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The Witcher 4 – Considerazioni e rumor sul futuro della saga di CD Projekt RED

Parlare della serie di The Witcher è sempre una faccenda molto delicata, visto che fa forza su una fanbase assai accanita, allargata e rafforzata ulteriormente grazie all’uscita della serie tv su Netflix. Tuttavia, se ci soffermiamo solo ed unicamente sulle uscite videoludiche, è innegabile come le avventure dello Strigo abbiamo segnato il nostro medium con un’opera mastodontica e stratificata. Ci troviamo davanti a un GDR ricco, capace non solo di guadagnarsi il GOTY con il suo terzo capitolo, ma anche di far evolvere CD Projekt RED come una casa di sviluppo solida e unica agli occhi del grande pubblico. Dopo i primi due capitoli, usciti esclusivamente sulle piattaforme di casa Microsoft, lo studio polacco ci ha deliziati con The Witcher 3: Wild Hunt, capace di canalizzare le attenzioni per diversi mesi anche in modo piuttosto controverso. Se da un lato al momento dell’uscita si vedeva quanto il gioco avesse delle qualità indiscusse, dall’altro era palese come alcuni difetti ne limitavo la godibilità.

Qui però entra in scena CD Projekt RED che, a differenza delle altre case di sviluppo presenti sul mercato, alza gli standard qualitativi legati al post release, ovvero patch e aggiornamenti vari. Al titolo sono state aggiunte feature di gameplay, elementi, oggetti e tantissimo altro, tutto completamente gratuito. Per quanto scontato sia, sappiamo perfettamente che non tutte le software house ragionano in questo modo, ovvero mettendo il bene dei giocatori sopra ai propri interessi economici. Il culmine viene raggiunto con la pubblicazione, a pagamento questa volta, dei due DLC: Heart of Stone e Blood and Wine. Se il primo è da considerarsi come un classico contenuto aggiuntivo, accompagnato anche da ulteriori upgrade gratuiti, il secondo è qualcosa di maestoso, perché va ad aggiungere una nuova gigantesca zona, il tutto condito da una storia che sarebbe bastata per un gioco singolo.

Prima di The Witcher 3 vi fu…

Questa premessa era più che doverosa, perché altrimenti non si potrebbe proseguire. Iniziando a parlare ora della vera carne a fuoco, sappiamo che ultimamente sono emersi parecchi rumor riguardanti un possibile The Witcher 4, quando sappiamo per certezza che, probabilmente, Geralt ormai è comodamente arrivato alla pensione, o almeno così pensavamo fino allo scorso dicembre. Infatti, lo stesso Director dell’opera videoludica, Adam Badwoski, ha lasciato questo commento su Twitter proprio nelle scorse settimane: “The Witcher è sempre presente nei nostri cuori e nelle nostre menti, ma al momento siamo totalmente concentrati su Cyberpunk 2077. Quando arriverà il momento opportuno, inizieremo a parlare di altri progetti”. Questa non rappresenta assolutamente una chiusura, anzi, il tutto viene ulteriormente rafforzato da quanto successo a dicembre, dopo l’uscita della serie tv. L’autore dei romanzi di The Witcher, Andrzej Sapkowski, e CD Projekt RED, hanno siglato un nuovo accordo per l’uso dei diritti della serie.

Eccoci dunque arrivare a queste ultime settimane, dove i rumor sul possibile The Witcher 4 si sono susseguiti quasi senza freno. La stessa software house si è sempre espressa a favore nel voler esplorare nuove storie per la saga. L’universo della serie letteraria infatti si divide in tanti regni, etnie, razze e culture, un ottimo punto di partenza per soffermarsi su diversi tipi di racconti ancora da scoprire e da narrare. Stando a quanto dichiarato dal presidente Adam Kiciński, il nuovo ed ipotetico quarto capitolo della serie non sarà un sequel diretto del suo predecessore ma, come detto in precedenza, ne condividerà lo stesso universo. Sebbene si parli ancora di “bozze”, il protagonista di queste nuove vicende potrebbe essere un altro witcher, ma voci più decise tendono a puntare il dito sulla giovane Ciri. I ragazzi di CD Projekt RED hanno inoltre confermato apertamente che nei prossimi anni si vorranno concentrare unicamente sulle loro IP più famose, cosa che, anche se non specificata, fa intuire immediatamente come Cyberpunk e The Witcher abbiano ancora tanto da dire. Il team sembra essere quindi diviso a metà, uno che si sta occupando di concludere nel migliore dei modi il titolo futuristico, e un altro più piccolo che già sta mettendo insieme i pezzi per il nostro ritorno nel Velen. Sebbene sia una nostra congettura, è facile immaginare che per tornare in queste terre distrutte dalla fame e dalla guerra dovremo aspettare l’arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X.

