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The Falconeer – Recensione, pronti a solcare i cieli?

Tra i vari titoli che hanno accompagnato il lancio delle nuove console di casa Microsoft e Sony, figurano produzioni notevolmente differenti tra loro e pensate per avvicinarsi un po’ ai gusti di tutti. Tra sparatutto, JRPG, open-world, platform e chi più ne ha più ne metta, c’è solo l’imbarazzo della scelta, una line-up di buona qualità – seppur deficitaria lato Xbox Series X per l’assenza di qualche esclusiva sufficientemente forte – tra i cui titoli è possibile imbattersi anche nell’interessante The Falconeer. La produzione indipendente creata da Tomas Sala (che ha lavorato in solitaria nella realizzazione dell’intero progetto) è infatti stata pubblicata sia su PC che sulle nuove macchine da gioco targate Microsoft, portando quindi sulle proprie spalle un fardello assai pesante, intrattenere un’utenza affamata di novità e che si aspetta solo il meglio dalla Next-Gen appena approdata nelle nostre case… ma il titolo sarà stato all’altezza delle aspettative? Per scoprirlo non dovete fare altro che continuare a leggere.

Sull’orlo del precipizio

In un mondo quasi interamente dominato dall’oceano, lì dove vari popoli vivono in quelle poche terre che non sono state inghiottite dal mare, interi imperi sono andati sviluppandosi nel corso dei secoli creando fortezze pensate per sfruttare ogni più piccolo spazio disponibile. Con il passare del tempo, però, la situazione politica dell’intero globo è andata irrimediabilmente peggiorando a causa di spazi asciutti dove costruire sempre più esigui, e lo scontro aperto che sembra oramai inevitabile. Sarà in questo gravoso contesto che avrà inizio la storia del nostro protagonista (anzi, i nostri), un falconiere, signore del cielo che insieme al suo fidato compagno – un falco gigante, per l’appunto – si occupa di solcare i cieli e assicurarsi che l’ordine regni sovrano tra i vari popoli. Quella dei falconieri è a tutti gli effetti una carriera di pregio a cui solo i combattenti più disciplinati e capaci possono ambire, con compiti che vanno dal semplice portare messaggi fino al vero e proprio scontro aperto contro pirati e creature più o meno pericolose.

The Falconeer

Ciò che si evince fin dai primi secondi in-game è il forte desiderio da parte di Tomas Sala d’esporre con grande chiarezza e dovizia di particolari tutto il contesto sociopolitico che caratterizza Grande Ursee (questo il nome del pianeta che andremo esplorando), anche a discapito dello stesso protagonista. Ogni capitolo dell’avventura ci porterà infatti a passare da un falconiere all’altro, scelta che se da una parte contribuisce a darci una chiara visione delle varie e intriganti sfaccettature di regni e popoli coinvolti nella crisi, dall’altro lato rende difficile per l’utente affezionarsi ai protagonisti, i quali occupano fin troppo poco spazio su schermo per potersi esprimere con sufficiente convinzione. Quello che viene così presentandosi è un contesto narrativo particolarmente interessante e coinvolgente, per quanto affiancato da un cast di personaggi non particolarmente approfonditi, una scelta ben precisa e presa con piena consapevolezza che saprà fare la gioia di molti… scontentando nel mentre tanti altri.

Un’aquila per amica

Da un punto di vista più spiccatamente ludico, The Falconeer si configura come un vero e proprio sparatutto tra i cieli, lì dove dovrete destreggiarvi in agguerriti scontri per avere la meglio contro i tanti pericoli che vi si pareranno innanzi. Tra mostruose creature, imponenti corazzate e altri falconieri pronti a farvi la pelle, avrete solo che l’imbarazzo della scelta, il tutto supportato da un sistema di controllo indubbiamente ben riuscito e che mescola il giusto mix d’arcade e simulazione,così da offrire la giusta dose di divertimento tra una piroetta e l’altra ma impreziosendo il tutto con una palpabile richiesta di controllo, con l’utente finale che dovrà comunque faticare per portare a casa la vittoria. L’effetto appare indubbiamente spiazzante in un primo momento, ma quando si prende familiarità con i controlli diviene possibile lasciarsi andare ad acrobazie aeree particolarmente spettacolari; lanciarsi in picchiata contro un avversario e finirlo raccogliendo dall’oceano in burrasca qualche detrito da utilizzare come vero e proprio missile, solo per poi rialzarsi in volo e finire nel cuore di una tempesta per acquisire velocità e seminare il pericoloso nemico che si trova alle nostre calcagna è un’esperienza assai appagante.

The Falconeer

Detto questo, è quindi un peccato constatare come l’esperienza sia afflitta da una generale monotonia di fondo che si prova con forza fin dai primi livelli. Il cambio di personaggio tra una missione e l’altra non porta infatti ad alcuna vera differenza in termini pratici, se non per alcuni potenziamenti acquistabili che possono offrire degli utili bonus: un’occasione sprecata che contribuisce a rendere i vari scontri affrontabili fin troppo simili tra loro. Come se ciò non bastasse, la varietà di situazioni è ridotta all’osso, con il giocatore che per la quasi totalità del tempo dovrà muoversi da un punto all’altro della mappa affrontando qualsiasi malcapitato dovesse pararglisi innanzi. Questa pochezza di varietà si farà sentire con estrema forza soprattutto nelle battute finali dell’esperienza, dove si nota una forte mancanza di coraggio in favore di una riproposizione di situazioni già viste più e più volte nel corso di tutta l’avventura.

Per quanto concerne invece il comparto tecnico, The Falconeer fa ampio uso di una grafica low-poly particolarmente azzeccata e che contribuisce a nascondere le sbavature di un progetto sorretto da un budget tutt’altro che elevato. Certo, in alcune occasioni capita comunque di vedere qualche ambiente fin troppo spoglio, ma il lavoro posto nel comparto animazioni di tutte le creature presenti e nei giochi di luci e ombre che caratterizzano gli eventi atmosferici – o, ancora, l’alternanza giorno/notte – che andranno presentandosi in tempo reale, contribuiscono a offrire scorci particolarmente evocativi, vuoi anche per una direzione artistica particolarmente riuscita. A chiudere il tutto ci pensa infine un lavoro audio convincente, vuoi per un doppiaggio inglese di buona qualità, vuoi per un’effettistica di spessore e una colonna sonora che segue degnamente le nostre vicende.

The Falconeer

7.2

Con The Falconeer, Tomas Sala ha saputo realizzare una produzione di qualità e sicuramente capace d’offrire diverse ore di sano divertimento videoludico. Una grande attenzione al contesto sociopolitico che fa da sfondo alle vicende narrate e una struttura di gioco solida e in grado di presentare il giusto mix tra arcade e simulazione rappresentano le colonne portanti dell’avventura, la quale sfoggia inoltre una componente audiovisiva indubbiamente soddisfacente. Purtroppo, però, l’assenza di un protagonista sufficientemente forte e di meccaniche ludiche capaci di diversificare l’esperienza minano in parte i pregi della produzione, la quale avrebbe sicuramente potuto ambire a livelli produttivi ancor più elevati con giusto un po’ di lavoro in più.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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