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Pokémon si o Pokémon no?

Pokémon GO è uscito da qualche mese, con tanto di aggiornamenti, ed è finalmente arrivata l’ora di tirare le somme. Noi di Game Legends ve ne abbiamo già ampiamente parlato nella nostra recensione ma, in questo contesto, non vi vogliamo parlare del gioco in generale. Sui social il fenomeno creato sta generando una vera e propria Civil War. Ci sono persone che giocano per divertirsi, quelli che usufruiscono dell’applicazione in maniera più accanita, chi critica in maniera pesante e chi semplicemente non condivide questo movimento ma non giudica. Tutto questo sta accadendo sotto i nostri occhi ma, nonostante ciò, non ci stiamo rendendo conto che la situazione sta letteralmente sfuggendo di mano.

pokémon go_02Partiamo dal principio. Pokémon GO ancora doveva arrivare in Italia ed i fortunati possessori di sistemi Android già potevano usufruire dell’applicazione grazie all’apk. I server cominciano a non funzionare, la gente si raduna per le strade in cerca di Pokémon ed il fenomeno sta cominciando a dilagare. Gruppi di amici cominciano ad organizzare delle vere e proprie escursioni, e non mi vergogno di dire di essere tra questi, armati di bici in cerca di Pokémon ma, nonostante fossero in molti ad avventurarsi in questa esperienza, una cosa innegabile sono le occhiatacce e le male parole che emergono da chi non condivide questo modo di giocare: “State tutti al cellulare!”, “Sono davvero queste le generazioni del futuro?”, “Andate a lavorare!” ed altri commenti sulle sfere sessuali altrui. Queste sono solo alcune delle frasi che più si sentono o si leggono e, personalmente, trovo tutto ciò molto triste.

pokémon go_03C’è gente che, giustamente, non condivide questo modo di giocare, che magari davvero pensa che andare in giro a cercare Pokémon sia solo una reale perdita di tempo. E’ un modo di pensare condivisibile al 100%, però non dobbiamo mai dimenticare la cosa più importante: prima di tutto siamo persone ed il rispetto è alla base di ogni cosa. Mi viene in mente una frase molto significativa per me e per il mio modo di essere: il mondo è bello perché è vario. Ognuno di noi avrà sicuramente gusti diversi ed è proprio questa la cosa che ci rende unici e sempre in grado di apprendere qualcosa di nuovo. Si stava sempre al cellulare ancor prima di Pokémon GO, grazie ad applicazioni come WhatsApp, Instagram e Facebook, non si prestava attenzione al volante con i vari selfie scattati e messaggini. Personalmente non vedo nessuna differenza nello stare su un social o giocare perché, a prescindere, alla gente di fatto non è mai importato molto di queste cose. L’idea che proprio adesso tutto ciò si stia trasformando in un problema mi fa pensare solo ed unicamente che l’essere umano fa fatica ad accettare le varie mode e cambiamenti e, di conseguenza, si va a creare il movimento opposto.

Sarah Boutwell plays the augmented-reality smartphone game Pokémon Go at the Capitol in Austin, Texas, Monday July 11, 2016. (Jay Janner/Austin American-Statesman via AP)

E’ mia opinione credere che il gioco sia meno stupido di quanto alcuni vogliano far passare. Mi è capitato di mettere un’esca ad un Centro Pokémon e subito dopo trovarmi circondato da persone che venivano a cercare i mitici mostriciattoli. Abbiamo parlato, socializzato e fatto amicizia, ci siamo scambiati i numeri e ci siamo ritrovati per andare a caccia nuovamente. E’ tanto che non vedevo scene del genere, spesso a causa dei vari pregiudizi che abbiamo sul prossimo, a partire da come si veste o dal suo aspetto fisico. La cosa bella è, che adesso, purtroppo non si sa ancora per quanto tempo, siamo tutti mossi da un unico obiettivo, da un’unica passione. Invece dovremmo goderci il momento piuttosto che sparare sentenze, e le persone che sono contrarie a questo fenomeno potrebbero tranquillamente condividere il loro pensiero senza dover necessariamente insultare o giudicare gli altri in base ai gusti. Magari un giorno capiremo che non occorre essere aggressivi per forza e che, per rendere pubblica la propria opinione, basta il rispetto.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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