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Transformers: Battlegrounds – Recensione, il ritorno dei robot targati Hasbro

Transformers è un marchio nato nel lontano 1984 prodotto dalla americana Hasbro e dalla giapponese Takara Tomy. Nato come una semplice la linea di giocattoli incentrata su delle forme di vita robotiche extraterrestri in grado di prendere le sembianze di vari veicoli e animali, con il passare del tempo il marchio assunse sempre più popolarità, prima con svariate serie animate ed in seguito con i (discutibili) film diretti da Michael Bay. Nel mentre il franchise si è sempre più espanso tramite numerosi media tra i quali i fumetti e anche  videogiochi, tra tra i quali ricordiamo il mai troppo lodato Transformers del 2004 sviluppato da Atari Melbourne House. Di videogiochi dedicati ai Transformers nei abbiamo visti oltre una ventina e di vario genere, ma mai prima d’ora i robot ideati da Hasbro sono stati declinati sotto forma di videogioco strategico a turni. È questo il caso di Transformers: Battlegrounds, titolo sviluppato da Coatsink che esce a cinque anni di distanza dall’ultimo gioco dedicato ai celebri alieni robotici, ovvero Transformers: Devastation di PlatinumGames. Il mondo dei Transformers sarà riuscito ad adattarsi a questo specifico genere videoludico?

More Than Meets the Eye(?)

Il primo impatto con Transformers: Battlegrounds non è di certo dei migliori da un punto di vista puramente estetico. Per quanto, come già detto un precedenza, il titolo sia un uno strategico a turni, quando si parla dei Transformers ci si aspetterebbe di percepire l’imponenza di questi alieni, cosa che però non avviene. I vari personaggi presenti nel gioco infatti sono dei modelli poligonali delle corrispettive versioni della serie animata Transformers: War for Cybertron Trilogy a bassa risoluzione e privi di di qualsivoglia tipo di dettaglio grafico. Stessa sorte tocca anche alle ambientazioni, parecchio spoglie con numerosi asset ripetuti. Transformers: Battlegrounds non nasconde il fatto che dietro allo sviluppo non ci sia un budget enorme, ma il fatto che sia uno strategico a turni non dovrebbe essere un alibi, visto che quattro anni fa arrivava nei negozi un certo XCOM 2. Di conseguenza, oltre ai modelli poligonali piuttosto spogli, ad essere parecchio deludenti di conseguenza sono anche le animazioni, legnose e ripetitive.

Se sul piano tecnico il titolo mostra più volte il fianco, anche per via di un frame rate inspiegabilmente ballerino vista la pochezza di poligoni a schermo, dal lato gameplay il titolo tenta di risollevarsi e in parte riesce in tale obiettivo. Transformers: Battlegrounds infatti non si allontana troppo dalle regole e dalle meccaniche familiari stabilite da altre serie di tattiche come il già citato XCOM o Fire Emblem, e da questo punto di vista il titolo funziona in maniera ottimale.

Transformers: BattlegroundsDurante l’avventura, divisa in quattro atti, avremo la possibilità di comandare sei dei più celebri Autobot, ovvero Bumblebee, Arcee, Windblade, Wheeljack, Grimlock e ovviamente lui, Optimus Prime. Ogni personaggio appartiene ad una delle tre classi che determina le proprie abilità sul campo di battaglia, ossia Scout, Brawler e Support. Il sistema di combattimento si basa su punti abilità che determinano di quante caselle ogni Autobot possa muoversi e quali abilità possa usare durante lo scontro. Ad ogni turno ogni Autobot partirà con tre punti abilità, più lontano ci si sposterà più punti verranno consumati, più sarà potente l’abilità utilizzata maggiore sarà la spesa di punti richiesta. Inoltre durante i combattimenti si riempirà la barra di Energon che servirà per eseguire un attacco bonus spendendo metà o tutto l’Energon raccolto. Tale barra si riempirà consumando punti abilità o posizionandosi vicino a delle casse di Energon sparse per le mappe di gioco. Dato che ogni Autobot ha una gamma così distinta di abilità, tutto questo si unisce per creare un sistema di combattimento particolarmente sfaccettato che diventa sempre più variegato sbloccando nuove abilità equipaggiabili.

