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The Walking Dead 11 – Recensione dell’episodio numero 14

Continua l’avventura lungo l’ultimissima stagione di The Walking Dead, la numero 11, attraverso una nuova recensione. Abbiamo da poco parlato dell’episodio numero 13, il primo dopo diverso tempo, in cui la narrazione non ha seguito un racconto temporalmente canonico. Si sono infatti intrecciate storie diverse in momenti diversi, che hanno confluito in un unico scenario. Una squadra esterna, in missione, del Commonwealth, capeggiata da un personaggio non poco inquietante (che lavora per Hornsby come se fosse un agente dei servizi segreti), sta effettuando un agguato presso una nuova comunità. L’ennesima, spuntata come un fungo, non lontana dal Commonwealth. Una palazzina popolata da persone apparentemente religiosamente fanatiche, che avrebbe rubato un carico di armi del Commonwalth. Il condizionale è d’obbligo, perché quando l’inquietante personaggio interroga il leader della comunità e questo si difende, in realtà appare molto convincente. Sembra proprio che non sia stata la sua comunità ad aver eseguito il furto (ed appare chiaro che sia vero, ma solo agli spettatori). Quindi, ecco l’ennesima strage, a cui Gabriel, Aaron e Maggie si oppongono, complicando la loro posizione nei confronti del Commonwealth stesso.

The Walking Dead 1: il ritorno di Negan

Ecco però che torna il personaggio più atteso, che non potevamo menzionare nella scorsa recensione di The Walking Dead 11 per non fare spoiler troppo presanti: l’amatissimo, ormai, Negan. Coinvolto in maniera viscerale a questo intreccio narrativo, perché, essendo passati mesi dal suo allontanamento dal gruppo di Alexandria, cosa non molto chiara nella narrazione di questa undicesima stagione, si è già rifatto una vita. Con quella comunità, quella del presunto furto, lui ha un legame profondo, poiché si è sposato (ed aspetta anche un bambino) con una delle donne che vi fanno parte. Negan cerca di salvare la comunità con il supporto degli ex compagni e carcerieri di Alexandria, rivelandosi per l’ennesima volta indispensabile.

the walking dead 11

Il momento più interessante dell’episodio è sicuramente il confronto tra Negan ed Hershel, il figlio di Maggie e Glenn, che sostanzialmente si parlano per la prima volta. Hershel capisce che Negan è l’uomo che ha ucciso suo padre, nonostante Maggie in precedenza glielo avesse nascosto. La stessa Maggie, venuta a sapere della gravidanza della nuova compagna di Negan, con cui ha avuto modo di parlare, sembra voler fare un passo avanti verso il perdono. O la convivenza, insomma.

Intanto, le vicende del Commonwealth si approfondiscono grazie all’inutilissimo Sebastian, il personaggio più fastidioso dell’intero show. Il figlio stupido della Governatrice Pamela Milton, che sicuramente entro la fine della stagione morirà, magari ucciso dalla stessa madre, visto che non lo sopporta. Veramente, un personaggio di cui si poteva fare a meno, che ha più o meno lo stesso spessore dell’altro Milton (sarà un caso?), l’assistente del Governatore nella lontanissima terza stagione. Comunque, lo scemo di Sebastian ha il conto bancario bloccato a causa della madre, quindi manda Daryl e Rosita a compiere una missione suicida in una casa abbandonata dove avrebbe trovato dei soldi. Interessante, se non altro, la presenza di Mercer, ma solita sequenza filler che andava per forza inserita.

Sebastian a parte, un episodio interessante molto legato al precedente, che ha la sola ma importante funzione di reintrodurre nello show e nelle vicende del Commonwealth il personaggio di Negan e, nel finale, di un altro ancora, che non citeremo sempre per evitare spoiler. Certo, a dieci episodi dalla fine dello show cominciamo a dubitare che tutte le vicende aperte troveranno soddisfazione e spiegazioni, ma staremo a vedere, prossimamente, su Disney+.

The Walking Dead 11: episodio 14

7

Episodio molto legato al precedente, che reintroduce Negan nello show e torna a parlare del suo rapporto con Maggie. Si delinea sempre meglio il ruolo del Commonwealth, ma si torna a perdere un po' di tempo, allontanandosi dal chiudere alcune questioni.

Claudio Baldacci
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.

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