Ma se il nostro amato Lupo Bianco è ufficialmente in pensione, come potrà Ciri non coinvolgerlo in questa nuova avventura? Qui ci torna ancora a favore il nuovo accordo stretto con l’autore dei libri Andrzej Sapkowski, visto che lo studio polacco non può rimanere fermo a lungo senza sfruttare i diritti. Quindi ci sembra anche a noi che la scelta più naturale sia quella di raccontare le vicende di Cirilla, la vera protagonista della serie letteraria. Infatti, visti gli enormi poteri che la ragazza sviluppa in età adulta, lo studio avrebbe scelto di ambientare il gioco prima di The Witcher 3: Wild Hunt. In questo modo il team potrà gestire la crescita delle abilità della giovane Ciri, mettendo nelle mani del giocatore un guerriero formidabile, ma ben lontana dall’essere l’imbattibile combattente che abbiamo imparato ad apprezzare.

L’utilizzo della giovane ragazza in una serie così tanto amata e popolare aiuterebbe a sdoganare anche la figura della femmina all’interno del nostro medium di riferimento. Come ben noto, infatti, oggi nell’industria videoludica non ci sono solo rappresentazioni stereotipate sulla donna, in stile Lara Croft per intenderci, ovvero un personaggio che compie azioni tipicamente maschili, ma all’interno di un corpo i cui gli attributi vengono accentuati e messi in evidenza con il solo scopo di attirare il pubblico maschile. Col tempo, per fortuna, sono  infatti cambiati i temi e gli approcci alla figura della donna, basti vedere Final Fantasy XIII con Lightning e Aloy in Horizon: Zero Dawn. Adesso si tende a mostrare la personalità femminile sotto molteplici prospettive: dalla ragazzina indipendente che si assume responsabilità degne di un adulto nonostante la giovane età, a quella più introspettiva e profonda. Lo stesso A Plague Tale: Innocence, al netto delle discussioni che lo hanno accompagnato fino all’uscita, ha saputo elevare la figura di Anicia come una ragazza coraggiosa, in grado di non far sentire la mancanza di un adulto. Di esempi ne potremmo fare a bizzeffe, ma ci fermiamo qui per non sviare troppo sull’argomento principale.

Tra sogni e speranze

Dunque, tornando a noi, se Ciri diventasse la protagonista effettiva di un nuovo capitolo di The Witcher, sarebbe davvero curioso e interessante vedere le reazioni del grande pubblico, considerando che ormai CD Projekt RED è definitivamente aperta a questo tipo di utenza. Non credo che ciò causerebbe una grossa frattura della community, ma dopo aver visto le infantili reazioni di una pubblico Sony sulla natura sessuale di Ellie di The Last of Us non mi stupirei nel leggere qualche critica anche nei confronti dello studio polacco. I rumor, almeno per il momento, sembrano abbastanza in linea con la volontà della casa di sviluppo nel voler proporre nuove trame del celebre brand, e farlo con Ciri in prima linea sarebbe una mossa tanto poetica quanto coraggiosa, con un impatto ancora maggiore di quanto fatto da Sony, dato che si tratta di una serie che, almeno fino a questo momento, abbraccia più console e medium, dunque si riferisce a un bacino di utenza ben più ampio.

Queste sono le uniche cose che sappiamo su The Witcher 4, e anche se poche ci danno tantissimi spunti su cui parlare e riflettere. Al di là di quello che potrebbe essere avere Ciri come protagonista, ci sono così tante terre inesplorate in questo mondo che vale la pena vederle anche solo una volta. Speriamo dunque che lo studio polacco ci conceda ben presto l’onore di tornare a esplorare questo ricco universo, in tante forme ognuna diversa dall’altra.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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