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The Amazing American Circus – Recensione, il deck-building incontra il circo americano

Se cercate la singolare combinazione di un gioco di carte con un gestionale, nella nostra recensione The Amazing American Circus vi spieghiamo perché potrebbe essere una proposta interessante, ma in che modo? Il titolo sviluppato ed edito Klabater è un esperimento interessante, non unico nel suo genere ma originale per l’accoppiata mondo circense – deck building. Il nostro ruolo in quanto giocatori sarà quello di gestire il nostro piccolo circo di famiglia, ereditato dopo la morte di nostro padre: inaspettatamente decideremo di prendere le redini dell’attività, con la speranza di riuscire a tirarne fuori qualche soldo. Una narrazione sincera e anche piuttosto divertente.

Ma com’è il prodotto a livello tecnico? Il gameplay merita veramente? Nella nostra recensione di The Amazing American Circus ve ne parliamo nel dettaglio, dando spazio ad alcuni dubbi che hanno percorso la nostra run e che non ci hanno permesso di godere pienamente della nostra piccola avventura, in giro per gli Stati Uniti.

https://youtu.be/wVXT7dS7YGE

L’inizio della nostra impresa: dalle stalle alle stelle

Come abbiamo già annunciato, la nostra avventura comincia a causa di un evento funesto: il padre del protagonista viene a mancare, dopo il funerale il – molto americano – zio Jack viene a ricordarci del piccolo investimento familiare e del significato che avrebbe prendere in mano la situazione, facendo crescere il circo a nostro nome. Un breve pensiero, un’occhiata agli artisti e alla possibilità di ingranare economicamente ci bastano a metterci sulla strada del tanto agognato successo.

Nella speranza di diventare benestanti (o addirittura ricchi) ci inizieremo a muovere per tutti gli Stati Uniti proponendo il nostro spettacolo itinerante in lungo e largo. L’inizio sarà tutto fuorché roseo: artisti scarsi, attrezzatura malandata e pochi soldi a disposizione per migliorare… ma è pur sempre un inizio! L’intero The Amazing American Circus si baserà sulle nostre scelte per quanto riguarda: artisti, carte da usare, acquisti per il cast, dal cibo fino ai potenziamenti.

The Amazing American Circus recensione

Gestire il team e pensare al deck-building sono il nostro scopo principale. Cominceremo con soli tre artisti e un “Misfit” (L’uomo Lucertola), ma per comprendere davvero le regole bisognerà spingersi molto più in là, dando spazio a strategie, a scelte mirate durante e dopo lo spettacolo. Inoltre i match sono scanditi dagli “Atti” durante l’esibizione dei circensi, fasi dello scontro che tendono a crescere insieme alla difficoltà. Nulla è scontato e soprattutto nulla è semplice come potreste pensare dai primi tentativi, ma questo non va a favore di The Amazing American Circus.

Il videogioco propone un numero di attività differenti tra di loro, mette tanta carne al fuoco pur essendo stato realizzato con un budget piuttosto striminzito. Il problema maggiore di per sé non riguarda l’idea di base o il fatto che si un card-game, ma il lato tecnico e il livello di intrattenimento che viene offerto al giocatore. Insomma, c’è tanto materiale da sfruttare e gli sviluppatori hanno tentato di rendere ogni elemento appetibile per il proprio pubblico, ma il titolo funziona? Vediamo più da vicino i dettagli tecnici.

Tanto impegno, poco divertimento

 

Cosa rende il videogioco differente dal cinema o dalla televisione? La possibilità di divertirsi non solo osservando ciò che c’è sullo schermo ma anche interagendo con esso; e se da un lato in The Amazing American Circus c’è un fattore d’interazione molto forte, dall’altro manca inaspettatamente quello del reale piacere di giocare, in particolare modo per quanto riguarda le fasi del gioco di carte, che sono predominanti. Una spiacevole sorpresa, piuttosto negativa.

The Amazing American Circus recensione

Una volta allestito il nostro spettacolo, decisa la pubblicità da fare per tutta la città e gli artisti da schierare sul palco in base ai nostri nemici – il pubblico, sempre diverso – non rimane altro che “combattere”: le azioni dei circensi devono letteralmente stendere chi è venuto a vedere il nostro piccolo spettacolo, altrimenti la partita è terminata. Non solo i match diventano sempre più lunghi, ma sono legnosi e anche poco attraenti da osservare: le animazioni sono scarne, la colonna sonora è superficiale e dimenticabile, i turni vanno avanti in maniera flemmatica.

Purtroppo si tratta di una pecca importante che mina il gioco proprio alla base, così come le cut-scene o il video del menù principale che girano a una qualità pessima a causa della bassa risoluzione; talmente bassa da far notare in pixel su uno schermo medio. Peccato per l’idea interessante alla base di The Amazing American Circus ma, ahimé, c’è poco da salvare nel gameplay, che diventa difficile da sopportare in una run longeva. Altro punto a sfavore del titolo: non è presente la lingua italiana e le cut-scene sono anche senza sottotitoli. Una spiacevole combo, a condire un prodotto già abbastanza difficile da digerire.

The Amazing American Circus Recensione

5.8

The Amazing American Circus è un titolo che parte da un'idea interessante e potenzialmente intrattenitiva: unire il mondo circense - e la gestione del proprio circo - al deck-building. Purtroppo nonostante la molta carne al fuoco e l'impegno evidente del piccolo team di sviluppo il gameplay e il reparto tecnico rimangono un tasto dolente piuttosto importante. Il videogioco si basa quasi interamente su questi scontri tra artisti e pubblico durante gli spettacoli circensi: le dinamiche del gioco di carte sono lente, poco intuitive, legnose e anche poco attraenti da osservare. Mancando realmente un lato intrattenitivo, che permetta di spendere ore di effettivo divertimento, non possiamo fare altro che penalizzare il titolo in generale nonostante la grande creatività. ;s

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