VideogiochiRecensione

The Elder Scrolls Online Blackwood – Recensione della nuova espansione

Per quanto possa sembrare strano, cimentarsi nella recensione di The Elder Scrolls Online Blackwood è un compito particolarmente arduo. Il lavoro del critico è quello di analizzare il titolo nella sua interezza e complessità, andando a cercare e analizzare i punti di forza e di debolezza per poi trarre delle conclusioni soggettive che devono avvicinarsi quanto possibile all’oggettività. L’espansione Blackwood mi ha messo non poco in difficoltà in tal senso, perché dopo molti anni passati a giocare a The Elder Scrolls Online – e a scrivere recensioni – stavolta il dissidio concettuale tra soggettività e oggettività è molto forte, quasi limitativo. Il problema è che Blackwood è un’espansione come tantissime altre e non riesce a differenziarsi in quasi nulla. Da un’altra parte, però, è perfetta così come si presenta e oggettivamente non ha bisogno di molto più per farsi apprezzare dai giocatori dell’MMORPG targato Bethesda.

Blackwood è un tassello anonimo della grande regione di Tamriel

I primi cenni di mancanza d’originalità possono essere trovati direttamente nella nuova mappa di gioco. La regione di Blackwood è identica a moltissime altre già viste in The Elder Scrolls Online e l’ambientazione generale soffre di una palese piattezza: illuminazione, asset, nemici e segreti sono eccessivamente riconducibili a quelli di moltissime altre regioni di Tamriel, incluse le recenti aree della Skyrim occidentale. Ci è mancata davvero molto l’unicità dell’area di Elsweyr, la sua caratterizzazione distintiva capace di dare al giocatore una concreta sensazione di particolarità, trasparendo al contempo anche un lavoro di level design certosino e mai superficiale. Al contrario, infatti, Blackwood pare una mera reinterpretazione di altre zone del continente e questo fattore potrebbe saltare particolarmente all’occhio di un utente con molte ore di gioco su The Elder Scrolls Online.

Chi invece si è approcciato solo di recente all’MMORPG di Bethesda vedrà la regione sotto un punto di vista completamente diverso. Come abbiamo detto precedentemente, infatti, questa espansione ci ha messi in difficoltà proprio per questo motivo: considerata e valutata nella sua singolarità, Blackwood rappresenta alla perfezione ciò che The Elder Scrolls Online è diventato nel 2021, nei suoi pregi e difetti. Non possiamo certo nascondere che ha rivelato una grande quantità di missioni secondarie, una discreta dose di segreti e un altrettanto soddisfacente vastità. 

The Elder Scrolls Online Blackwood

The Elder Scrolls Online Blackwood: il successo con narrazione e personaggi

Inoltre, dettaglio ancor più importante ai fini di una corretta valutazione, c’è anche da considerare che la regione fa da palcoscenico a un ottimo comparto narrativo, per fortuna qualitativamente superiore a quello della precedente espansione. Gettando le basi sul prologo Flames of Ambition, il nuovo arco narrativo de I Cancelli dell’Oblivion vuole immergere il giocatore in tematiche molto più oscure, riportando in auge in The Elder Scrolls Online uno dei regni più temuti dell’intera serie. La storia principale di Blackwood ci fa conoscere alcuni dei luoghi più importanti dell’omonima regione e ci riesce, costringendoci indirettamente a spostarci da un posto all’altro, ora per sconfiggere dei nemici, ora per esplorare dei dungeon che – spoiler – saranno caratterizzati meravigliosamente.

Lo stesso può esser detto per i personaggi, qualitativamente ottimi e finalmente studiati a tavolino al fine di creare una giusta correlazione tra il loro aspetto, il loro ruolo nella storia e i loro dialoghi. Blackwood è riuscito con successo a strutturare delle figure rilevanti alla fine di un completo apprezzamento e arricchimento del comparto narrativi mettendo su uno spettacolo di emozioni contrastanti, intrighi e una varietà razziale che ci ha ricordato la già citata diversificazione di Elsweyr. Senza poi dimenticare la grande qualità del doppiaggio, con delle voci perfette per i personaggi cui sono rilegate. Ci saranno figure che ameremo, altre che odieremo e altre ancora di cui non sapremo fino a che punto fidarci: i personaggi di Blackwood sono una rappresentazione delle fantastiche capacità creative di Bethesda e ZeniMax Media, che ancora una volta sono riusciti a confezionare un comparto narrativo diversificato, mai scontato e soprattutto longevo, dato che ci sono volute circa sei ore per completare la main quest. Insomma, per riassumere la storia e i personaggi con un solo aggettivo: ottimo.

