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Tuo, Simon – Recensione del teen drama dell’anno

Simon (Nick Robinson) è un ragazzo talmente tipico da risultare noioso e talmente fortunato da risultare antipatico. Ha una famiglia amorevole, con un padre sensibile e una madre attenta, una sorella adorabile che è anche una pessima cuoca, una bella casa in periferia, pochi veri amici ed è mediamente popolare sia coi professori che con i compagni. Ha solo un segreto. Un segreto bello grosso, almeno per come la vede lui. Simon è gay e non riesce a trovare il coraggio di rivelare ad amici e parenti chi è realmente, un po’ per principio (“PerchĂ© solo i gay dovrebbero sentirsi in dovere di fare coming out?!”), ma soprattutto per paura di perdere tutto, di venire escluso e ferito. Di rimanere solo. La strategia del protagonista è semplice: mantenere un basso profilo e fare coming out solo dopo il diploma (forse) e abbracciare finalmente la sua sessualitĂ  al college. Quando perĂ², comincia a intrattenere una relazione via e-mail con un ragazzo sconosciuto, nascosto dietro il nickname Blue, anche lui gay non dichiarato nella sua scuola, Simon sarĂ  costretto a fare i conti con le proprie paure e insicurezze, complice un bullo che minaccia di rivelare a tutti il suo segreto, e cercherĂ  di scoprire chi è veramente Blue.

Tuo, Simon non è sicuramente un film originale nĂ© privo dei tipici clichĂ© da teen dramedy, ma non per questo è un film senza cuore o pregi. Questo adattamento cinematografico del romanzo best-seller Non so chi sei, ma io sono qui (Simon vs. the Homo Sapiens Agenda) di Becky Albertalli ci pone di fronte a una questione non irrilevante: le cose sono cambiate o sono rimaste esattamente quello che sono? PuĂ² un ragazzo gay dichiararsi senza timore o deve gestire la sua sessualitĂ  con cautela?

In questo senso, complice una sceneggiatura non particolarmente originale ma ben costruita, Tuo, Simon adotta con grande efficacia il punto di vista di chi, come Simon, soffre per un conflitto interiore di cui non riesce a trovare soluzione, mentre la paura di non essere accettato o di essere scoperto finisce gradualmente per rovinare rapporti con chi gli sta intorno. D’altronde, per tutta la durata del film, non si puĂ² non notare come il peggior nemico di Simon sia Simon stesso, incapace di rifiutare il ricatto da parte del bullo, di confidarsi con amici e parenti che hanno dimostrato in piĂ¹ di un’occasione di essere aperti e comprensivi o anche solo con il “gay della scuola”, che saprebbe esattamente che consigli dargli. Invece, la ricerca goffa e ossessiva di Blue, l’unica persona con cui sente di poter parlare apertamente, lo distoglie dalla realtĂ , dal capire a chi potersi appigliare e allontanando gradualmente chi gli offre una mano. Tutto questo è molto chiaro in Tuo, Simon, chiaro senza perĂ² essere banale, attento a non delineare il protagonista come caso limite, ma uguale a qualsiasi altro adolescente nella stessa situazione, senza essere, perĂ² stereotipico. Ne risulta un coinvolgimento onesto, una visone pulita e cristallina, un messaggio forte.

Tuo, Simon

8

Complice una sceneggiatura ben costruita, Tuo Simon adotta con grande efficacia il punto di vista di tutti coloro che, come Simon soffrono di un penoso conflitto interiore, senza perĂ² essere banale o stereotipico. Ne risulta un coinvolgimento onesto, una visione pulita e cristallina, un messaggio forte.

Pierfranco Allegri
Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attivitĂ  cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it

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