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The Witcher Monster Slayer – Recensione, la caccia è su mobile

Sin dall’annuncio di The Witcher Monster Slayer, molti fan della saga targata CD Projekt che hanno amato le avventure di Geralt su PC e console si sono chiesti come l’universo fantasy potesse essere trasposto in salsa mobile. L’epopea ispirata ai racconti di Andrzej Sapkowski presenta infatti caratteristiche a dir poco profonde, sia nella trama che nei dettagli offerti, e viste le limitazioni che i giochi mobile comportano (vuoi per la limitata potenza di calcolo, vuoi per i controlli touch) è davvero difficile realizzare un titolo all’altezza. L’obiettivo dello sviluppatore Spokko è stato quello di usare il brand per regalare una nuova avventura fantasy sul fiorente mercato mobile; avrà compiuto l’impresa? Noi abbiamo avuto modo di mettere mano su The Witcher Monster Slayer con qualche giorno di anticipo rispetto alla data d’uscita, fissata per l’1 luglio, e vogliamo parlarvi di tutti i dettagli in questa recensione.

Lame affilate su smartphone

Come confermato dalle premesse, il nuovo gioco di The Witcher accoglie l’utente in un mondo AR che, tuttavia, per certi versi differisce profondamente da altre opere di questo genere arrivate sul mercato, nominando alcune delle più celebri abbiamo Ingress, Harry Potter Wizards Unite e Pokémon GO. Per vivere quest’avventura i giocatori possono fare davvero poco da casa, all’infuori di riorganizzare le idee ed effettuare qualche operazione di crafting, o sperare in mostri vicini, poiché anche questa volta il focus resta quello di camminare. Non c’è gameplay senza movimento, e grazie al GPS si ha modo di spostarsi per strade e città al fine di continuare nell’avventura, cambiando luogo a piacimento in caso di spostamento grazie alla feature che permette di riposizionare le missioni.

Ovviamente, come anche l’applicazione ricorda, è vietato giocare mentre si guida, anche se in questo caso la macchina può risultare utile per coprire talvolta lunghe distanze, o muoversi a orari imprevedibili per compiere missioni che possono essere portate a termine solo in una determinata fascia temporale della giornata. L’avventura ha inizio con spunti narrativi piuttosto interessanti, visto che il giocatore si ritrova a ricoprire il ruolo di witcher e deve affrontare diverse missioni ben congegnate per scoprire le sfaccettature della trama, mentre si riserva il diritto di sterminare tonnellate di mostri.

The Witcher Monster Slayer

Di base, il tutto funziona in maniera molto simile a The Witcher 3 Wild Hunt anche se, ovviamente, in maniera più limitata e adattata alle esigenze dei dispositivi mobile. Per avanzare nel gioco è necessario grindare decine di combattimenti attraverso gli incontri con le creature che si pongono innanzi al protagonista durante il cammino, ottenendo materiali per portare avanti i crafting e migliorando nel mentre grazie al sistema da gioco di ruolo che lo sviluppatore ha inserito. Nonostante non ci siano netti passi avanti durante l’avventura, apprendere potenziamenti e migliorare il proprio equipaggiamento permette di fronteggiare mostri sempre più forti, non facendosi quindi intimidire dalle specie più rare e sterminando tutto quello che osa avvicinarsi al protagonista.

Parlando del sistema di combattimento, c’è da dire che questo è – inaspettatamente – tecnico e profondo, nonostante ovviamente ripetitivo a lungo andare. Si tratta all’effettivo di “solamente” due tipi di attacchi all’arma bianca e della parata, condita da eventuali bombe e abilità passive che il giocatore può decidere di giocare in battaglia. Tuttavia, sono moltissime le animazioni che contraddistinguono i mostri e ci si trova durante i combattimenti in un quick time event infinito, dove ottimizzare ogni colpo e blocco può cambiare le sorti dello scontro, che spesso richiede precisione maniacale per essere completato con successo. Nella versione che abbiamo avuto modo di provare la sconfitta non comporta alcun malus, ed è quindi possibile esercitarsi allo sfinimento contro le creature, scegliendo di usare i consumabili solo quando ci si sente all’altezza di ottimizzarli grazie alla conoscenza acquisita.