The Elder Scrolls Online Blackwood

A far da contorno alle missioni principali ci sono poi le secondarie, anch’esse avvantaggiate da una buona quantità e qualità generale. Come potreste immaginarvi, però, sebbene anche queste se prese nella loro singolarità possano risultare decisamente valide, come quasi tutto il resto dell’espansione non riescono a metterci di fronte a qualcosa di completamente nuovo. In breve, sono le solite quest secondarie. Riduttivo? Indubbiamente, ma non c’è alcun altro modo per descrivere delle missioni senza dubbio dimenticabili e dallo spessore ampiamente ridotto rispetto alla storia principale.

Benvenuti nell’Oblivion

Il precedente DLC, Flames of Ambition, ci aveva portato all’interno di ben due dungeon, gettando le basi narrative per quello che è oggi la trama di Blackwood. I nuovi labirinti dell’espansione, così come gli ultimi, sono allo stesso modo ben caratterizzati e definiti, sia per quanto riguarda il level design e la conseguente caratterizzazione ambientale, che per i nemici che troveremo al loro interno. Al contrario della regione, infatti, il maggior livello di differenziazione può esser ritrovato proprio all’interno dei dungeon, il cui punto di forza è la varietà di scenari e soprattutto di nemici da combattere. Peccato per l’assenza di dinamiche o meccaniche uniche, che potrebbero rischiare di far finire nel dimenticatoio questi livelli molto presto.

La punta massima raggiunta da Blackwood, però, sono i nuovi dungeon ambientali, i VERI cancelli dell’Oblivion. Bethesda ha voluto far qualcosa di differente con gli eventi pubblici dell’ultima espansione, ideando e strutturando un inedito sistema di teletrasporti che portano il giocatore in uno dei piani del regno daedrico. Cosa rende così speciale questo modello di eventi pubblici? L’apparizione dei portali nel mondo di gioco è completamente casuale, avviene senza effetti visibili su lunghe distanze e senza alcun rumore. Inoltre, le aree che troveremo dopo esser entrati al loro interno sono sempre differenti, quasi totalmente randomiche.

The Elder Scrolls Online: Flames of Ambition

Se vi stavate chiedendo se l’elemento della casualità sia un giusto approccio ai nuovi eventi pubblici, pensate al potenziale collaborativo che richiederà da parte dei giocatori: una volta trovato da qualcuno, quello stesso utente segnalerà a tutti gli altri nella zona la posizione, così da poter affrontare insieme ad altri i potenti nemici che si trovano al suo interno, così da poter mettere le mani sulle ricompense finali. Quando puntiamo il dito verso la mancanza di originalità, diversità e varietà, è proprio perché vogliamo vedere cotanta attenzione, da parte del team di sviluppo, nella realizzazione di elementi ludici così speciali e incentrati sull’aspetto cooperativo di The Elder Scrolls Online. 

L’MMORPG, peraltro, si è recentemente aggiornato con l’introduzione di nuove componentistiche atte ad aumentare il tempo di gioco e a migliorare il sistema di rewarding. Parliamo dei Seals of Endeavor, il corrispettivo delle taglie di Destiny 2 o delle sfide di Call of Duty: Black Ops Cold War. Come potreste immaginare, infatti, abbiamo di fronte missioni giornaliere o settimanali che al completamento ricompenseranno gli utenti con diversi premi. Un funzionamento semplice, basilare e conosciuto, che si sposa alla perfezione con la natura da Game as a Service di The Elder Scrolls Online, ma con un difetto decisamente evitabile: per ottenerle dovrete essere abbonati a ESO Plus, altrimenti potete anche dimenticare queste ricompense. Sebbene da una parte questo sistema ha il potenziale di valorizzare ulteriormente il servizio aggiuntivo del titolo, crediamo che dare a tutti i giocatori la possibilità di prenderne parte avrebbe portato maggiori vantaggi sia a loro che a Bethesda, dato che più utenti sarebbero stati invogliati a giocare più a lungo.

The Elder Scrolls Online: Blackwood

7.3

Quella che abbiamo davanti è un’espansione come tantissime altre in The Elder Scrolls Online, che non riesce a brillare in unicità come invece potrebbe e vorrebbe. Si perde nell’anonimato portando ai giocatori la solita nuova mappa e le solite nuove quest, arricchendo l’offerta con ben poche novità. Tuttavia, per quanto secondarie possano essere, le introduzioni sono decisamente di buona fattura, regalando la giusta unicità che l’opera necessita e chiede a gran voce da ormai molto tempo. Gran parte delle critiche fatte all’espansione sono giustamente fatte alla luce delle precedenti, ma se la analizziamo singolarmente Blackwood non lascia intravedere particolari problemi e si presenta come una valida continuazione di The Elder Scrolls Online. La domanda rimane la stessa, però: quand'è che Bethesda deciderà di iniziare a migliorare concretamente il suo MMORPG?;s

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche