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Super Mario 3D All-Stars – Recensione della collection Nintendo

Sul fatto che Super Mario sia un’icona videoludica c’è poco da obiettare: la mascotte Nintendo ha avuto talmente tanto successo da influenzare, indirettamente, l’andamento di altre aziende (vedi Sonic per SEGA). Eppure, nonostante il famoso Jumpman sia a spasso da ben 35 anni, c’è chi lo ama e chi lo odia: se infatti i fan della Grande N continuano ad essere innamorati di questo brand, chi non si trova molto vicino alla filosofia Nintendo definisce i suoi giochi “sempre gli stessi”. Buffo pensare invece che, proprio grazie a Super Mario 3D All-Stars, questa nuova “collection” che raggruppa (di nuovo, dopo già due operazioni simili) alcuni dei migliori giochi di Mario, è possibile vedere quanto il brand sia sempre passato per innovazioni di ogni tipo (specialmente gameplay).

Super Mario 3D All-Stars propone al giocatore tre titoli rimasti nei cuori dei fan: Super Mario 64, primo titolo 3D dedicato al baffuto personaggio, Super Mario Sunshine, quel tropicale capitolo a tratti geniale, e Super Mario Galaxy, l’avventura di Mario nello spazio. Il primo di questi titoli ha proposto la tridimensionalità su un brand prima solo 2D, il secondo ha sperimentato ambientazioni diverse dal solito e un gameplay approfondito, con nuove abilità date al personaggio, mentre Galaxy ha inserito un vero sistema che sfruttava la curvatura dei pianeti come quarta dimensione (oltre che un sapiente uso dei controller Wii). Ora, questo pacchetto (in vendita a tempo limitato), ripropone i tre giochi in versione (leggermente) migliorata su Nintendo Switch: andiamo a vederli uno per uno.

Super Mario 64 e gli odiati 4:3

Dei tre, purtroppo, Super Mario 64 è il capitolo invecchiato peggio: disponibile solo nel classico 4:3, il gioco ripropone il classico di una vita con tante piccole migliorie. I poligoni sono stati rifiniti (seppur poco), è stato rimasterizzato a 720p (sia docked che handheld) ma i 23 anni passati si mostrano tutti, specialmente per quanto riguarda l’estetica. Il gameplay, d’altro canto, rimane intramontabile e sfrutta trovate geniali che ancora oggi vengono utilizzate in titoli moderni. La struttura sandbox, inoltre, differisce di molto dal classico spirito di Super Mario (in 2D), dando libertà totale al giocatore e una storia davvero abbozzata, utile solo a contestualizzare il tutto. Persino l’avanzamento, molto più legato all’esplorazione che al semplice avanzare, aggiunge uno spirito diverso e riesce talvolta a farci capire come, da quel lontano 1997, Nintendo abbia portato avanti i vari capitoli 3D di Super Mario con un unico fil rouge che, di volta in volta, portava l’asticella del brand un passo più avanti.

Non si può parlare invece troppo bene dei comandi, adattati al controller Switch ma gestiti da una telecamera davvero mal strutturata: nel ’97 questo era più che normale, ma un aggiustamento di questa in Super Mario 3D All-Stars avrebbe giovato non poco al titolo. Tutto sommato, non siamo davanti ad un remake del titolo (quindi è inutile lamentarsi di texture e poligoni non aggiornati) ma ad un’eccellente remastered di un titolo che, nonostante gli anni, sa ancora farsi rispettare. Peccato per la lingua italiana assente.

Super Mario Sunshine e la strana ambientazione

Il capitolo più atteso di questa trilogia è senz’ombra di dubbio Super Mario Sunshine, il titolo Nintendo uscito per GameCube: complice una location particolare e un successo ridimensionato della console, il gioco non fu tanto apprezzato da molti. Questo non fermò però i fan del brand, che con Sunshine trovarono un titolo moderno, con una grafica all’altezza della potenza del GameCube e delle meccaniche di gioco diverse, fresche: lo SPLACC 3000 (che segue la moda di quegli anni 2000 dove Nintendo amava mettere zaini ai suoi personaggi, vedi Luigi’s Mansion) permette infatti di pulire il disastro fatto sull’isola di Delfinia, davvero fantastica all’epoca e ora ancora meglio. Il gioco, infatti, si propone in un 720p handheld e 1080p docked con 30 frame fissi (risolti infatti i problemi di calo che aveva l’originale) e 16:9 di ratio.

