando così i vostri sforzi fatti per saltare da una piattaforma all’altra. La compenetrazione degli elementi sarà poi all’ordine del giorno e sarà la vostra più grande nemica nel corso della partita. Laddove infatti gli enigmi non saranno particolarmente ostici, entrerà a gamba tesa la compenetrazione degli elementi che, facendo sparire oggetti utili al compimento della vostra missione, aumenterà in maniera intrinseca ed esponenziale la difficoltà del gioco.

Suicide Guy

Spesso infatti durante la nostra partita abbiamo perso casse necessarie al corretto svolgimento della missione appoggiandoci erroneamente troppo vicini a un muro. Non si può dire poi che Suicide Guy sia un gioco longevo, infatti nonostante i venticinque livelli, il gioco può essere completato in circa tre ore. I caricamenti eterni sono poi la goccia che fa traboccare il vaso: parliamo di 25-30 secondi d’attesa prima di iniziare un nuovo livello e subito dopo averlo concluso, delle tempistiche davvero improponibili per una console moderna a cui viene chiesto di riprodurre un gioco graficamente arretrato, salvato peraltro sulla memoria di sistema.

In conclusione

Concludendo, possiamo dire che i ragazzi della software house milanese hanno avuto delle buone idee durante lo sviluppo di Suicide Guy, ma per via dei notevoli problemi tecnici che affliggono il gioco, non hanno saputo sfruttarle appieno. Si tratta di un vero peccato perché concettualmente questo titolo sarebbe fresco, interessante e pieno di rimandi molto divertenti, ma all’effettivo risulta invece noioso e snervante. Ci spiace Chubby Pixel, sarà per la prossima volta!

Suicide Guy

5

Suicide Guy avrebbe potuto essere un gioco interessante e divertente, ma purtroppo per via dei moltissimi problemi tecnici risulta davvero frustrante e tedioso. Giocandolo si capisce subito che la software house in fase di programmazione ha avuto alcune idee geniali, che però purtroppo non hanno saputo trovare compimento in quest'opera.

Marco Crippa
Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.

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