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The Quarry – Recensione, un teen horror da giocarsi d’un fiato

Con l’uscita di Until Dawn, ormai diversi anni fa, i titoli horror orientati sulla narrativa (se così possiamo chiamarli) hanno sicuramente iniziato ad avere le attenzioni rivolte su di loro. Sono infatti passati ben sette anni da quando il primo big di Supermassive Games è arrivato sulle nostre console, un titolo che si fondava su tematiche tipiche dei teen horror unite all’impostazione story driven dei titoli di David Cage e Quantic Dream (alla Detroit Become Human e simili, per capirci). Il grande successo di critica e pubblico ha purtroppo impedito la realizzazione di un vero e proprio sequel, nonostante gli sviluppatori non abbiano mai nascosto un certo interesse nel realizzarlo. Di convesso, con la serie di The Dark Pictures Anthology Supermassive ha abbassato senza dubbio l’asticella della qualità, facendo non solo dimenticare un eventuale – e a questo punto gradito – Until Dawn 2, ma anche il bisogno effettivo di un titolo del genere. Ora, però, in maniera abbastanza inaspettata, l’horror narrativo uscito su PS4 nel 2015 ha finalmente ricevuto il suo sequel spirituale: The Quarry, che oggi analizziamo in recensione. Che in un certo senso si tratti della continuazione di quanto visto col primo Until Dawn è evidente sin da subito, a partire dalla trama del gioco che ci immerge in un contesto decisamente familiare.

Un racconto attorno al fuoco, una leggenda spaventosa

La storia racconta infatti le vicende di uno sfortunato gruppo di adolescenti, intenti a sopravvivere una notte ad alcune misteriose e oscure forze sovrannaturali che infestano il campeggio estivo di Hackett’s Quarry. Kaitlyn, Abi, Emma, Jacob, Nick, Ryan e Dylan (oltre al responsabile del campo noto come Chris Hackett) si ritrovano quindi a trascorre la loro ultima notte insieme, una notte che si trasforma ben presto in un incubo. La presunta presenza che infesta il campo e le aree circostanti (la strega di Hackett’s Quarry) non sembra essere infatti una semplice storia da falò pensata per impaurire i più fragili e timorosi, bensì parrebbe nascondere qualcosa di tanto vero quanto oscuro.

Senza spoilerare alcunché, The Quarry riprende quindi in toto la formula di Until Dawn (qui la recensione): dal gruppo nella casa isolata nel bosco, al cast di attori giovanissimi (assieme a qualche volto noto), ai colpi di scena dettati dai vari bivi che saremo chiamati ad affrontare, con grande prontezza di riflessi. Un gioco narrativo in senso stretto, quindi, che si basa sulla ramificazione delle scelte che influenzano il proseguire della storia. Ad ogni capitolo saremo infatti chiamati a prendere il controllo di personaggi sempre diversi, intenti ad esplorare le oscure e spesso claustrofobiche ambientazioni di gioco, sempre pronti a premere i tasti indicati a schermo nel momento giusto.

The Quarry

Le scelte all’interno dei dialoghi sono le attività più importanti e incisive di The Quarry, visto che per il resto le meccaniche di gioco non offrono chissà quale libertà decisionale o di movimento. Sì, sarà possibile dare uno sguardo al futuro che ci aspetta (esattamente come accadeva in Until Dawn), grazie a dei tarocchi lasciati sul percorso, utili a dare una “sbirciata” agli eventi ormai prossimi e compiere così le nostre scelte in maniera più oculata. Inoltre, ricalcando una struttura a episodi tipica di una serie TV, The Quarry ama prendersi alla leggera, senza chissà quale impegno spropositato da parte del giocatore.

Chiamatelo pure Until Dawn 2

Se a livello di gameplay, come da tradizione Supermassive, non è possibile pretendere chissà che, è a livello tecnico che il nuovo horror gioca le sue carte migliori: come prima cosa The Quarry è interamente doppiato in italiano, cosa questa che si lega in maniera sicuramente molto convincente alle interpretazioni di attori e attrici del calibro di David Arquette (Scream), Lance Henriksen (La Casa 7), fino ad arrivare al cast di ragazzi che include Ariel Winter, Siobhan Williams e Justice Smith. Versante tecnico, i modelli poligonali si difendono piuttosto bene, così come la recitazione virtuale ha ormai raggiunto un livello realmente elevato, rimarcando quanto i cosiddetti film interattivi siano tra i videogiochi più belli da vedere. La cura nei dettagli e la realizzazione tecnica di prim’ordine avvicinano in tutto e per tutto The Quarry a un teen slasher da “Notte Horror” su Italia 1.

Poco sorprendentemente, il gioco necessita di una decina di ore per arrivare ai titoli di coda, un numero abbastanza esiguo ma sicuramente in linea con il resto delle produzioni del genere, incluse le stesse targate Supermassive. A livello di ritmo il primo quarto della storia scorre in maniera piuttosto classica, sebbene (proprio come accadeva anche con il plot di Until Dawn, qui la nostra recensione) la qualità della scrittura in The Quarry inizia ad emergere dopo la prima metà, con colpi di scena più che discreti che aiutano a rafforzare gli snodi salienti della trama, in cui tutti (ma proprio tutti) i topoi del genere slasher vengono sviscerati e riproposti, conditi da scelte registiche e jump scare che non mancheranno di fare sobbalzare anche il giocatore più smaliziato.

The Quarry

7.5

The Quarry è un film interattivo assolutamente godibile, che dimostra ancora una volta quanto gli horror siano adatti a questo genere di avventure narrative in cui l'abilità del giocatore conta davvero pochissimo, a fronte delle scelte che sarà chiamato a prendere durante il suo percorso. Pur senza scomodare i grandi classici, l'ultimo titolo targato Supermassive altri non è che Until Dawn 2 sotto mentite spoglie, un titolo che appassionerà (e spaventerà) tutti coloro i quali cercano una gran bella avventura d'orrore da viversi tutta d'un fiato, magari proprio durante queste caldissime nottate d'estate.;s

Marcello Paolillo
Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.

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