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Berserk and the Band of the Hawk – Recensione

Berserk and the band of the Hawk è stato uno degli annunci che più mi ha colpito allo scorso E3. Il titolo è uscito un po’ in sordina rispetto ad altri altisonanti giochi di questi ultimi periodi. Parto da una premessa: Berserk è stato il primo manga, di stampo serio, che lessi da ragazzino. Ho trascorso ore, se non proprio anni di vita tra le pagine dei fumetti, degli artbook dedicatati alla saga, sui filmati di animazione (indimenticabili i montaggi con la canzone In The End dei Linkin Park). Forse è proprio vero che quando creano un prodotto su un mondo che ami, sei più spaventato del solito. Con un misto di ansia ed aspettativa mi sono calato nei panni del nostro eroe Gatsu: ecco cosa ne è emerso.

berserk warriors

Il viaggio verso l’abisso

La storia del titolo Koei Tecmo si sviluppa così come un qualunque fan si aspetta: siamo su un campo di battaglia, un ragazzo imbraccia una spada già troppo grande per lui. Grida ed urla all’assalto di un castello: il ragazzo si trova contro un uomo grosso e panciuto, conosciuto come Pazzosa. In cambio di una ricompensa, il ragazzo lo affronta e mostrando una certa dose di arguzia e temerarietà, sconfigge il nemico tanto temuto da uomini ben più grandi di lui. Il ragazzo si chiama Gatsu e nonostante le lusinghe, decide di rimanere un semplice mercenario. Le sue gesta diventano così famose che il capitano della Squadra dei Falchi, Grifis, decide di conoscerlo e di annetterlo alla sua squadra di mercenari. Dopo una rocambolesca annessione, il solitario Gatsu trova in quella combriccola di mercenari la sua famiglia. Non vi svelerò altro circa le relazioni personali dei protagonisti, dato che il fumetto ha oltre venti anni mi sembra superfluo per chi la conosca ed uno spoiler gratuito per tutti gli altri che, invece, hanno l’occasione di giocare un titolo fedelissimo alla saga. Sotto il punto di vista della trama, ci troviamo davanti ad un’opera ovviamente ben scritta visto che proviene da un altro media, il fumetto appunto. Va da sé che la narrazione, seguendo a puntino tutta la storia principale, è quasi perfetta e le missioni che andremo ad affrontare altro non sono che la trasposizione in pixel di quello che avviene tra le pagine dell’opera cartacea.

Colpisci e impara

Dal punto di vista di gameplay, la formula scelta dagli sviluppatori non poteva che essere quella del musou, data la natura della storia e la sua tipica forma, fatta di infinite battaglie, con centinaia di nemici e litri di sangue. La formula che ben conoscete è quella del gioco al massacro, fatta di una miriade infinita di nemici molto semplici da uccidere e qualche capitano leggermente più duro degli altri. Se da un lato l’intelligenza artificiale non brilla per capacità e cattiveria, anche alle altissime difficoltà (potrete scegliere tra facile, normale, difficile e Berserk), dall’altra la resa a schermo del combattimento è davvero ben riuscita: con le combo a nostra disposizione, potremmo caricare una barra di energia che una volta attivata, ci permetterà di potenziare gli attacchi del nostro eroe. Una volta entrati in questa modalità, definita furia, potremo caricare una seconda barra di energia, che una volta riempita ci permetterà di eseguire una devastante mossa finale, capace di arrecare un vasto danno, di volta in volta diverso a seconda del personaggio che abbiamo scelto per la missione. A differenza dei soliti musou, in questo titolo i protagonisti salgono di livello e ottengono combo e nuove abilità come in un rpg vecchio stile: non possiamo scegliere quale abilità imparerà il nostro beniamino ma possiamo scegliere come giocarlo, equipaggiandolo di volta in volta prima di ogni battaglia, con anelli, stendardi e collane che andranno ad aumentare le caratteristiche come vitalità, forza, difesa e tecnica. Potremmo equipaggiare anche specifici consumabili che si ricaricheranno alla fine di ogni missione e che ci consentiranno di ricaricare salute, barra della furia, aumentare danno o difesa temporaneamente. Ogni personaggio dispone di diverse armi a distanza, utili per fiaccare i nemici più resistenti. Ho parlato di più personaggi: all’inizio di ogni missione sarà possibile scegliere uno dei protagonisti principali del manga di Kentaro Miura, tra cui Gatsu (ovviamente), Grifis, Caska, Judo e Zodd. Non vi svelo gli altri protagonisti per non scadere nello spoiler ma sappiate che potrete controllare anche diversi antagonisti della serie. Ogni eroe avrà il suo livello specifico, le sue abilità ed i suoi punti di forza: ad esempio Gatsu sarà potente e lento rispetto a Grifis che, invece, sfrutterà la sua rapidità e tecnica sul campo di battaglia.

