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Vesper – Recensione di un viaggio incredibilmente ispirato

Il passato da sempre custodisce un fascino tutto particolare strettamente legato agli ambiti creativi dell’essere umano. Si tratta di un legame particolare, definito non soltanto attraverso le lezioni e le evoluzioni, ma anche attraverso le emozioni, le sensazioni che gli anni passati offrono e ci offrono, arrivando a costruire un vero e proprio ponte personale dal quale attingere e trarre sempre qualcosa. Non si può scrivere una recensione di Vesper senza parlare un minimo del passato del medium videoludico, e di tutto il fascino che ha esercitato sia sui suoi sviluppatori che su coloro che approcciarono il mezzo durante gli anni ’90. I richiami a quel periodo storico si palesano fin dai primissimi momenti di gameplay, gettando le basi di un’esperienza non troppo diretta nei suoi intenti, ma comunque estremamente affascinante dal primo all’ultimo momento. Fuso a tutto ciò troviamo una sensibilità espositiva tutta contemporanea, pronta a rielaborare gli stilemi degli anni suddetti, levigandoli servendosi di una sensibilità silenziosa che ogni appassionato conosce bene, o ha imparato a conoscere e decifrare.

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Vesper è un videogioco in uscita per PC il 30 luglio e sviluppato da Cordens Interactive. Si tratta di un’avventura nella quale gli elementi più classici del genere platform arrivano a fondersi con puzzle ragionati, un comparto artistico molto studiato e una narrazione che procede seguendo una strada non troppo diretta, ma comunque abbastanza leggibile nel suo incedere. Sulle prime, almeno partendo dalla sua estetica, potrebbe ricordare videogiochi come Limbo, con richiami palesi anche ad Oddworld: Abe’s Oddysee, incorniciati da una modernità che ne rinfresca gli stilemi.

Una storia tutta da scoprire

In una recensione di Vesper, ovviamente, non sarebbe corretto parlare approfonditamente della sua trama, anche perché uno degli elementi più magnetici del titolo risiede proprio nella progressiva scoperta di questa, di quello che ci sta accadendo intorno, del perché e del per come. Come facilmente intuibile, si tratta di un videogioco che non si apre con un lungo spiegone o con qualche riga di contestualizzazione generale; piuttosto si viene immediatamente lanciati nel primo capitolo (ogni capitolo ha un nome ed è accompagnato da una sorta di frase identificativa estremamente evocativa), e nelle vicende che lo caratterizzano. Non si conoscono i dettagli di ciò che accade, non si comprende chi sia il protagonista che stiamo guidando, ed i vari perché a giustificare le vicissitudini intorno all’ambientazione. L’unica cosa che ci è possibile fare è quella di avanzare. 

Una cosa la sappiamo però, la parola Vesper che fa da titolo è direttamente legata alla storia, specificatamente parlando a ciò che accade fin dall’inizio dell’avventura. Tutto, infatti, si apre con il cosiddetto “Protocollo Vesper”, protocollo che getterà il mondo di gioco nella situazione in cui lo troveremo giocando. Noi avremo la responsabilità di guidare un piccolo drone di nome Seven, il protagonista, attraverso i meandri di un contesto apparentemente in rovina, caratterizzato da scorci piuttosto malinconici. Sarà proprio il muoversi di luogo in luogo a chiarire, a poco a poco, quanto sta avvenendo e quanto accaduto, attraverso messaggi ed interazioni particolari, cercando di sopravvivere in contesti pericolosi e aggressivi.

Un platform puzzle anni ’90

Come detto anche sopra gli sviluppatori di Vesper hanno tratto moltissimo dai classici titoli appartenenti agli anni ’90, e se si è giocato o vissuto questo genere di lavori, moltissime cose risulteranno facilmente riconoscibili nell’immediato. Indossare i panni di Seven non sarà sicuramente facilissimo, anche perché a sua disposizione, almeno nelle prime fasi di gioco, avrà solamente sé stesso e l’acume di chi sta giocando. Da qui fuoriescono le prime dinamiche strutturali del gioco, con una pluralità di possibilità di azione, in cui il ragionamento di chi gioca la fa da padrona. Davanti a noi sfileranno una serie di nemici caratterizzati da elementi distintivi, i quali potranno essere arginati e superati sfruttando gli elementi ambientali a nostra disposizione. Da qui l’anima puzzle di Vesper, la sua identità razionale a dinamizzare gli intenti. Il giocatore potrà quindi saltare, nascondersi sfruttando fasi stealth, correre, rallentare e finanche bloccare i nemici con i marchingegni sparsi lungo il cammino.

