VideogiochiNews

Windtre: uno spot diventa esperimento sociale sulle gamer

Attraverso una collaborazione con lo YouTuber e gamer Tuberanza, Windtre ha realizzato uno spot in cui viene attuato un esperimento sociale che vede al centro le gamer, mostrando perché le ragazze giochino online senza microfono acceso. Il video è stato realizzato per sensibilizzare tutti ed è stato postato lo scorso 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il gamer è stato invitato a giocare con una PS5, che è ancora colpita dalla crisi di materia prima, con il microfono acceso e un modulatore che cambiava la sua voce in femminile, in modo da riproporre l’esperienza vissuta anche da moltissime ragazze. Le statistiche dicono infatti che il il 72% delle donne spegne le comunicazioni quando gioca online.

Il video, in evidenza in questa news, evidenzia alla perfezioni le ragioni di questa scelta, mettendo lo YouTuber in condizioni di non riuscire a continuare a sostenere una sessione online per più di tre ore. Tuberanza viene poi raggiunto da Diletta Belagi, YouTuber e ambassador Windtre delle donne.

I due si confrontano su quella che è la violenza di genere, che si mostra anche negli insulti dati alle donne quando giocano online, che porta molte di loro a staccare il microfono per evitare di essere interrotte o derise. Questo social experiment evidenzia ancora di più come quella percentuale che continua a giocare tenendo il microfono acceso sia la vera vincitrice della partita.

I commenti sotto al video su YouTube testimoniano ancora di più questo enorme e pesante numero, con esperienze di moltissimi videogiocatrici che raccontano delle loro sessioni online, piene di insulti e parolacce. Nonostante tutto moltissime di loro continuano ad andare avanti, esprimendo la loro libertà di essere donne gamer, che hanno trovato una nuova voce anche grazie a questo spot di Windtre.

La violenza di genere riguarda anche l’impedire a una donna di essere se stessa online ed è una pratica che deve fermarsi il prima possibile, grazie anche alla testimonianza di altre gamer o di esperimenti sociali come questo. La violenza va combattuta in ogni sua forma, anche all’interno del mondo dei videogiochi.

Fonte:
Jacopo Zuma Cerqua
Nato prima della caduta del muro di Berlino, appassionato di videogiochi, cinema, musica e tanto altro. Un po' nerd, un po' geek, se inizia a parlare di un argomento che gli sta a cuore difficilmente si ferma.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche