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The Medium – Recensione della versione PlayStation 5

Se avete già letto la nostra recensione di The Medium nella sua versione originaria, ovvero quella per le console Xbox Series X ed S, vi sarete resi conto che la creatura di Bloober Team vive di alti e bassi, dove alcune idee incredibilmente intriganti si sono contrapposte a vari difetti che ne hanno indubbiamente abbassato la qualità. Un vero peccato, perché le potenzialità, la passione, e la voglia di offrire un titolo da lode c’erano tutte. Con questo non vogliamo dire che sia stato tutto da buttare, anzi, ma che date le aspettative desiderare qualcosa in più non era utopia. Arrivati a settembre, The Medium è ora disponibile anche per i possessori di PlayStation 5, versione che non differisce granché da quella che abbiamo già avuto modo di analizzare, ma che guadagna qualche piccolo punto grazie ad una delle peculiarità della console stessa, o meglio, del suo controller.

The Medium

Dualismi

Nonostante il titolo sia già noto, è doverosa una piccola introduzione per coloro che non lo conoscono (e che comunque possono approfondire grazie alla prima recensione di The Medium citata in precedenza). Partiamo da Cracovia, anno 1999. Vivremo nei panni di Marianne, una giovane donna con una capacità molto particolare: poter parlare con gli spiriti e visitare materialmente il loro mondo. L’intro narrativa del gioco non ci spiegherà come ha ottenuto i suoi poteri, ma pian piano, procedendo nel gioco e scavando nel suo passato, molte cose diventeranno più chiare. Dopo aver affrontato il lutto della persona a lei più cara al mondo, e dopo aver ricevuto una stranissima telefonata, Marianne decide che è arrivato il momento di fare un passo in avanti e di raggiungere il posto indicatole dall’uomo misterioso durante la chiamata. Che sia qualcosa da nulla, o qualcosa di molto più serio? Sarà legato al suo ricorrente incubo? Anche se alcune risposte sembrano scontate, il gioco non vi priverà del piacere della scoperta, nonostante alcuni colpi di scena – in tutto l’arco narrativo – non siano poi così inaspettati.

Inizia così l’avventura vera e propria della giovane, un horror psicologico narrativo che ci metterà di fronte ad alcune tematiche molto particolari, legate non soltanto agli avvenimenti che hanno segnato la fanciulla, ma anche alla storia della Polonia, con continui riferimenti a determinati eventi.

The Medium

Parlando di gameplay, ci troviamo davanti una struttura molto lineare, che nonostante in determinati frangenti possa lasciare più spazio all’esplorazione, si rivela un lungo corridoio con enigmi da risolvere e collezionabili da trovare. La storia, sulle prime intrigante, purtroppo tende a far perdere interesse nella parte centrale, ma sa riprendersi alla grande nelle battute finali… al netto di qualche fase piuttosto macchinosa. Il fiore all’occhiello di The Medium è senza dubbio la possibilità di vivere contemporaneamente in due mondi, e la necessità di risolvere alcuni puzzle sfruttando questa particolare capacità di Marianne. La sfida proposta dagli enigmi non è grandissima, ma alcuni sanno lasciarsi apprezzare per l’inventiva; diverso il discorso per l’atmosfera, che non riesce mai davvero a incutere paura o timore (a parte un paio di momenti e un paio di jumpscare davvero azzeccati).

The Medium e il DualSense

Il fulcro della recensione di The Medium nella sua versione PlayStation 5, lì dove gli altri pregi e difetti anche sul piano tecnico sono rimasti invariati, è chiaramente lo sfruttamento del DualSense, il nuovo controller di casa Sony. Questo, grazie alle sue peculiari caratteristiche, diventa l’unica differenza di rilievo (e senza dubbio una miglioria) dall’esperienza offerta dall’ex esclusiva per console Microsoft. Più di quello che ci saremmo aspettati prima di – è il caso di dirlo – prendere in mano il pad, le funzioni del controller sono state sfruttate dal team di sviluppo, tanto da farci pensare che il resto delle feature e dell’aspetto tecnico non sia stato neanche toccato, cosa che avrebbe giovato molto a tutte quelle imperfezioni di cui abbiamo parlato nella prima recensione.

Su PS5 però possiamo finalmente godere di The Medium con alcune feature intriganti, trovate intelligenti che hanno quantomeno snellito il gameplay. Ad esempio, spostando fisicamente il controller inclinandolo potremo guardarci intorno mentre esaminiamo una scrivania o degli scaffali dove cerchiamo degli oggetti, oppure potremo utilizzare il touchpad in diversi modi per analizzare e ruotare quelli che abbiamo. Lo sfruttamento dell’altoparlante per alcuni degli effetti e per la riproduzione degli audiolog ci riporta un po’ agli standard come capitava già nei primi giochi su PS4, mentre il feedback aptico e i grilletti adattivi sono stati implementati senza infamia e senza lode, dove questi ultimi sembrano in alcuni casi più una forzatura che altro.

The Medium

8.2

La versione di The Medium per PlayStation 5 quindi è promossa, senza in ogni caso stravolgere nulla. Non si tratta di un gioco diverso, né di un modo alternativo di viverlo: The Medium risulta essere sempre la stessa esperienza che abbiamo potuto assaporare su PC e la famiglia Xbox; tuttavia l'implementazione di un paio di trovate intelligenti legate al DualSense di casa Sony rendono questa versione un pizzico più allettante delle altre. Se non avete avuto modo di giocare il titolo e siete amanti di avventure narrative con enigmi da risolvere;s

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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