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The Surge Recensione

La fantascienza ed il gameplay dei giochi Souls: questi gli ingredienti principali di The Surge, ultima fatica degli sviluppatori di Deck 13, che promette di essere un gioco tanto hardcore quanto godibile. Saranno riusciti gli sviluppatori a mettermi con le spalle al muro dopo diversi trofei di platino sui giochi targati From Software? Andiamo a scoprirlo insieme in questo viaggio che racchiude un certo mistero.

Un’Operazione Complicata

Il nostro protagonista si trova in un futuro dove le macchine hanno un ruolo fondamentale e significativo nel nostro mondo. Esistono intelligenze artificiali ben strutturate ed inoltre è possibile equipaggiare il proprio corpo con degli esoscheletri di ferro, permettendo all’utilizzatore di compiere azioni altrimenti impossibili. Nel gioco il nostro avatar inizia la sua avventura come un paraplegico che cerca di cambiare vita, accettando l’impianto dell’esoscheletro (da adesso in poi Exo-tuta) che gli permetterebbe di tornare a camminare e fare molto di più di quanto avesse sperato. Dopo essersi recato sul luogo dell’operazione, qualcosa va storto ed il nostro eroe viene letteralmente operato da sveglio, subendo innesti dolorosissimi, con bulloni e sistemi biometrici impiantati direttamente a livello neurologico nel proprio cranio.

Dopo ore sotto “tortura”, ci ritroviamo in un complesso polo industriale, senza sapere come e perché ci sia stato fatto questo, dovremo imbarcarci in un’avventura per scoprire il significato del dolore che abbiamo ingiustamente subito. La storia a cui ruota attorno The Surge non brilla per originalità nonostante il team creativo abbia fatto di tutto per dare quel tocco di enfasi, inserendo ad hoc storie de leggere, elementi audio e video da ricercare nelle generose mappe del titolo e frammenti di quel che fu, senza però andare a scervellarsi troppo su una trama articolata e complessa. Sebbene vi siano alcuni momentini degni di nota nel corso degli eventi, questi li troverete sporadici, al punto che difficilmente ve ne ricorderete una volta spenta la console. Altra pecca della trama è che per godervela tutta vi occorreranno dalle 10 alle 15 ore di esplorazione certosina delle singole mappe che compongono il gioco. Insomma, non proprio un inizio eccellente per l’erede spirituale di Lords of the Fallen.

Gameplay Déjà Vu

Non stupitevi se, pad alla mano, giocando a The Surge dopo pochi minuti vi sentirete catapultati proprio in Lords of the Fallen: oltre agli stessi sviluppatori, il gioco mantiene i ritmi del suo padre spirituale, garantendo al giocatore lo stesso sistema di ricompense a punti, ovvero più nemici ucciderete, maggiore sarà la quantità di bonus ai punti esperienza che otterrete. Una volta morti (garantisco che non è molto difficile incorrere in quest’ultima situazione), perderete tutti i punti accumulati a meno che non raggiungiate in fretta il vostro cadavere che sparirà entro un limite massimo di tempo. I nemici che popolano il gioco hanno una discreta varietà: si passa dai classici robot, passando per zombi meccanizzati e boss dalle dimensioni più o meno convenzionali (anche qui nulla di miracoloso). Tuttavia il gameplay di The Surge dà il meglio di sé nel combattimento: a differenza dal suo predecessore spirituale e dai giochi da cui prende spunto il titolo, qui le cose “cambiano”; nel gioco potrete prendere di mira una parte specifica del corpo del nemico che fronteggiate, sia questa una gamba, un braccio od il torace, il puntatore vi permetterà di scegliere dove colpire, dandovi anche informazioni circa la presenza o meno di una corazza nel punto che andiamo a mirare o la quantità di danno che andremo a infliggere. Mentre colpiamo i nostri nemici, si caricherà una barra di energia che una volta raggiunto il suo picco, ci garantirà un colpo gestito da una spettacolare cut-scene, mettendo in luce una forte componente splatter del gioco che però vi darà modo di apprezzare, oltre alla grafica ben delineata, la potenza del vostro personaggio e la sua voglia di vendetta.

Una volta distrutto il nemico, se avrete puntato ad un arto od ad un arma ad esempio, il più delle volte questo pezzo vi verrà regalato dal suo vecchio possessore, permettendovi di equipaggiarlo voi stessi. Utilizzando un arma spesso, si diventa sempre più competenti nel timing legato alle probabili combo che vorrete realizzare (queste ultime legate ad una combinazione di attacco leggero e pesante) ma non solo: il nostro personaggio infatti aumenterà la statistica “competenza” andando ad aumentare il danno che infliggerà quella particolare branca di armi, siano queste ad una o due mani. Altro punto di forza è la gestione della nostra energia e del level up: la Exo-tuta possiede una batteria nucleare espandibile dalla quale prende potenza ed alimenta tutti gli up-grade che andremmo ad installare. Dovremmo scegliere ogni pezzo con cura onde evitare la rovina del nostro personaggio. Non manca la barra della stamina che anche qui detta legge sulle azioni che possiamo compiere o meno in combattimento. Il gioco vi costringerà al ragionamento, volto alla comprensione della tipologia dei nemici che avrete di fronte ed alla loro peculiare resistenza a certi tipi di elementi rispetto ad altri. L’ambiente circostante può essere un valido alleato contro i nemici, ad esempio potrete indurre un nemico debole al veleno ad entrare in una nube tossica e così via.

Commento finale

The Surge è quel titolo che un po’ ti piace ed un po’ lo odi: ti fa divertire ma anche incavolare perché senti che il gioco poteva darti di più. Uno dei punti di forza è certamente la palette di colori vivaci e brillanti, perfettamente in contrasto con il tema cyber-horror del gioco. L’ennesimo punto a sfavore del titolo è l’assenza di un vero sistema di looting: si possiamo prendere i pezzi che ci servono dai nemici ma per quanto riguarda le armi ad esempio, tolto alcune piccole eccezioni verso la fine del gioco, difficilmente vi discosterete dalla prima arma che avrete imparato a maneggiare e che per un motivo o per l’altro, avete potenziato all’inizio. L’avventura durerà sulle dieci ore, salvo una sequela di morti infruttifere e la voglia che potreste avere nel cercare oggetti nascosti in ogni mappa. La modalità New Game + vi permetterà di godervi una sfida degna di nota, quanto meno sul piano della difficoltà di gioco.

Modus Operandi: la recensione è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del titolo, dopo aver completato per intero l’esperienza ed aver testato la modalità New Game +.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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