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Tunche – Recensione, l’Amazzonia tra Roguelite e Beat ’em up

Nel corso degli anni, sono sempre di più i titoli, soprattutto sviluppati da software house indipendenti, che cercano di avvicinarsi al pubblico riproponendo meccaniche che si avvicinano a quelle di vecchie glorie del passato, ovviamente adeguatamente rimodernate e adeguate al mercato odierno. È ovviamente il caso del titolo che esamineremo in questa recensione, ovvero Tunche, un particolare prodotto indie sviluppato da LEAP Games Studios e pubblicato da HypeTrain Digital che ha dalla sua parte un comparto tecnico davvero d’impatto e la fusione delle meccaniche Roguelite a una scheletro tipico dei Beat ’em up. Il team di LEAP Game Studios, che aveva finora sviluppato solo titolo mobile e webgames – con una piccola parentesi dedicata a PS Vita -, sarà stato in grado tenere testa alle aspettative per questo primo lancio su PC, Xbox e Nintendo Switch? La risposta non è scontata; scopriamola in questa recensione di Tunche!

Tunche recensione

Sulle sponde del Rio delle Amazzoni

L’incipit narrativo di Tunche è davvero ispirato e si basa fortemente sulle influenze culturali dell’Amazzonia. L’evidente studio della cultura e della religione del luogo dà infatti vita a un mischiarsi di personaggi e avventure tipiche del folklore delle popolazioni che vivono nella Foresta Amazzonica. Faremo subito la conoscenza dei cinque protagonisti – che daranno il via a cinque storie differenti, grazie alle loro caratteristiche uniche – che, nonostante caratterizzate da background profondamenti diversi, hanno tutte in comune un solo obiettivo: trovare lo spirito del fiume Tunche, l’unico che potrebbe salvare il territorio dalle malvagie creature che lo infestano.

La narrazione, che avviene principalmente attraverso l’utilizzo di dialoghi diretti, accompagna perfettamente il gioco e mette in piedi una trama davvero interessante che, attraverso l’utilizzo di sottili metafore, non si risparmia in quanto a critica sociale, facendo riferimento diverse volte alle problematiche ambientali che stiamo purtroppo vivendo. Grazie alle circa cinque ore necessarie per portare a termine l’avventura – una longevità decisamente adatta al genere di gioco -, potrete cimentarvi in avvincenti scontri in aree sempre diverse. Volendo completare il titolo con ognuno dei personaggi disponibili, ovviamente la longevità aumenta, ma si va incontro purtroppo a un grandissimo senso di ripetitività che non incita in nessun modo il giocatore a ripetere l’avventura con tutti i protagonisti.

Un Beat ’em up che non ti aspetti

Tastiera (o Joy-Con) alla mano, Tunche si mostra subito come un picchiaduro a scorrimento laterale che strizza l’occhio alle vecchie glorie del passato, ma in una chiave più moderna e decisamente più adatta al pubblico di consumatori di oggi. Seppur con un ritorno preponderante del genere Beat ’em up, che nell’ultimo periodo sta (ri)trovando sempre più spazio all’interno dell’industria – come non citare la riapparizione delle Tartarughe Ninja in Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge -, alla struttura tipica dei picchiaduro a scorrimento laterale, si vanno ad aggiungere alcune meccaniche di un genere che è sempre più apprezzato negli ultimi anni: quello dei Roguelite.

Attraverso i quattro mondi – o regioni – che compongono il gioco, ci si ritroverà a dover combattere con un’enorme quantità di nemici, ben diversificati e, soprattutto, difficili da sconfiggere. In Tunche si perde e si ricomincia da capo, un’infinità di volte. Il game over si traduce in un ritorno all’accampamento iniziale, da dove è possibile ricominciare l’avventura, mantenendo le abilità e gli oggetti accumulati durante la partita. Ogni personaggio è infatti dotato di un vasto albero di abilità con le proprie caratteristiche, che va ad arricchire un ottimo sistema di combattimento, fatto di movimenti fluidi, schivate veloci, combo e attacchi speciali. Gli oggetti sono invece ottenuti presso i mercanti presenti nei vari livelli, e vengono mantenuti anche dopo il game over, al contrario delle monete che vengono resettate a ogni run.

Come anticipato in apertura della recensione, è il comparto tecnico di Tunche a sbalordire maggiormente. Grazie a degli splendidi disegni realizzati interamente a mano, il colpo d’occhio e semplicemente sensazionale. Le animazioni risultano fluide e riescono a donare un tocco molto più frenetico al gameplay. Il design dei personaggi, così come quello degli oggetti e dei nemici, è davvero ispirato e suggerisce quanto la ricerca compiuta dal team di sviluppo su miti e leggende del folklore sudamericano sia stata importante. Anche il level design e le bellissime ambientazioni, che riprendono la bellezza della Foresta Amazzonica, riescono a stupire e risultano davvero ben realizzati.

Tunche

7

Tunche è un titolo davvero interessante, che richiama il genere dei beat 'em up e lo mischia con meccaniche da roguelite in grado di restituire una sensazione di nuovo e moderno da non sottovalutare. Purtroppo, a un buon sistema di combattimento profondo quanto basta, si aggiunge un grande senso di ripetitività. A contornare il tutto, uno splendido comparto tecnico fatto di disegni e animazioni interamente realizzate a mano.

Francesco Samperna
Nato nel mai troppo lontano 2002, la sua immensa passione per i videogiochi nasce quando prende in mano per la prima volta il Dualshock 2. Amante dei titoli action, è sempre alla ricerca di nuovi e luccicanti trofei di platino. Tra una partita e l'altra trova comunque il tempo per un po' di sano binge watching!

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