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The Sinking City – Recensione, un tuffo nella follia umana

Fin dal suo primissimo annuncio, The Sinking City ha sempre saputo attirare su di sé le attenzioni di un pubblico alla costante ricerca di nuove esperienze dal gusto spiccatamente horror con cui potersi divertire. Quello di Frogwares è infatti un team che ha sempre puntato tutte le sue carte su esperienze investigative capaci di tenere incollato il videogiocatori allo schermo – non per niente parliamo dei creatori della vasta saga con protagonista Sherlock Holmes – e l’idea che il loro talento sarebbe stato messo al servizio di una produzione dai temi spiccatamente Lovecraftiani non poteva che galvanizzarci tutti ancor di più. L’attesa è stata lunga e faticosa, i ritardi non sono mancati ma alla fine il grande momento è arrivato e dopo aver ricevuto una copia dell’opera, ci siamo lanciati nel mondo marcio e malato di The Sinking City per studiarne con attenzione ogni dettaglio. Se anche voi siete curiosi di scoprire se la creatura di Frogwares meriti davvero un’opportunità, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione

Viaggio nell’abisso

Charles Reed è un investigatore privato afflitto da terribili visioni che ne hanno irrimediabilmente stravolto la vita. Voci che ne sussurrano la morte, mani che tentano d’afferrarlo, enormi mostruosità pronte a divorarlo, ovunque si volti sembra che qualcuno – o qualcosa – voglia fargli del male. Nel tentativo di scoprire il senso di questi scherzi della mente, Reed finisce con lo scoprire l’esistenza di Oakmont, una cittadina in Massachussets non segnata sulle cartine e dimenticata dal mondo intero. Il paese, un tempo splendido luogo ricco di vita, è oggi solo uno sbiadito ricordo di quel che era in passato. All’inizio del 19° secolo una terribile inondazione ha infatti distrutto buona parte della zona – con parti consistenti della città ancora immerse nelle profondità marine -, un evento catastrofico a cui però se ne sono susseguiti molti altri. L’inondazione ha infatti trascinato con sé orrende creature pronte a divorare qualsiasi malcapitato mentre violente allucinazione stanno lentamente portando alla pazzia chiunque sia ancora vivo.

In un luogo tanto ostile e dove i visitatori non sono certo visti di buon occhio, il nostro Reed si lancerà quindi in una lunga e meticolosa ricerca per trovare l’agognata verità, sia essa terrena o fuori dalla portata dell’occhio umano. Bastano pochi minuti di gioco per capire che il comparto narrativo è chiaramente il piatto forte dell’avventura, un susseguirsi di vicende ben narrate e intriganti che riescono a tenere con il fiato sospeso per tutta la sua durata. Il team ha infatti deciso di non perder tempo in inutili convenevoli lanciando piuttosto il giocatore nel pieno dell’azione, con importanti rivelazioni che vengono presentandosi fin dal tutorial. Personaggi ben caratterizzati si fondono in un universo scenico buio e spettrale fatto di visioni e orrendi esseri che andranno perseguitandovi per l’intera partita. Giocando a The Sinking City si respira un’aria malata che trae piena ispirazione dai racconti di H. P. Lovecraft, un mood generale attraente e al contempo inquietante dove più si gioca, più si vuole scoprire dove il tutto andrà a parare.

Investigatore dell’occulto

Sotto un profilo più propriamente ludico, The Sinking City mette in mostra uno spirito investigativo particolarmente ricercato e fuso a meccaniche action in cui far cantare le proprie armi. Di base, l’intera avventura è un enorme caso da dover risolvere che vi costringere a far buon uso della vostra materia grigia. Ciò lo si comprende fin dai primi istanti ludici, quando ci si rende conto che la vasta mappa di gioco non presenta indicazioni di alcuna sorta – se non per specifici edifici utili per raccogliere informazioni -, lasciando al giocatore l’arduo compito d’orientarsi di volta in volta. Quando darete inizio a una missione, vi ritroverete infatti a dover capire come muovervi sfruttando gli indizi a vostra disposizione. Per fare un esempio pratico, durante la nostra partita siamo stati incaricati di ritrovare un professore universitario di cui conoscevamo solo poche informazioni. Giunti al municipio della città, abbiamo quindi avviato una ricerca interna nei registri cittadini per scoprire maggiori informazioni sull’uomo in questione, venendo così a conoscenza del fatto che l’individuo vive all’incrocio tra due strade. Presa la mappa e dopo una meticolosa ricerca, via dopo via, abbiamo infine scoperto il punto esatto in cui l’insegnante risiedeva e a quel punto siamo potuti andare a incontrarlo.