La vera magia di questo Super Mario Sunshine, già più indietro nel tempo di Galaxy (che ha avuto dalla sua una base installata di Wii impressionante), è il suo saper stare al passo coi tempi tutt’oggi: le dinamiche di gioco sono invecchiate benissimo, proponendo un titolo che solo chi conosce la sua storia saprebbe definirlo di qualche generazione fa. I comandi sono ben strutturati (fatta eccezione per la mira, legata ancora a dogmi del passato in disuso) e il gioco si ripropone nel suo sandbox davvero ben strutturato.

Super Mario Galaxy e il Wiimote

Come una costante evoluzione, Super Mario Galaxy è il più recente dei tre giochi in Super Mario 3D All-Stars e il più vicino a Super Mario Odyssey: un gioco che metteva tutto nell’uso geniale dei controller del Wii, che ora invece vengono sostituiti dai due Joy-Con. Di questa caratteristica però non potrete fruire su nintendo Switch Lite o quando giocate in portabilità: per questo il gioco adatta alcuni comandi al touchscreen, danneggiando un po’ quella magia che si presentava con l’originale. Super Mario Galaxy è anche il gioco che ha reso Super Mario 3D ricco di contenuti, di bonus e di tante sfide sempre più strutturate: i controlli ora sono molto più fluidi e ben rifiniti, e tante meccaniche di gameplay abbandonano l’utilizzo di un qualche gadget strano all’interno del gioco in favore del Wiimote e del Nunchuck.

Tecnicamente, il gioco già faceva faville su Wii, e per questo non c’è stato da fare tanto lavoro per il porting su Switch, ora aiutato solo dalla risoluzione in HD (che però potreste già aver provato inserendo il titolo originale dentro una WiiU). Al contrario le cutscene, che su Wii e WiiU mostravano un po’ di difetti, ora sono state rifinite e migliorate, rendendo tutto più “liscio”. La risoluzione rimane la stessa di Sunshine: 720p handheld, 1080p docked.

Super Mario 3D All-Stars

Super Mario All-Stars: l’idea del concept

Appena annunciata questa collection, subito il popolo è insorto urlando a paragoni tra remake come Crash, remastered di alto livello e questo Super Mario 3D All-Stars, additando Nintendo come un’azienda che vuole solo speculare su prodotti vecchi e non ritoccati. Serve giocare questa raccolta per capire il lavoro dietro a titoli simili: le idee, il concept e tutto quello che hanno amato i fan del baffuto personaggino sono pezzi di storia del videogioco, prodotti di epoche diverse che, come una macchina del tempo, fanno viaggiare i nuovi giocatori e i vecchi affezionati in mondi fantastici (che i fan chiedevano ormai da anni).

Già solo avere Super Mario Sunshine su Switch è fantastico, e provare anche 64 e Galaxy (con annessa soundtrack ascoltabile dal menù di tutti e tre i titoli) rende questo titolo un must per i fan. Parliamo di 60€ di costo per una raccolta di tre giochi: un prezzo davvero abbordabile se pensiamo che ognuno di questi tre titoli ci costerebbe, in pratica, 20€. Per il resto, davanti abbiamo un’operazione che va avanti ormai da decenni: il brand All-Stars già in passato permise ai giocatori del Super Nintendo di provare i classici Super Mario del Nintendo, e per i 25 anni una cosa simile venne fatta per Wii, proponendo classici titoli dell’icona. Nel 2020, quando ormai il Mario tridimensionale è così ben diffuso e ispirato (basta vedere i vari titoli usciti, tra il sequel Galaxy 2, i titoli 3D Land e World e il recentissimo Odyssey), è necessario avere accesso a questi prodotti che, in barba a tanti altri titoli dell’epoca, sono invecchiati dannatamente bene.

Super Mario 3D All-Stars

9

Una collection che non è un remake, capace di proporre tre titoli storici del famoso personaggio Nintendo in chiave tridimensionale: Super Mario 64 racconta la storia di questo brand mentre Super Mario Galaxy ripropone una perla non troppo vecchia sulla nuova piattaforma Nintendo. La vera ciliegina di questo trittico è Super Mario Sunshine, titolo particolare per ambientazione e meccaniche di gioco, richiesto a gran voce dai fan e ora pronto a tornare rifinito in ogni particolare.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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