Vesper recensione

La situazione cambierà con l’ottenimento della Drive Gun, un’arma misteriosa la quale introdurrà il secondo elemento centrale di Vesper: la luce. Quest’arma, infatti, sarà in grado non soltanto di assorbire la luce ma anche di sfruttarla in più modi differenti, sbloccando alcuni puzzle, distraendo i nemici e anche controllandoli. L’interazione quindi come perno della propria avanzata, fusa ad uno studio di tutto ciò che ci circonda. L’utilizzo della luce a indiscrezione di chi si trova dall’altra parte, cercando di toccare una pluralità di nuove possibilità che vi consigliamo di approfondire con una seconda run (obbligatoria nell’eventualità in cui si voglia vivere in toto il titolo).

La recensione del comparto artistico di Vesper 

Dal punto di vista artistico Vesper da il suo massimo, generando un viaggio estremamente ispirato e disegnato da uno studio creativo intorno all’utilizzo delle ombre. Proprio attraverso queste si notano maggiormente alcuni richiami contemporanei, esteticamente parlando, i quali contribuiscono a definire la fascinazione principale dietro ad ogni singolo passo che si compie. E’ proprio il mondo di gioco stesso a parlare direttamente e indirettamente, quasi più delle linee di testo che s’incontrano durante i vari eventi, quasi più dei nemici e del comparto sonoro.  Ne fuoriesce un ambiente sospeso tra sogno e realtà, in un “muoversi” cromatico indecifrabile a parole. Attraverso il proprio ambiente, il proprio mondo, Vesper racconta e si racconta agli occhi di chi sa guardare e ascoltare, sfruttando dei silenzi che restano tali soltanto in apparenza, in una prolissità cromatica e pittorica pronta a catturare fin dai primi momenti. L’osservare quello che accade dietro al protagonista è, infatti, fondamentale.  Fuso a tutto questo troviamo un comparto sonoro molto attento anche alle più piccole cose, fondamentale elemento di accompagnamento a tutto quello che si può osservare.

Vesper recensione

Vesper, insomma, risulta essere senza dubbio un titolo piuttosto affascinante nel suo insieme, uno di quei progetti che si staglia sul mercato accompagnato non soltanto da un palese sentimentalismo creativo, ma anche da uno studio, da un’attenzione pronta a celebrare un periodo preciso della “storia dei videogiochi”, riproponendolo in una chiave che merita di essere esplorata. Pur nel suo semplicismo apparente si tratta di un lavoro parecchio ispirato e mosso da un’amore quasi tangibile e da incentivare verso il futuro, verso quelli che saranno i prossimi lavori del team italiano Cordens Interactive. Si tratta, infatti, di una start up con questo primo videogioco all’attivo. L’esordio di due ragazzi, Tommaso Loiacono e Matteo Marzorati i quali, come tutti noi, hanno cercato di dar forma a un sogno che, nel suo piccolo, merita di essere esplorato.

Vesper

7.5

Con Vesper ci troviamo davanti a un titolo piuttosto particolare e sicuramente affascinante nel suo porsi, un lavoro con solide basi piantate nel passato, levigate comunque dagli stilemi contemporanei. Ne fuoriesce un prodotto difficilmente etichettatile di primo acchito, con l'obbligo di un'esplorazione approfondita e di uno studio anche da parte del giocatore stesso. Il semplicismo di alcune sue dinamiche viene comunque valorizzato dal comparto artistico pronto ad elevarne i lineamenti delicati, nostalgici e cupi, in un susseguirsi di schermate che sanno bene come interagire con chi avrà l'ardire e la curiosità di avventurarcisi.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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