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Nintendo Labo: mi dispiace, ma con me non attacca

Non giriamoci troppo intorno, l’altra sera eravamo tutti molto entusiasti del tanto misterioso comunicato di Nintendo. Molti avevano frainteso la dichiarazione sotto il documento, dunque è molto probabile che alcuni utenti si aspettassero un altro tipo di annuncio. Ovviamente la grande N ha spiazzato, come al solito, tutti gli appassionati, proponendo una rivistazione in chiave cartone dei vecchi accessori Wii, sottolineando quella “Nintendo Difference” che ormai è da mesi sulla bocca di tutti. Cosa c’è di strano in questo Nintendo Labo? La risposta potrebbe essere il materiale con cui è costruito, ovvero il cartone, ma limitarsi a ridurre il tutto ad una semplice parola non sarebbe corretto, poiché qui c’è da sviscerare un concetto che va oltre al semplice prodotto. Insomma, qui spiegherò semplicemente perché, per me, Nintendo Labo non è davvero niente di che.

https://www.youtube.com/watch?v=P3Bd3HUMkyU

Partiamo dal principio: che cos’è Nintendo Labo? Quest’ultimo si basa su sagome di cartone che l’utente assemblerà e decorerà in maniera autonoma, così da poter sfruttare lo Switch e trasformare la console in quello che più gli aggrada: un pianoforte, una canna da pesca, una casa e così via, potendo creare tante varianti. Dunque il concetto base è quello di prendere il gaming come noi lo conosciamo e trasformarlo in un fenomeno di interazione che sfrutta forme geometriche, rendendo quindi l’esperienza non solo ludica ma anche creativa. Tutto molto bello no? Posso dire con certezza che da quando Nintendo Labo si è mostrata al mondo ho letto solo ed unicamente pareri positivi che spiegano come questo connubio tra videogiochi ed interattività possa diventare parte del futuro del gaming.

La maggior parte degli articoli difende questa nuova invenzione spiegando che, giustamente, non siamo noi il target di riferimento, ma bisognerà vedere poi come reagiranno i bambini davanti a questo tipo di prodotto. La verità secondo me è che non riuscite a trovare altre motivazioni perché è davvero impossibile che tutti, ma proprio tutti, siano rimasti conquistati come per magia da Nintendo Labo. Questo mio scetticismo generale però è motivato, e per spiegarlo al meglio dobbiamo fare un leggero passo indietro: Nintendo ha appena rilasciato Wii U, la console non ingrana, di giochi nemmeno l’ombra, l’utenza si comincia a stancare e tutto sembra che stia andando a rotoli. Poi, quasi all’improvviso, arriva Switch, che grazie soprattutto alle vendite di Zelda e Mario riesce a salvare la faccia dell’azienda rilanciandola sul mercato.

Eppure sembra che una patina d’oro copra gli occhi dei fan Nintendo (almeno i più accaniti), portandoli in un mondo dove fiori colorati e arcobaleni circondano il creato. I difetti di Switch, sebbene pochi, esistono, e passando tra discorsi relativi a JoyCon difettosi, poca presenza di titoli nei primi mesi (che fortunatamente ora si è risolta), quando parli al pubblico amante della grande N, sembra come se non esistessero. Non nascondo che anche io sono stato conquistato dal fascino dell’ultima avventura di Link, ma in ogni caso ho sempre creduto che qualcosa effettivamente non andasse, non nel gioco sia chiaro, ma proprio nell’utenza. Se tali problematiche fossero comparse in un’altra azienda, come sarebbero state le reazioni generali? I mesi successivi sono stati un continuo decantare Nintendo sotto ogni aspetto e sopra ogni aspettativa, tant’è che ho iniziato a pensare che ci sia l’obbligo morale di dover osannarla necessariamente, come se poi servisse a confermare quello che già è palese. Il web si è scatenato gridando al miracolo, come se all’improvviso Nintendo avesse fatto quello che le altre due concorrenti, ovvero Sony e Microsoft, non sarebbero mai riuscite a fare: la killer app del 2018.

Vi ricordate il progetto di Google Cardboard? Se non l’avete mai visto date un occhiata al trailer qui sotto. Se osserverete bene il filmato vi accorgerete che i due progetti, ovvero quello Google e quello Nintendo, utilizzano lo stesso mezzo: Google puntava alla VR basilare per tutti, Nintendo punta a periferiche basilari per tutti. Allora perché se ci prova Google nessuno grida al miracolo e se lo fa Nintendo si? Siete stati conquistati dagli accessori? Dai giochi? Dalle potenzialità?

Nintendo probabilmente questo discorso lo estremizza, creando una certa interattività non solo con il gioco ma anche con la console vera e propria, ma resta sempre un problema di fondo: la gente trova persino scomodo infilarsi il visore in testa, figuriamoci costruire o andare addirittura in giro con tutto quell’arsenale. Proprio per questo la maggior parte degli utenti difende questo difetto dicendo “non siamo noi il target di riferimento”, ma pensate seriamente che un bambino si metta a giocare con continuità con i vari pezzi di cartone? Personalmente trovo più credibile il fatto che possa giocare esternamente alla console, costruendo i suoi modellini per divertirsi in autonomia e, per fare questo, non ha necessariamente bisogno del cartone targato Nintendo. Quest’ultimi poi alla loro età si stancano presto, anche perché essendo tutta una novità sono spinti dal desiderio innato di scoprire. Magari all’inizio possono sembrare entusiasti ma, alla lunga, lo abbandonerebbero, probabilmente continuando a interagire con giochi più pratici tipo Clash Royale, Call of Duty o FIFA.

Se ci pensate anche noi ci siamo passati: vi ricordate il volante per i giochi da corsa o la telecamera Sony? Io la prima volta che li vidi rimasi letteralmente a bocca aperta, tanto da convincere i miei genitori a comprarmeli entrambi. Morale della favola? Avrò usato quel volante una manciata di volte e la telecamera anche meno. L’entusiasmo dei bambini è lecito, ma quello degli adulti mi sembra abbastanza esagerato. Ormai è diventata una moda dire che Nintendo stia facendo tutto in modo perfetto, dunque esprimere la propria opinione, anche se totalmente contraria, è un atto d’amore proprio verso il videogioco stesso. La grande N in questi mesi ha fatto vedere sicuramente cose interessanti, ma passare da cose interessanti a “Oh mio Dio è tutto fantastico, viva Nintendo” mi sembra davvero arrivare al limite della decenza.

Il mio desiderio sarebbe quello che le persone riacquistino un minimo di buon senso. Se si parla di Microsoft e Sony siamo tutti pronti a puntare il dito, ma ormai questo con Nintendo non avviene più. Io ho sempre pensato che sia impossibile non sbagliare, per questo penso che la casa di Kyoto non sia estranea a questo discorso. La verità è che, senza pensarci troppo, siamo più emozionati noi che i bambini che ci giocheranno. Altre case hanno già provato ad unire la creatività con esperienze interattive: basti vedere Skylanders, Disney Infinity e Lego Dimension, ma purtroppo questi prodotti alla lunga hanno perso completamente il fascino iniziale. Solo il tempo ci dirà se l’intuizione Nintendo sarà all’altezza delle aspettative, l’unica cosa certa è che, fino a questo momento, vi siete semplicemente innamorati di un’idea. Io aspetterei prima di consacrare Nintendo Labo come una rivoluzione poiché, probabilmente, quei bambini che ci giocheranno non sarete voi.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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