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WarpTrough – Recensione dell’action platform di Roofkat Games

Lo studio Roofkat Games è stato fondato poco più di un anno fa, da un singolo individuo carico di passione con delle idee ben fissate nella mente, come si può evincere nel suo video caricato sulla piattaforma di Youtube. Dalla vera anima dell’indie nacque quindi il progetto WarpTrough, un titolo con un budget a dir poco risicato, quasi inesistente, che non vuole però essere un prodotto scadente. Con un’ironia e qualche evidente limite tecnico il titolo è infatti in uscita sugli scaffali virtuali, per adesso relegati al mercato PC su Steam. Abbiamo potuto provare quest’atipica esperienza in anteprima, e siamo qui con la nostra recensione per dirvi com’è andata… sarà riuscita l’ambizione a far venire a galla un’opera degna di competere con il mercato odierno?

Parola d’ordine: Indie

WarpTrough è un videogioco che ha carisma da vendere, la sua area caricaturale e da prendere poco sul serio è davvero pungente, e riesce immediatamente a farsi riconoscere. Sin dalle prime battute, già quando bisognerà scegliere il layout dei comandi per proseguire, non mancheranno delle simpatiche affermazioni che faranno immediatamente mettere il giocatore a proprio agio, creando un’atmosfera che vuole far tutto tranne che prendersi sul serio. Il comparto grafico in pixel art può infatti essere, a primo impatto, una barriera d’ingresso un po’ ardua da superare, in quanto non particolarmente ben realizzato, e le bande nere ai lati dello schermo non fanno che aumentare lo sconcerto. Tuttavia, il consiglio principe è quello di non fermarsi ai dettagli. Attraverso l’utilizzo dell’ironia lo sviluppatore è riuscito a mascherare piacevolmente i limiti tecnici della produzione, riuscendo a creare un prodotto mal confezionato… ma comunque particolarmente piacevole da fruire. Senza infatti perdere troppo tempo l’opera riesce a catturare l’anima di chiunque si approcci a questa particolare avventura, creando moltissima curiosità per l’ambientazione e per tutto quello che circonda la protagonista che si è appena svegliata…

Mostri, demoni e portali sono i protagonisti di WarpTrough

 

Una volta tolte le coperte e usciti allo scoperto ci si trova immediatamente davanti ad una storia che è davvero un colpo al cuore. Siamo in una base circondata da demoni, con una sorta di famiglia che sta confabulando qualcosa legato a dei misteriosissimi portali, con quelli che sembrano essere degli esperimenti in corso. Alcuni mostri, che circondano l’ambientazione, non mancheranno di farsi notare in fretta, ed è anche simpatico scoprire come sul tetto ci sia un simpatico easter egg che ricorda la software house Roofkat, che vi lasciamo scoprire in autonomia.

Prima di venir lanciati nel gameplay vero e proprio, con delle linee di dialogo – pienamente in tema con la natura del titolo – ci viene spiegata la situazione del mondo di gioco. Non si tratta di un prodotto che vuole conquistare le vette della narrazione, ma la trama è interessante e nosense al punto giusto, quanto basta per farsi interessante. Bisogna notare che non è presente alcuna localizzazione se non quella in lingua inglese, e che non è neanche presente del doppiaggio, il comparto sonoro in generale è abbastanza minimale ma comunque piuttosto piacevole, sia per quanto riguarda le OST che considerando gli effetti sonori in generale. Il comparto grafico e tecnico possono quindi definirsi bocciati, ma ciò non vuole che l’intera esperienza debba poi esserlo.

Purtroppo la trama non verrà approfondita al meglio e non sarà ovviamente sfaccettata, dato che la durata della campagna principale gioco si attesta generalmente sotto le due ore, in base ovviamente all’abilità del giocatore può durare anche molto più o meno. Saranno però presenti delle scelte all’interno del comparto narrativo, sapientemente sfruttate in quanto non legate a delle linee di dialogo ma a delle vere e proprie azioni da compiere.

Se vuoi sopravvivere sta fermo… senza restare lì impalato!

Il gameplay di Warptrough è fondamentalmente semplice e complesso allo stesso tempo, ed è la tanto ricercata boccata d’aria fresca che chi afferma che il mercato sia saturo cerca senza alcun dubbio. Abbiamo tra le mani un platform action, in cui la mobilità e la velocità sono all’ordine del giorno, come anche tonnellate di nemici pronti ad uccidere i personaggi in un singolo ed unico colpo suicida. Quello che subito risalta all’occhio una volta aperto WarpTrough è però che i comandi sono solamente 4: quelli di movimento, anche se eventualmente il salto è utilizzabile per sostituire il tasto che punta verso l’alto. Si potrebbe quindi immaginare che i mostri non vadano sconfitti e che quindi l’obiettivo sia solamente sfuggire da questi con il fine solamente di raccogliere degli oggetti, rimanendo pacifici… ma tutta questa è solamente una realtà parziale.

Il sistema di combattimento è infatti presente ed è strettamente legato al movimento stesso. Per attaccare, con uno qualunque dei personaggi, è necessario fermarsi e poi muoversi per sferrare il colpo. Il gioco ha una natura particolarmente arcade, bisogna raccogliere una serie di portali senza morire, cosa che avverrà appena ci sarà una semplice colluttazione, e correre in lungo e in largo per le mappe è quindi necessario, anche se bisogna star fermi per attaccare. Questo piacevole mix riesce a creare un gameplay che sprona al ragionamento e alla velocità d’azione, con dei livelli sempre divertenti e al cardiopalma.

Lo stage termina semplicemente dopo che l’obiettivo è stato raggiunto, si torna a casa e dopo qualche accenno alla storia ecco la fase successiva. Tutte le hitbox sono in qualunque caso davvero approssimative, sia in positivo che negativo, ma nonostante ciò questo particolare combat system risulta particolarmente piacevole e divertente da fruire, anche se per poco tempo. Oltre alla modalità storia sono infatti presente altre due modalità, anch’esse tendenti all’arcade, che però non riescono ad offrire una longevità particolarmente appagante, ma che se si considera la natura indie del titolo risulta piuttosto adeguata. Bisogna notare inoltre che il sistema di combattimento ha il tempo per essere approfondito, e l’esperienza termina fortunatamente prima che questo diventi monotono ed inutilmente ripetitivo.

WarpTrough

7.7

WarpTrough è un titolo indie davvero particolare, che spicca positivamente per le sue qualità. Dei compromessi tecnici sono ovviamente presenti, ma Roofkat è riuscita a mascherarli nel migliore dei modi, proponendo un'opera con un carattere pungente ed un'elevata e accurata ironia di fondo. La longevità è il tallone d'Achille dell'esperienza, ma questa è stata probabilmente castrata per evitare che tutto scadesse nell'estrema monotonia. Opere come WarpTrough che riescono a proporre una formula completamente nuova senza far venire particolarmente a galla le proprie pecche, pur ovviamente presentandole per limiti di budget, sono sempre ben accette in un mercato che spesso si fossilizza su alcuni generi senza considerare le moltissime probabilità attuabili.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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