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Tethered Recensione

Anche se non è una delle prime domande che ci si farebbe indossando un visore per la realtà virtuale, è impossibile non essere curiosi di sapere come ci si può sentire agendo da vero e proprio Dio. Probabilmente è la stessa domanda che si è posto il team di Secret Sorcery quando ha ideato Tethered, che dall’alto della nostra onnipotenza ci metterà al comando di una civiltà di simpatici esserini chiamati Peep. Negli ultimi giorni il titolo è stato riproposto su PlayStation 4 in una versione dedicata non solamente alla realtà virtuale, ma giocabile anche senza l’onerosa periferica di casa Sony. Quali saranno i nostri compiti? Come saremo in grado di esercitare il nostro potere?

tetheredDivinità satellite

Che sia esattamente questa la fonte di ispirazione di Secret Sorcery non ci è dato sapere, ma è anche improbabile che si tratti di una coincidenza. Il Tethered è una tipologia di satellite orbitante nello spazio, che ha come caratteristica l’essere collegato ad un altro tramite un cavo (chiamato appunto Tether). Le similitudini sono infatti moltissime: noi reciteremo il ruolo dello “Spirito Guardiano”, una sorta di divinità capace di donare la vita grazie ai suoi poteri, oltre a poter sfruttare a proprio piacimento gli effetti atmosferici. Non è dunque difficile immaginare che da spirito quale siamo, controlleremo tutto e tutti i nostri Peep dall’alto, spostandoci di nuvola in nuvola per cambiare la prospettiva. Ma dove sono i fili? Questi saranno la base del gioco, ovvero starà a noi connettere i nostri esserini alle azioni o agli edifici su cui lavorare, ed è sempre grazie a questi fili che potremo trascinare ed utilizzare le nuvole con gli agenti atmosferici.

Fiat Lux

E’ dunque così che ci troveremo ad essere gli artefici di una bizzarra avventura. Il nostro scopo sarà arrivare ad una situazione tale che la nostra colonia di Peep sia organizzata al massimo (procurandosi risorse e cibo), ma che riesca a difendersi durante la notte, ovvero il momento in cui delle orribili creature attaccheranno. Prima di procedere però, dobbiamo fare qualche passo indietro. Il terreno che avremo a disposizione su queste fluttuanti isole non è fertile fin da subito, ma saremo noi da divinità provette a far diventare il territorio più verde e rigoglioso. Le nostre creaturine sono degli animaletti che nascono da delle uova, che hanno bisogno di calore per schiudersi… ma attenzione! Le uova marroni diventano cattive… Una volta che avremo almeno un Peep, potremo dar lui degli ordini, che sia covare un uovo per permettere alla propria specie di diventare più numerosa, costruire degli edifici che ci aiuteranno nei lavori di raccolta, ma anche che servino ad armare le nostre creaturine per la notte. Ovviamente è importante gestire tutto al massimo delle possibilità ed essere sempre pronti a quello che può succedere. Anche se le meccaniche base di Tethered sono semplici, riuscire a trovare un equilibrio fin da subito non è affatto facile.

Lux Facta Est

Ovviamente ciò che ci interessa di più è il gameplay. Come già visto nei mesi scorsi, la realtà virtuale riesce a regalare un’esperienza appagante in tutte e 13 le mappe che il gioco ci propone, riuscendo a sfruttare i suggestivi colori insieme ai cambi di prospettiva. Possiamo dire senza peli sulla lingua che anche l’esperienza senza VR è di buona fattura, anche se viene meno quell’immersione tipica che in un titolo come Tethered ha più senso che mai che esista. Anche se il motion control dei PlayStation Move risulta difendersi bene, con il pad purtroppo non riusciamo ad avere una qualità pari. Tralasciando la lenta e poco funzionale modalità con gli analogici, utilizzeremo il motion control del nostro pad, che purtroppo in molte occasioni risulta impreciso costringendoci a ricentrare la telecamera. Questo purtroppo mina drasticamente il comfort del giocatore, rischiando di essere impreciso nelle fasi del gioco in cui siamo attaccati dalle creature ostili. A parte gli svarioni legati al controllo però, tecnicamente l’Unreal Engine 4 riesce a sorreggere il carico del gioco senza troppa fatica, mantenendo stabili le prestazioni. In quanto a grafica e level design il titolo si presenta artisticamente piacevole, senza osare in sfarzosità eccessiva, ha fatto dei colori e della semplicità un’eccellenza visiva, che difficilmente stanca la vista del giocatore anche dopo sessioni prolungate.

Modus Operandi: Questa recensione è stata redatta dopo aver sbloccato tutte le isole, utilizzando come console una PlayStation 4.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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