Attraverso la meravigliosa feature dedicata è possibile portare i mostri nel nostro mondo e sfidarli in realtà aumentata, ma resta possibile dedicarsi alle battaglie senza usare la fotocamera per concentrarsi maggiormente e usare meno batteria. Con tre possibilità grafiche fra cui scegliere comodamente nelle prestazioni, The Witcher Monster Slayer offre un buon ventaglio di scelta anche per i dispositivi meno performanti, e in ognuno dei casi non fa un eccessivo consumo di energia. Sul lato grafico il risultato è piuttosto soddisfacente e nonostante tutto i mostri risultano davvero realistici e riconoscibili come nell’ultimo capitolo della saga su PC e console, anche se con le dovute rivisitazioni.

Evoluzione della realtà aumentata

Ciò che rende in particolar modo The Witcher Monster Slayer diverso da altri giochi AR, come accennato in apertura di questa recensione, è un comparto narrativo story-driven veramente interessante. Il doppiaggio è attualmente disponibile solamente in lingua inglese ma è realizzato magnificamente, mentre la localizzazione in italiano non presenta alcuna sbavatura nei testi, ed è anzi da elogiare per l’accuratezza con cui è stata realizzata. All’infuori del semplice uccidere mostri, il fattore che ha reso iconica l’opera di CD Projekt RED uscita nel 2015 si può riscoprire anche in quest’app: delle missioni affascinanti e ben realizzate, che anche nel caso delle secondarie invogliano a portare avanti l’avventura. Dalle musiche più belle, alle atmosfere che le lande percorse da Geralt ci hanno lasciato nel cuore, degli sprazzi di ogni emozione sono finiti all’interno di questo prodotto.

In questo titolo AR anche le classiche fetch quest, magari più fastidiose, nascondono dei retroscena impressionanti, fra possibilità di scelte multiple e vari finali disponibili, che riescono a creare difficoltà per il giocatore con addirittura scelte morali piuttosto ben realizzate. Dove con i classici controller una camminata in più a cavallo non causa che un po’ di noia, c’è da dire tuttavia che alcune distanze non calibrate al meglio e missioni fin troppo misteriose (che finiscono per portare l’utente in viaggi inutili) risultano tuttavia veramente frustranti. Percorrere chilometri interi per scoprire di trovarsi davanti a un mostro troppo forte da sconfiggere, e doverci tornare solo in seguito sarebbe da evitare, e si tratta di uno dei fattori su cui lo sviluppatore dovrà concentrarsi per rendere l’esperienza più agevole.

Parlando del bilanciamento in generale, c’è da specificare che questo è attualmente l’unica vera pecca grave del gioco, all’infuori della pochissima varietà che si crea in determinate sezioni della storia. Salire di livello risulta talvolta estenuante, per non parlare delle centinaia di punti necessari a potenziare le abilità, passando per le ore richieste per distillare Unguenti, Pozioni e Bombe. Il tutto è sicuramente sistemabile con delle patch, che includendo nuovi contenuti potranno portare l’utente a continuare per molte ore la campagna senza inutili interruzioni. Parlando proprio degli aggiornamenti, le possibilità di ampiamento per The Witcher Monster Slayer sono pressoché infinite, e come ci teniamo a chiarire in questa recensione, il gioco parte già da delle basi solide, che grazie al giusto supporto post-lancio possono trasformarsi nelle qualità di un capolavoro mobile. Fra nuove missioni, miglioramenti e contenuti con cui interagire nella mappa di gioco, c’è l’imbarazzo della scelta, e speriamo che il titolo riscuota successo per permettere allo sviluppatore di sbizzarrirsi in tal senso nel corso dei prossimi mesi.

The Witcher Monster Slayer

8.2

Come titolo mobile, The Witcher Monster Slayer risulta più che riuscito, grazie alla profondità di diverse meccaniche che vengono amalgamate con maestria al meccanismo di esplorazione in realtà aumentata. Mentre sono ancora diversi i dettagli da bilanciare, il gioco può essere espanso all'inverosimile e trasmettere le magnifiche atmosfere fantasy dell'autore Andrzej Sapkowski in qualunque luogo.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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