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Valorant – Anteprima, provata la Closed Beta dello shooter di Riot Games

Dopo aver analizzato il nuovo sparatutto di Riot Games all’interno della nostra specifica anteprima, abbiamo avuto la possibilità di giocare in anticipo la Closed Beta di Valorant. Questa può essere fruita dagli utenti attraverso la piattaforma di Twitch, dato che è necessario solamente seguire delle dirette per avere la possibilità di riceverla sul proprio account. Grazie alla suddetta iniziativa il progetto è finalmente testabile prima dell’uscita, considerando tuttavia che il periodo di Beta si estenderà fino a che l’opera non verrà pubblicata ufficialmente, nella confermata finestra di lancio relativa a quest’estate. Il gioco è attualmente più che fruibile ed è stato in grado di mostrarsi appieno anche in questa primissima fase, vediamo insieme cosa è pronto a dimostrare Valorant!

Valorant

L’identità di Valorant

Chiariamolo subito: Valorant non è un clone di Counter Strike: Global Offensive, ed è possibile reputarlo tale solo nel caso in cui non lo si abbia ancora quantomeno assaggiato. Impossibile negarlo, l’intero concept è stato certamente ben assorbito dal noto titolo targato Valve, assieme a moltissime meccaniche protagoniste dei match. Definire il gioco una copia però, è decisamente impreciso e irrispettoso per il lavoro svolto da Riot Games, che ha provato dalla sua a reinventare un brand con meccaniche e idee moderne, riuscendoci sotto molti aspetti.

Nel gioco non si è infatti chiamati a impersonare semplici terroristi o soldati, ma dei veri e propri eroi con peculiarità e caratteri. Il character design è semplicemente eccezionale, visto quanto riesce a rendere nonostante le necessità tecniche più che abbordabili, anche se le personalità dei combattenti non sono state particolarmente accentuate. Tuttavia, abbiamo a che fare con una differenziazione che in termini di gameplay è più che marcata e funzionale, la quale renderà le partite completamente diverse in base al soldato che decideremo di impersonare fra i 10 attualmente disponibili.

Valorant riesce a modernizzare la formula brevettata da Valve con interessanti meccaniche ben bilanciate

È bene notare che già dalla selezione del proprio personaggio le meccaniche da MOBA si mostrano in gran stile, dato che sarà necessario utilizzare il nostro alter-ego per l’intero corso della partita, la quale si attesta sempre oltre i 30 minuti. A rendere decisamente più particolare Valorant – rispetto ad altre opere competitive ma più antiquate – sono proprio queste meccaniche che contornano il sistema di shooting e di audio estremamente tecnici, facili da comprendere nella base ma estremamente difficili da padroneggiare al meglio per competere.

Un nuovo capostipite del competitivo

Nonostante sia un’opera della “nuova guardia”, che riguarda i titoli attuali in genere meno puntati al competitivo estremo, Valorant riesce a mostrare più possibilità in quest’ambito rispetto a Counter Strike: Global Offensive. Le abilità non sono infatti semplici da utilizzare, e non garantiscono una svolta a proprio favore nella partita. Con un time-to-kill quasi nullo, in certi casi bisogna utilizzare le proprie mosse con estrema tattica e gestione, il che aggiunge ulteriori variabili alla forma dello sparatutto brevettata inizialmente da Valve. È necessario formare determinate team comp, conoscere anche le possibilità degli avversari, e imparare quando è il caso d’investire denaro nelle prime fasi di gioco per comprare utilizzi delle abilità, considerando anche che, se non calibrate, queste possono danneggiare sé stessi e la propria squadra. L’acquisto delle armi viene ponderato anche in base alle peculiarità del proprio team, dato che la possibilità di mirare è essenziale con alcuni personaggi. Insomma, una serie di variabili divertenti e apprendibili con le semplici ore di gioco, che rendono il tutto allo stesso tempo più vario e competitivo, quanto decisamente meno stantio.

Valorant

Con le peculiarità aggiunte in Valorant, l’esperienza acquista molte variabili che la rendono più fresca e competitiva

Ciò che configura come riuscita quest’evoluzione del concept di gioco – che per quanto ispirata ad altri titoli a fornisce sensazioni del tutto originali brillando di luce propria – è l’importanza fondamentale delle armi. Le skill non vanno in alcun modo a sostituire le bocche da fuoco, ma sono un accompagnamento che permette di creare situazioni utili per aprire le danze, bloccare i nemici o individuarli, come moltissimi altri effetti ben variegati che in alcun modo mettono da parte la sempre essenziale abilità del giocatore mouse e tastiera alla mano. Queste risultano inoltre essenziali per ridurre il fenomeno del camping nelle mappe decisamente piuttosto estese e contorte. I dubbi nati dopo l’annuncio del gioco riguardavano proprio l’aggiunta delle abilità, che se non gestita al meglio avrebbe reso l’esperienza estremamente simile al concept di Overwatch, ma la cura posta dallo sviluppatore è riuscita a fornirci un’opera diversa che mostra inedite da una nuova prospettiva.

 

Proiettile messo a segno

In conclusione possiamo confermare che il sistema di gioco pensato per Valorant è riuscito a colpire a segno. Nonostante il titolo presenti diverse similitudini con altri capostipiti del genere degli sparatutto competitivi, riesce a essere originale e ben bilanciato, oltre che divertente da giocare. Passando dall’economia al sistema di shooting, le meccaniche già note sono state riviste e implementate assieme a delle nuove e spesso strabilianti features. Il comparto tecnico si è mostrato già nella beta davvero sorprendente, in quanto tutti i match riescono a essere ben bilanciati in ogni occasione.

La grafica è piacevole da osservare e i cali di frame sono completamente assenti, tutto viene pensato per mettere i giocatori sullo stesso piano, dall’hardware alle meccaniche in-game. I quitter vengono infatti compensati da dei riconoscimenti in oro per chi rimane in partita, che permette un comeback in ogni caso. Notevole anche l’assenza del pay to win, dato che il sistema di economia è legato solamente a elementi estetici e allo sblocco di ulteriori personaggi, comunque ottenibili macinando ore di gioco. L’unico dubbio che permane attualmente è legato al supporto post-lancio del gioco, e all’aggiunta di nuovi contenuti come le necessarie modalità classificate, nuove mappe e personaggi. Ulteriori modifiche nel gioco potrebbero fare inoltre piacere, come l’aggiunta del fuoco amico e una velocizzazione della fase early già però resa abbastanza dinamica dalla possibilità di posizionarsi durante gli acquisti.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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