Già da queste basi si capisce insomma come The Sinking City non sia un titolo che voglia tenere per mano il giocatore preferendo piuttosto che questo si arrangi e giunga alle proprie conclusione sfruttando le sue abilità. Spesso e volentieri ci ritroveremo a dover raccogliere indizi tramite i quali ricostruire specifici eventi, una vera e propria mappa mentale in cui collegare nozioni che abbiamo raccolto per giungere a importanti conclusioni. Particolare interessante di queste fasi ludiche riguarda la possibilità di poter giungere a più deduzioni profondamente diverse l’una dall’altra, le quali potrebbero portare a situazioni impreviste e capaci di modificare pesantemente la già precaria situazione in cui versa la città di Oakmont. Di tanto in tanto ci verrà perfino richiesto di mettere in ordine una serie di visioni del passato per ricostruire determinate situazioni, il tutto al fine di avere un quadro più chiaro della situazione. Le visioni che hanno cominciato a infestare la mente di Charles Reed gli hanno infatti portato anche un particolare dono, una sorta di sguardo verso un altro mondo con cui osservare vividamente ricordi del passato, uno strumento utile per vedere dettagli nascosti e capaci di ribaltare i nostri giudizi su una qualsivoglia indagine. Invero, in questo caso gli sviluppatori sono voluti andare un po’ più sul sicuro cercando di venire incontro ai giocatori per evitare possibili fasi esageratamente frustranti e rendendo ben chiaro quando e dove sia meglio utilizzare le proprie capacità segrete.

Psiche spezzata

The Sinking City non è però un titolo in cui ci si limita a passare da una zona all’altra cercando di venire a capo di qualche mistero, ma offre anche la possibilità di menar le mani contro i tanti nemici che ci si pareranno davanti. La vasta terra di Oakmont sarà infatti liberamente esplorabile – come per ogni open-world che si rispetti – e vi porterà a entrare in contatto con una vasta gamma di creature desiderose solo di farvi la pelle. In vostro soccorso giungeranno quattro armi da poter utilizzare liberamente durante l’avventura e con cui potrete far fronte a tutto ciò che il male vi tirerà contro. Fate attenzione, però, poiché l’inondazione che ha colpito il paese ha costretto i suoi abitanti a riutilizzare il baratto come mezzo principale per l’acquisto di beni, e indovinate un po’ qual è la nuova moneta di scambio? Esatto, proprio i risicati e preziosi proiettili che avrete faticosamente ottenuto. Fortunatamente, in-game è presente anche un semplice sistema di crafting con cui costruire proiettili, trappole, medikit e kit per dare un minimo di pace alla propria sanità mentale – raffigurata da una barra che andrà diminuendo man mano che entrerete in contatto con gli orrori partoriti dalla nuda terra della zona -, ma resta comunque il fatto che le risorse saranno sempre piuttosto risicate e vi porteranno più volte a domandarvi quale sia la tattica giusta da mettere in pratica.

Proprio in ragion della grande importanza che è stata data alla componente shooting, dispiace quindi dover constatare come l’opera non sia in grado di mettere in mostra un gunplay meritevole di questo nome, poco preciso e meno divertente di quanto ci saremmo aspettati, in particolar modo a causa di una fisicità dei proiettili a malapena percepibile. Non poteva poi certo mancare il classico albero delle abilità per migliorare le proprie capacità tramite punti esperienza con cui salire di livello, il tutto all’interno di tre rami specifici con miglioramenti offensivi e difensivi. The Sinking City mette poi in campo anche tutta una lunga serie di missioni secondarie affrontabili a piacimento, attività più o meno complesse che sapranno regalare alcune ore aggiuntive di divertimento a un prodotto single-player soddisfacentemente duraturo. Sotto un punto di vista più squisitamente tecnico, la creatura di Frogwares si caratterizza per un lavoro con qualche alto e molti bassi. La software house ha chiaramente fatto dell’art design e del character design i suoi tratti distintivi, con ambientazioni evocative, personaggi visivamente affascinanti e creatura – non sempre – maestose. La città di Oakmont riesce a incutere timore nel suo stato di totale decadenza e le varie strutture che la compongono – contorte e abbandonate a sé stesse – offrono scorci meravigliosamente lugubri. Di contro, però, giocando su una Playstation 4 base abbiamo assistito a un frame-rate terribilmente ballerino a cui non di rado seguivano dei veri e propri freeze, caricamenti esageratamente lunghi e frequenti, ritardi nel caricamento delle texture, animazioni spesso piuttosto datate e una conta poligonale non sempre al top. Di contro, sotto il profilo sonoro, The Sinking City sfoggia un ottimo doppiaggio inglese con sottotitoli in italiano e una colonna sonora le cui tracce mai troppo appariscenti colpiscono sempre al momento giusto.

The Sinking City

7.9

Se siete alla ricerca di un titolo narrativamente tanto intrigante quanto inquietante e capace di mettere in mostra una struttura ludica spiccatamente investigativa, allora The Sinking City è esattamente ciò che stavate cercando, un’esperienza che saprà trascinarvi nelle profondità marine mettendovi faccia a faccia con i vostri peggiori incubi. Al contempo, però, chiunque sentisse anche il bisogno di una componente shooting marcata e divertente affiancata da un comparto tecnico di pregio dovrebbe valutarne l’acquisto con molta più attenzione. L’opera targata Frgwares è ben lontana dal potersi definire perfetta e anzi, soffre di diverse carenza dovute a investimenti contenuti e a un team dalle dimensioni risicate, ma al contempo riesce a mettere in mostra diversi assi nella propria manica in grado di rendere il risultato finale ben più interessante di quanto ci si potrebbe inizialmente aspettare;s

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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