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Super Crush KO – Recensione, il fascino della semplicità videoludica

Nuove software house là fuori son sempre pronte a debuttare sul mercato con le loro prime opere a basso budget. Tra mille giochi di ruolo ed intricatissimi titoli, molti finiscono per fare il proverbiale passo più lungo della gamba, fallendo con i primi progetti che avrebbero invece potuto – e dovuto – far decollare studi appena nati. Tuttavia, molto spesso ci si rende conto di non aver un capitale infinito a disposizione, tanto meno un team maestro nel settore e a dirla tutta neanche dei mezzi di massima qualità… proprio per questo nascono opere come Super Crush KO.

Il titolo è già disponibile su PC (Steam) e Nintendo Switch – proprio la versione che abbiamo potuto provare a fondo – ed ha un’ammirabile idea di fondo. L’opera non vuole infatti rivoluzionare il settore dei videogiochi o stupire l’intero mondo, ma con molta semplicità ha il compito di portare su schermo un buon prodotto, con poche pretese che però vogliono tutte essere rispettate. Sarà riuscito il team Vertex Pop a fare proprio questo? Scopriamolo insieme nelle prossime righe!

Perenne inseguimento

Super Crush KO si presenta sin da subito in maniera a dir poco scoppiettante ed inaspettata. La protagonista Karen è nella sua cameretta molto tranquilla, in compagnia del suo gattino bianco Chubbz, quando qualcosa di sconvolgente accade. Una parete della casa viene infatti sfondata ed un’aliena con intenti omicidi fa intrusione nell’abitazione.

Super Crush KO

Stiamo parlando di Ann, la quale però alla vista del dolce micio s’intenerisce… decidendo quindi di sequestrarlo. Ripercorrendo i suoi passi, la creatura aliena non perde neanche l’occasione di lasciare nella cittadina una schiera di spietati robot assassini che hanno come unico compito quello di fermare la protagonista dal riprendere l’animale che le appartiene. Immediatamente però la ragazza si prepara ed inizia ad inseguire Ann, con il suo obiettivo finale inciso nella mente e nessuna esitazione a fermarsi.

Abbiamo a che fare con una storia sicuramente non troppo seria, che non vuole certamente essere considerata tale, e che in fin dei conti è utile a strappare qualche sorriso al giocatore. Si tratta fondamentalmente di un pretesto narrativo utile solamente per giustificare un’ambientazione che da sola avrebbe avuto poco senso, e non è proprio il caso di aspettarsi molto al di fuori di qualche simpatica vignetta. Tutta l’avventura di Super Crush KO viene in effetti spinta su un solo e singolo fattore: il gameplay.

Super Crush KO

A suon di pugni e proiettili

Abbiamo a che fare con un picchiaduro 2D a scorrimento laterale, in cui l’unico obiettivo è far fuori tutto quello che si muove, scenario dopo scenario. Moltissime mosse a disposizione, che vengono inoltre incrementate notevolmente nelle prime battute dell’avventura, ed una fluidità nei comandi davvero sorprendente, rappresentano gli assi nella manica della produzione. La difficoltà risulta essere particolarmente bilanciata e si ha sicuramente il tempo per imparare al meglio le molte abilità a dispozione, per poi avanzare nei 20 livelli totali armati di rabbia fino ai denti: bisogna salvare Chubbz!

Le orde di nemici risultano quindi essere all’inizio carne da macello, ma si mostreranno poi come molto di più, con diverse minacce da affrontare che però soffrono purtroppo per un’intelligenza artificiale non in linea con le tradizioni del mercato odierno. Il gameplay dell’opera risulta essere squisitamente divertente e si lascia giocare da solo per tutto il corso dell’avventura, anche nel caso in cui qualche sporadica morte risulti essere in fin dei conti inevitabile.

Super Crush KOTra qualche proiettile e le vari combinazioni, tritare robot è un’attività davvero piacevole ed è indubbio che si vorrà finire l’intera esperienza senza mai staccarsi dallo schermo. Purtroppo, infatti, tale compito sarà assai semplice di svolgere, visto che la durata di Super Crush KO si aggira intorno alle 3 ore, a meno che non si voglia rigiocare qualche livello per ambire a punteggi migliori. Per una produzione del genere, però, del tempo extra e delle annacquature sarebbero state fatali, e viste le poche pretese non è forse neanche il caso di chiedere di più per quest’esperienza già a suo modo perfetta.

Su Nintendo Switch l’opera gira a 60 framerate al secondo che si mostrano come del tutto imprescindibili. Come potete vedere dalle immagini, il comparto grafico non è d’altronde particolarmente elaborato, ma appare comunque molto piacevole ed invitante. In modalità portatile la risoluzione risulta essere tuttavia ben dettagliata, e per quello che riguarda il dock non c’è poi troppo da far notare, anche se ovviamente è praticamente impossibile avere la stessa qualità su schermi più grandi. Il lavoro tecnico portato alla luce dal team di sviluppo risulta insomma promosso a pieni voti.

Super Crush KO

7.6

Super Crush KO è un titolo estremamente semplice, con delle premesse e delle promesse ampiamente rispettate, senza lasciarsi andare a spettacolarità di fondo. Parliamo di un'esperienza che vuole farsi giocare con naturalezza e riesce al 100% in tale scopo, anche se la durata generale dell'avventura appare assai risicata. Tecnicamente il lavoro svolto risulta essere egregio su Nintendo Switch, vista anche il comparto grafico tutt'altro che esoso. Molto spesso puntare alla semplicità può essere la chiave perfetta per riuscire a confezionare un ottimo prodotto che non vuole elevarsi a capolavoro bensì fornire un'esperienza intuitiva ed incredibilmente divertente.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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