Colpi duri come l’acciaio

Come detto in precedenza, le uniche sfide degne di questo nome sono state le boss fight che hanno reso le mie ore sul titolo, davvero emozionanti e complesse. Degne di un Dark Souls, le battaglie con i boss si rivelano complesse e ben strutturate: i boss evolvono nel corso della battaglia, andando a modificare pattern di attacco a diverse livelli di salute. Perfino i nemici avranno una modalità furia, capace di rendere lo scontro davvero duro per i meno esperti: se affronterete come me il gioco in modalità Berserk, ecco che vi ritroverete ad affrontare boss fight di diversi minuti. Dal punto di vista estetico il gioco è godibile: Sony PlayStation 4 dal punto di vista delle console fa la sua figura ma va detto che il titolo è disponibile anche per PlayStation 3, esclusivamente nel mercato giapponese, il che rende le texture del pavimento e dei fondali un po’ piatta ed in generale il titolo ne risente in termini di fps nelle scene più concitate. Su PC invece la storia cambia: nonostante un avvio che va affrontato in modalità Windows 7 qualora vi trovaste a possedere una versione del sistema operativo Microsoft superiore, texture dei pavimenti, dei nemici e degli scenari sono ben proposte e sicuramente molto godibili. Il sonoro è ottimo e fa il suo dovere, mantenendo il ritmo di gioco, senza dubbio frenetico. Non esiste una modalità multigiocatore ma oltre la storia principale potrete affrontare diverse sfide: la modalità libera ad esempio vi permetterà di fare incetta di nemici con un qualsiasi personaggio, aumentandone il livello e rigiocando missioni già completate al fine di reperire tutti i collezionabili del gioco. Mentre nella modalità Eclissi Infinita, potrete scalare una torre di cento piani, in una sorta di modalità sopravvivenza dove ogni colpo che subirete, conterà ai fini della vostra scalata.

The Berserker

Nel complesso, Berserk and the Band of the Hawk mi ha davvero sorpreso: evitando di scadere nel banale, il titolo dopo diciassette anni di assenza dalle scene (qualcuno di voi ricorderà Sword of the Berserk uscito per il leggendario Dreamcast), riesce a sorprendere il neofita del genere e divertire sia lui che il fan sfegatato. C’è davvero molto per chi è fan della saga a fumetti ed altrettanto per chi non conosca il brand. Nel complesso le uniche pecche che si riscontrano possono essere dei dettagli estetici a livello di fondali e di animazioni dei nemici, definibili carne da cannone. Inoltre un punto a sfavore può essere la difficoltà del titolo, troppo spesso semplice anche ad alti livelli, il gioco offre una vera sfida quasi unicamente contro i boss.

Modus Operandi: Il titolo è stato completato dopo 15 ore su PC, giocato a grafica ultra con controller Microsoft Xbox One Elite. La storia si completa in otto ore andando dritti e spediti verso la fine. Per ottenere tutti i bonus, i costumi e le abilità vi ci vorranno molte altre ore di gioco.

Berserk and the Band of the Hawk

8

Berserk and the Band of the Hawk è un musou che vi intratterrà a dovere sia che siate fan della saga di Kentaro Miura, sia che vogliate approcciarvi ad una storia vecchio stile, scritta davvero con molta cura. Il gioco è pieno di elementi tipici del manga e molte situazioni sono quelle che qualunque fan avrebbe voluto vivere. Potremmo definire il titolo Koei Tecmo come un manga che ha preso vita.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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