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The Last of Us Parte 2: ecco perché il suo 10 è più che giusto

Non sono abituato a scrivere articoli “di pancia”: forse reputo che l’oggettività, sebbene difficile da raggiungere in alcuni pezzi, sia la vera protagonista di recensioni, anteprime e quant’altro. Eppure The Last of Us Parte 2 è da 10 perché riesce a toccare alcune corde decisamente poco obiettive, ma così comuni che allo stesso tempo è difficile definirle di nicchia. Quindi proviamo a fare questo esperimento: vi ho già parlato nella mia recensione, nel modo più oggettivo possibile, di The Last of Us Parte 2, e come me molti altri colleghi (italiani e non) hanno assegnato una votazione pari a 10 a questo titolo. Ovviamente la rete è subito esplosa, urlando cose senza senso su Sony che paga i recensori oppure su Naughty Dog che ha deciso di adattare il titolo alle richieste LGBT (non sto inventando, queste informazioni fanno parte di un tweet che ho scovato in rete).

Uno dei migliori giochi di sempre

The Last of Us Parte 2 si è meritato senza dubbio questo epiteto in quanto, seppur con delle piccole problematiche, è a tutti gli effetti qualcosa di unico. Non unico come fu Death Stranding e il suo gameplay, né tanto meno unico come fu la complessità di Red Dead Redemption 2 (altri due giochi a cui abbiamo assegnato un 10). È invece unico per la sua violenza, il suo modo di raccontare le cose. Non è stato facile per me finire il gioco, ogni passo era un pugno allo stomaco, e ogni secondo che passava generava in me ansia proprio per il suo voler essere nudo e crudo: in The Last of Us può succedere di tutto, lo abbiamo già imparato nel primo capitolo, ma in questo secondo la cosa diventa ancora più vera. La paura di vedere qualche duro colpo sentimentale arrivarmi in volto dalla trama è stata una cosa che mi ha spaventato per tutta l’esperienza, e mai prima d’ora mi era successa una cosa simile.

Ho addirittura pensato che, una volta conosciuta la trama, l’esperienza si sarebbe alleggerita: ho per questo motivo provato il gioco a modalità più difficili, ma è successo l’esatto opposto. Il fatto di poter morire più facilmente e il sapere già cosa succedeva mi ha solo arrecato meno ansia, ma non ha cambiato quel senso di disturbo che fa proprio parte delle feature del gioco. The Last of Us Parte 2 è brutale, ricco di emozioni e di sentimenti: delle lacrime sono scese più volte durante l’esperienza (e non sempre per cose negative), mentre addirittura alcune situazioni hanno permesso al gioco di connettersi empaticamente con me sfruttando una simulazione “traumatica” ai limiti del reale. L’esperienza personale del giocatore è sicuramente importante, e per questo alcune scene si sono collegate in modo indissolubile ad alcune mie esperienze, portandomi a passare i successivi 3 giorni dopo la fine del gioco in uno stato ai limiti del catatonico. Per carità, non sto dicendo che un gioco simile mi ha distrutto la vita, ci mancherebbe, ma mi ha decisamente scosso più di quanto può aver fatto qualunque altro gioco o film.

Rispetto

Potete stare tranquilli: The Last of Us Parte 2 non ha rovinato nulla. Nel gioco c’è un profondo rispetto e omaggio verso gli avvenimenti e i personaggi del primo capitolo, e potrete giocarvi il titolo senza avere ansie su eventuali momenti “non rispettosi” verso il resto. Anzi.

Il modo in cui il tutto viene raccontato non solo dà ampio spazio a tanti nuovi personaggi interessanti, ma approfondisce quelli che già conosciamo in modi che nemmeno avremmo potuto immaginare: non lo fa con le parole o con i dialoghi, ma con una somma di cose, delle quali fanno parte anche la mimica facciale, la musica, le ambientazioni. Non c’è altro che posso dire senza rompere eventuali embargo, per questo motivo tutto il resto dovrà arrivare dopo il 19 di giugno.

The Last of Us Parte 2

Gli spoiler usciti su Reddit

Una brutta storia ha macchiato questo gioco: un po’ prima della sua uscita, su internet sono comparse delle scene leak con degli spoiler molto pesanti: subito Neil Druckmann, Troy Baker e tanti altri hanno evidenziato di non dargli peso, ma ovviamente molti fan hanno un po’ perso interesse. Non vi rivelerò se quegli spoiler in realtà fossero veri o meno, ma vi dirò solo una cosa: contano meno che zero. The Last of Us Parte 2 va giocato, e solo in questo modo può fare la sua magia. Uno spoiler può rovinare l’esperienza, ma quella di questo gioco fa molto affidamento sul gameplay, non nella definizione di semplice insieme di feature, ma proprio di interazione tra gioco, personaggi e giocatore. Quindi state tranquilli, godetevi questi ultimi giorni, perché dal 19 potrete mettere mano su uno dei giochi più belli di sempre, e nel farlo non dovrete aver paura di ciò che avete scoperto: il titolo vi trasmetterà gli stessi sentimenti , le stesse ansie e le stesse emozioni che avrebbe fatto senza spoiler.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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