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Total War: Warhammer 3 – Recensione di una guerra eterna

Total War: Warhammer 3 picchia duro come un maglio sulle schede video moderne: il lavoro svolto da Creative Assembly, studio alle spalle del titolo in concessione da Games Workshop, è stato ancora una volta maniacale, certosino per diversi aspetti al punto che in sede di recensione ci siamo trovati spesso a zoomare per goderci la battaglia “da vicino” in quanto il campo lungo in parte non restituisce la giustizia che merita. Sebbene il colpo d’occhio non sia tanto diverso da quello del precedente capitolo, i dettagli fanno la differenza e tutto inizia come sempre su di un campo di battaglia insanguinato, tipico del mondo fantasy dove si muovono i nostri eroi. Senza por tempo in mezzo immergiamoci in questo bagno di sangue!

Una storia infinita

Guidando gli uomini dello Zarato di Kislev dovremo affrontare un’impervia sfida (non necessaria, ma vi consigliamo di non saltare a piedi pari il tutorial se siete neofiti del genere) alla ricerca del dio della forza Ursun. Superato quello che potrebbe essere uno scoglio iniziale fatto di qualche ora di presa di confidenza con i comandi, saremo chiamati a scegliere una delle otto fazioni disponibili nel gioco: una su sette fazioni di Total War: Warhammer 3 è disponibile (a proposito: sapevate che il gioco è gratuito se avete accesso al servizio Game Pass di Microsoft? Eccovi i dettagli) solo se avete prenotato il gioco, ovvero il Regno degli Ogri mentre le altre sono i classici Khorne, Nurgle, Slaanesh, Tzeentch, Grande Catai, e le due nuove fazioni che si dividono in Zarato di Kislev (già provata nel tutorial appunto) e Demoni del Caos (nettamente una delle fazioni più richieste da quando la serie è uscita). A livello di trama, tutto andrà avanti in base alla fazione scelta, e di conseguenza ogni situazione è a sé stante, al netto di scontri pre-determinati e di azioni intraprese dagli NPC, uno in particolare che non vi spoileriamo di certo!

Total War ELYSIUM

Fazioni in guerra

Al netto delle unità che cambiano da fazione a fazione, perfino il leader di ognuna viene scelto in base a differenti criteri, e la sua crescita personale cambia in base agli eventi in cui incorre. Le abilità innate e specifiche del leader cambiano e sono personalizzabili, ma c’è una peculiarità: Domini del Caos si differenzia dagli altri in quanto il loro leader cambia dopo ogni battaglia che affronta, modificando di fatto il proprio corpo. Se avete affrontato i precedenti capitoli di Total War: Warhammer vi sentirete subito “a casa”, nel senso che i fondamentali del titolo non sono cambiati granché, al netto di un sistema migliorato nel menù di scelta delle opzioni.

Possiamo dire che il gioco si divide in due. Da un lato la battaglia nuda e cruda che ben conosciamo, dall’altro la gestione economica e politica della nostra fazione, fatta di città e di sistemi finanziari che ci consentono di sviluppare e mantenere il nostro esercito: in città potremo potenziare il nostro eroe, assoldare Lord e truppe, ed infine gestire la città stessa, andando a scegliere quali edifici costruire. Va da sé che una città di confine avrà più bisogno di roccaforti per la difesa rispetto a una nell’entroterra, dove magri sarà privilegiata la coltura. Ogni scelta spetta comunque al giocatore. La Diplomazia torna ad essere un’ombra di se stessa: chi ha giocato i precedenti capitoli infatti conoscerà bene questo aspetto del gioco, per tutti gli altri sappiate che nonostante la parola implichi ben più che “mangiare tartine ad un party“, la diplomazia nel gioco è abbastanza blanda, potremmo dire quasi superficiale.

Total War: Warhammer 3

Spesso vi ritroverete ad un’asta che si svolgerà alla maniera del “chi più offre vince”, questo quando non vi troverete di fronte a richieste impossibili da parte del sistema di gioco che vi renderà di fatto impossibile essere “diplomatici”. Non ci si discosta molto dal sapore della precedente campagna: sebbene questa sia una scelta voluta, ci saremmo aspettati qualcosa di più da Creative Assembly, ma comprendiamo quanto il team di sviluppo non abbia voluto scontentare i fan.

La mappa è circa il doppio della precedente, e sebbene sia presto per parlarne, sappiate che se possedete tutti e tre i titoli, in futuro sarà possibile giocare una campagna complessiva di proporzioni bibliche. Il sistema già collaudato di Lord (che vanno posti a capo delle armate in battaglia) e degli Eroi (che vengono a loro volta sfruttati sul campo ma come truppe) si esprime al suo meglio, al punto che potremmo star qui a parlarne per ore ma onde evitare di tediarvi, vi diciamo che la personalizzazione è pressoché infinita.

Un modo e mille occasioni

Total War: Warhammer 3, come avrete capito leggendo la recensione, è un tributo a sé stesso, e non a caso è definito il Re incontrastato del suo genere, al punto che non si vedono sfidanti sul campo e di fatto il titolo rappresenta un unicum nello scenario videoludico. Vedere immensi eserciti che si affrontano è da sempre uno spettacolo, se poi ci aggiungete la possibilità di essere registi della partita beh, tutto assume un sapore diverso. L’intelligenza artificiale non è né cambiata né peggiorata: se siete veterani, le tattiche apprese fino ad ora andranno bene, se siete neofiti preparatevi ad un nemico che difficilmente si lascerà trarre in inganno e che non sarà quasi mai avventato (a differenza vostra!). L’epica della colonna sonora racchiude il tutto in un tripudio di bellezza e maestosità. Se non siete interessati alla campagna principale, state sereni, perché potrete trascorrere ore su Something Rotten in Kislev che vi consentirà partite rapide a tre giocatori online, Darkness & Disharmony invece vi metterà di fronte ad un free-for-all contro la fazione demoniaca che vi assalterà in massa. Insomma ce n’è per tutti i gusti.

Total War: Warhammer 3

8

Total War: Warhammer 3 è un titolo molto complesso, capace di mettere in difficoltà chiunque, perfino il giocatore tattico più esperto: se da un lato la formula di Creative Assembly non è cambiata sulla carta, è stata rivisitata e dove possibile migliorata. Certo, non è esente da sbavature come la presenza della funzione Diplomazia, da sempre un neo nella saga, ma al netto di questo il titolo è un vero spettacolo per gli occhi e per gli amanti del genere.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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