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Undertale – Recensione

E’ tutto iniziato così: amico: “Marva gioca ad Undertale, sicuramente ti piacerà! Ha una grafica retrò proprio come piace a te e poi è un INDIE!” Io: ”Mhe… vabbè tanto gli Indie sono l’unica cosa che mi danno una sfida concreta ora come ero… COMPRIAMOLO!”

Ed è così che scopri un mondo dietro ad un gioco così semplice, complicato e ben congegniato che non avevo mai visto; quando ho sconfitto finalmente l’ultimo Hard Boss poi ho sentito il mio cuore battere ed una pelle d’oca provata l’ultima volta quando termina Super Mario 64. Bhe ragassuoli Undertale è questo e molto, molto di più!

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Iniziamo il gioco, mettiamo il nome e via, un gioco di ruolo come tutti se non fosse che fin dai primi minuti vieni confuso a morte da un fiore parlante che ti spiega che in questo mondo o uccidi o vieni ucciso; e vedremo che si potrà risparmiare i nostri avversari e facendoci capire che basta parlare per risolvere i problemi… ora cosa fare? Bhe è semplice, giocheremo di ruolo decidendo cosa fare, uccidendo personaggi così da prendere Exp e e Gold e quindi, salire di livello, oppure interagire con loro, non prendere esperienza ma capire il modus operandi di ogni mostro, farceli amici risparmiandoli e facendoci regalare delle monete d’oro per il disturbo? La scelta sta a voi, non c’è una via giusta o una via errata in questo gioco, ogni scelta che farete però porterà a delle conseguenze, anche semplicemente di dialogo, differenti l’una dall’altra; dove la modalità RPG verrà alternata da puzzle interni al gioco e segreti che via via si scopriranno giocando ed interagendo col mondo dei mostri. Bene, abbiamo sconfitto mostri, risparmiati Boss e arrivato alla fine del gioco ed ora? Bhe ora il piccolo Flowey ci dirà che non abbiamo fatto come ci aveva detto ma comunque ha apprezzato il nostro operando facendo notare dei nostri errori e aiutandoci a compiere la nostra missione definitiva resettando il mondo e facendoci scegliere 2 strade: la strada del genocidio del fiore parlante e quella del pacifista della mammina Toriel.

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Analizziamo bene il discorso “combattimento” (metto le virgolette perché è più una schermata di interazione), dove dovremmo metterci anima… ed anima, perché sarà la nostra anima da umano, racchiusa in un cuore rosso, a dover fare tutto! I combattimenti sono a turni, noi avremo la possibilità di fare la prima mossa attaccando usando il pulsante FIGHT, interagendo con uno dei nostri avversari col pulsante ACT, utilizzando un oggetto di cura, equipaggiare un arma o un armatura tramite il pulsante ITEM, e avere la possibilità di risparmiare un nemico (?) tramite il pulsante MERCY. Una volta fatta la nostra scelta sarà il turno del nostro opponent e lì dovremmo usare le frecce direzionali per evitare le skill offensive che lanceranno nel cubo dal bordo bianco; ogni avversario avrà un abilità differente e se un altro mostro sarà con lui faranno delle combo offensive.

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Il gioco ci porta difronte ad un vero e proprio problema morale: uccidere i personaggi o non farlo? Interagire con loro nel modo giusto o scappare da essi? Questa scelta viene intuita fin da subito dal giocatore, facendoci capire che uccidere è la cosa errata da fare ma, quando siamo costretti a farlo per andare avanti? Quando dobbiamo fare una modalità da genocidio e dobbiamo uccidere tutti i personaggi amati fino a poco prima… come possiamo comportarci? Qui ci viene in aiuto la modalità True Pacifist, una modalità dove verrà premiata la nostra bontà e dove ci verrà svelato il finale “buono”, quelli che un pò tutti dopo la seconda run di gioco si aspettano. Ed ora ci aspetta la “Genocide”… dovremmo resettare il mondo di nuovo ed uccidere qualsiasi cosa ci si pari davanti finché più nessuno verrà da noi, dovremo battere nuovi boss e scoprire un lato davvero spaventoso del gioco stesso e la cosa più spaventosa è che siamo noi a muovere il personaggio. Personalmente ho ragionato molto prima di fare questa modalità, ma sono andato avanti spinto dalla voglia di conoscere e sapere. Capisco la scelta di molti di fermarsi alla True Pacifist ma fidatevi, questa modalità, anche se dura da digerire, vi darà quelle chicche in più che vi serviranno per avere un quadro completo della trama superintricata che si trova dietro ad Undertale.

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Il comparto visivo, data la grafica 8bit, è quello che è; ma a compensare questa mancanza arriva un comparto sonoro non da poco.

Un gioco molto interessante che vi lascia sempre a bocca aperta, ma non sarà mai spalancata come quando arrivano i titoli di coda e scopri che quasi tutto il gioco è stato sviluppato dalla stessa persona, creatore del gioco stesso, Toby Fox. Un gioco in 8bit con personaggi indimenticabili, musiche che rispecchiano il momento e l’anima della situazione dove ci si trova, una storia fantastica che cambia ed evolve in base alle nostre scelte, e che ci spingeranno a rigiocare Undertale fino allo sfinimento.

 

 

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9

Undertale è un gioco che non invidia nulla ai giochi tripla A del momento e che sicuramente vi darà emozioni e cose che sono sicuro non avete provato da tempo!

Marcello Santucci
Cresciuto a suon di Game Boy e Sega Master System; Marva non avrebbe potuto far altro che crescere come un NINTENDARO DOC! Ora è qui, insieme a suoi colleghi di GL per darvi il meglio della qualità dal punto di vista grafico e non solo ;)

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