Gli scontri sono decisamente divertenti, ma non sono di molto fantasiosi per quanto concerne gli obiettivi, i quali si limiteranno allo sconfiggere tutti i nemici, farsi strada verso un’area designata o semplicemente sopravvivere uno specifico numero di turni. Oltre alla mancanza di obiettivi davvero differenti tra loro, quello che manca a Transformers: Battlegrounds è un livello di sfida davvero adeguato. Per quanto si possano selezionare tre livelli di difficoltà la campagna è estremamente semplice da padroneggiare senza alcuna sfida sostanziale anche scegliendo le impostazioni di difficoltà più elevate. Giocando infatti alla massima, il gameplay non richiederà comunque una particolare abilità, e a parte un paio di missioni arrivare al termine dell’avventura sarà alla portata di tutti, anche di coloro che sono dei principianti in questo genere.

Robots in disguise

Transformers: Battlegrounds è infatti un gioco incredibilmente accessibile e intuitivo al quale qualsiasi giocatore può facilmente approcciarsi: questo da un lato è un fattore positivo per coloro i quali non si sono mai avvicinati agli strategici a turni, ma dall’altro potrebbe rivelarsi un elemento che potrebbe facilmente annoiare i veterani. Da questo punto di vista non aiuta di certo la rigiocabilità, che risulta pressoché nulla. A parte le già citate abilità, acquistabili dal negozio Wheeljack’s Lab presente nel menù principale, non sarà possibile personalizzare in alcun modo i vari Autobot. Nessuna skin, nessun accessorio, nulla. Una volta terminata l’esperienza, che durerà appena sei ore in totale, disinstallerete il titolo senza più metterci nuovamente mano.

A sopperire, in parte, a questa mancanza di contenuti ci pensa la Modalità Arcade che consentirà di giocare in cooperativa con un amico. Questa co-op mode include svariate modalità come Capture the Flag, Decepticon Grudge Match (che ci metterà nei panni dei nemici, cosa non possibile nella campagna in singolo), Energon Capture, Last Stand, Destruction e Cube. Inutile dire che questa modalità cooperativa ha senso solo se si ha qualcuno con la quale poterci giocare e che apprezza sia i Transformers che gli strategici a turni.

In conclusione, Transformers: Battlegrounds appare come un titolo senza troppe pretese, indicato esclusivamente ai fan dei robot targati Hasbro e neofiti del genere di appartenenza. Per tutti gli altri potrebbe rivelarsi un’esperienza priva mordente, che dà per scontati vari elementi ricorrenti dell’universo narrativo dei Transformers (la trama inizia in medias res senza dare troppe spiegazioni) e che non offre nessun tipo di sfida. Da segnalare in positivo il doppiaggio, sia in lingua originale che in italiano (il titolo ha infatti avuto un buon adattamento nella nostra lingua), mentre sono facilmente dimenticabili le tracce musicali, che scorrono in sordina durante gli scontri. Un prodotto ben confezionato ma che, purtroppo, non riesce mai a superare un certo limite.

Transformers: Battlegrounds

6

Transformers: Battlegrounds è un ottimo strategico in tempo reale, indirizzato principalmente ai i fan del franchise. Sebbene i veterani del genere possano trovarlo un po' troppo semplicistico, è comunque un'esperienza solida e gratificante che verrà apprezzata specialmente dai neofiti. D'altro canto però un maggior numero di contenuti, maggior novità per il genere e una resa grafica migliore avrebbero senz'altro giovato alla resa generale del titolo di Coatsink.

Paolo Saccuzzo
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

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