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Vampire The Masquerade V5 – Recensione

Lo abbiamo visto sotto molte vesti, ma se vogliamo parlare delle origini del progetto Vampire: The Masquerade, dobbiamo arrivare intorno agli anni 90, quando il gioco venne lanciato nel suo bellissimo manuale base. Da allora, nonostante il gioco abbia ricevuto nuove edizioni, mai fino ad oggi avevamo assistito ad un cambiamento significativo delle meccaniche di gioco. Abbiamo potuto sperimentare a lungo il GDR cartaceo sotto molti punti di vista, e oggi ne parliamo su questo articolo per evidenziare i cambiamenti significativi che rendono, ad oggi, questa versione una delle migliori in assoluto.

L’anima

Vampire: The Masquerade si è sempre caratterizzato per una personalizzazione dei personaggi più caratteriale che estetica: parliamo proprio di vere problematiche che rendono il viaggio all’interno di avventure basate in questo mondo – noto a molti ora più che mai – estremamente introspettive. Insomma, i vampiri devono bere sangue, e questo porta inesorabilmente a problemi etici, morali e legali: i videogiocatori lo hanno visto con Vampyr, i fan delle serie tv con Buffy. Essere un vampiro non è assolutamente facile, e questo è estremamente spiegato bene in Vampire: The Masquerade.

 

In questo GDR quindi ci troviamo a vivere un contesto oscuro, cupo, fatto di malvagità e dove il definirsi eroi è un’utopia. Potrete infatti continuare a ruolare il personaggio scegliendo se perseguire valori buoni o malvagi, così come potrete pensare a voi stessi o al prossimo. Eppure, a bussare alla porta ogni volta ci sarà sempre la Fame. Proprio la scelta di come gestirete questa voglia di sangue cambierà il vostro approccio al gioco, facendovi allontanare o avvicinare a seconda del modo in cui agirete. A complicare queste scelte ci sarà la duplice vita di un vampiro: se di notte potranno infatti girare nel mondo umano senza problemi, di giorno dovranno vivere nella società degli inumani, unico riparo dalla luce del sole.

Se le dinamiche dei rapporti con altri umani (e non) sono molto interessanti, giocando anche sulla devozione e sul sangue di vampiro che, ingerito dagli umani prolunga la vita a discapito di una continua e sempre più totale devozione verso di loro, la parte che ci è parsa più interessante è quella politica e sociale. I vampiri infatti non sono delle bestie, ma vivono in una società formata principalmente da creature della notte: per questo essi verranno divisi in due fazioni. I Camarilla, devoti alla legge e all’ordine, e il Movimento Anarchico, composto da chi invece preferisce vivere in modo naturale. A differenza degli umani, entrambe le fazioni però hanno un obiettivo in comune: celare la loro esistenza al mondo umano. Questo obiettivo è definito Masquerade, come recita il titolo. Qui interviene però la modernità della versione 5: in un mondo dove la tecnologia la fa da padrona, è sempre più difficile rimanere celati al mondo umano, e questo sarà un grande problema che i giocatori si porteranno avanti per tutte le sessioni.

I vampiri nel gioco sono divisi in 7 clan diversi:

  • Brujah: i ribelli
  • Gangrel: i selvaggi
  • Malkavian: i più percettivi ma allo stesso tempo pazzi
  • Nosferatu: dall’aspetto orripilante
  • Toreador: quelli artistici
  • Tremere: stregoni del sangue
  • Ventrue: pensano di essere nati per comandare

Inoltre, saranno presenti i Caitiff, quei vampiri senza clan, ovvero senza una discendenza di sangue o caratteriale, e i Thin Blooded, persone che ormai hanno perso quasi del tutto le tracce di vampiro nella propria discendenza.

La scelta del Clan influenzerà il vostro gioco fin dal principio: essa infatti vi darà una debolezza (che verrà attivata dai fallimenti della Fame) e tre punti in discipline, che andranno da quelle più fisiche a quelle di controllo emotivo, fino a abilità di alterazione dell’aspetto o del controllo degli animali.

Andando nel vivo dell’azione, il gioco utilizza un sistema basato sul d10 (nonostante ci siano anche dei dati personalizzati ma non necessari). I personaggi avranno dei punteggi che possono andare da 1 a 5, e che caratterizzeranno i vari vampiri in gioco tramite l’influenza di questi valori nelle azioni. I valori saranno divisi in Fisici (Forza, Destrezza, Stamina), Sociali (Carisma, Manipolazione e Compostezza) e Mentali (Intelligenza, Ingegno e Risolutezza).

Nonostante questo, il gioco lascia molto spazio allo storyteller, il Dungeon Master di questo gioco. Ad aggiungere pepe alla sfida ci sarà il Dado della Fame, che verrà lanciato (o lanciati) a seconda di quanta voglia di sangue il vampiro ha: questo, a zero soltanto dopo aver prosciugato un umano, andrà ad influire nei lanci portando a risultati eccezionali o fallimentari. Sebbene per il giocatore sia interessante riuscire nei suoi lanci, la parte più divertente rimane il fallimento, che spesso sfocerà in impulsi spinti dalla propria natura (e da quella del clan di appartenenza).

Umanità

Nel gioco sarà vitale gestire il proprio valore umanità, influenzato molto dalle scelte prese durante il gioco. Se infatti un’umanità livello 7 vi farà sembrare come gli umani, già scendendo di livello il pallore e la decomposizione del corpo influenzeranno i vostri lanci sociali, portandovi a trovare difficoltà anche solo per scoprire un’informazione da un barista di una cittadina.

A complicare la situazione, ci saranno i vantaggi: sebbene potrebbe sembrarvi strano, avere dei vantaggi vi porterà a spendere punti anche sulle debolezze. Fidatevi quando si dice che non contano i pregi ma i difetti: Vampire: The Masquerade vi farà pagare cari i vantaggi presi con queste debolezze che andranno a rovinare i vostri piani ogni volta che vi sembrerà di farla franca.

Differente

In tutto ciò, questa edizione colpisce subito agli occhi con delle differenze sostanziali dalla V20. Sicuramente la gestione della Fame e l’inserimento del tipo di Predatore sono novità interessanti da giocare, visto che approfondiscono di molto l’esperienza. Purtroppo la V5 si adatta ad una mentalità più generalistica, bloccando la libertà di creazione del proprio vampiro in favore di una scelta più facile. Eppure questa decisione non pesa, soprattutto se riusciamo a vedere oltre la nebbia: la quinta edizione di Vampire: The Masquerade non è un compendio che aggiorna le regole, ma un vero e proprio fresh start verso qualcosa di nuovo e interessante. Apre le porte ai nuovi giocatori, si lascia leggere con facilità e con un’impostazione grafica moderna, e fa manovre già viste in giochi come Dungeons & Dragons che, senza dubbio, hanno portato beneficio al brand. Nuovi clan, nuove dinamiche e nuovi modi di pensare al gioco di ruolo cartaceo rendono la V5 l’edizione perfetta per avvicinarsi ad un GDR cartaceo fresco e moderno, nonostante si basi su un mondo che tra poco festeggerà i suoi 30 anni.

Vampire The Masquerade V5

9

Con delle regole riviste, una modernizzazione dell'ambientazione e l'inserimento di regole più semplici da imparare, Vampire: The Masquerade V5 è il momento perfetto per approcciare il gioco per la prima volta, che siate voi assidui frequentatori o semplici nuovi arrivati.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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