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Chivalry 2 – Recensione, il sequel del pvp medievale per eccellenza

Chivalry 2. protagonista della recensione di oggi, è il seguito dell’apprezzatissimo Chivalry: Medieval Warfare uscito nell’ottobre del 2012 per PC, con dei port sia su PS3 e Xbox 360 che su PS4 e Xbox One, rivelandosi infine capace di andare a ridefinire un intero genere. Questo secondo capitolo alza l’asticella qualitativa del suo predecessore, arrivando anche solo su console attuali e PC con in più un ottimo uso del Dualsense per quanto riguarda la versione PlayStation 5. Tripwire Interactive sarà riuscita nel suo obiettivo? Scopriamolo.

Chivalry 2 ci riporta al pvp medievale

Il punto di forza assoluto di Chivalry 2 è il gameplay, basato su classici combattimenti all’arma bianca ma resi, in questo caso, molto più profondi e coinvolgenti. Le azioni d’attacco e difesa sono distribuite tutte sui tasti dorsali del controller. Usando come riferimento il pad di PlayStation 5, piattaforma per la quale ci è stato dato Chivalry 2 per questa recensione, si para con L1 e si attacca con L2, R1 e R2. Ognuno degli ultimi tre tasti permette di eseguire un attacco diverso, che varia leggermente a seconda dell’arma che si usa. L’uso di armi diverse cambierà anche gittata ed efficacia degli attacchi, come per esempio l’affondo che è più forte con una spada piuttosto che con una mazza chiodata. Muovendo la visuale al momento giusto, inoltre, si possono effettuare azioni più avanzate. Tirando un fendente laterale con un’ascia lunga a due mani e ruotando la visuale su se stessi, ad esempio, si potranno colpire più nemici in caso dovessimo essere circondati. Oppure si possono prendere sul tempo gli avversari tenendo alta la guardia con la parata e, riconoscendo il tipo di colpo in arrivo, sferrarlo a nostra volta sia per fare danno che per evitare che l’attacco avversario vada a segno.

Chivalry 2 recensione

Sulla carta non troppi input, magari, ma anche solo combinarne un paio (come appunto attacco e rotazione della visuale) può portare a sensibili variazioni degli attacchi e, ad alti livelli, scegliere l’azione giusta con la variazione migliore al momento giusto farà la differenza. Il classico gioco facile da imparare, in modo che catturi subito il giocatore, ma difficile da padroneggiare, per convincerlo a continuare a giocare fino a quando non si diventa davvero forti. Possono inoltre essere effettuate delle azioni speciali, come lanciare degli oggetti equipaggiati o curarsi dalle ferite con delle bende curative. Armi, oggetti e peculiarità del proprio personaggio sono diverse per ognuna delle classi del gioco che sono quattro in totale, ognuna con tre variazioni, e tutte livellabili separatamente in base alle nostre prestazioni mentre le usiamo. Far salire di livello le classi è fondamentale per sbloccare nuove armi, oltre che per avere armature diverse come bonus secondario e pressoché solo estetico.

Le azioni di puro gameplay non sono però finite qui. All’interno delle mappe di gioco, che variano spesso a seconda delle modalità, possiamo trovare oggetti e armi di vario tipo, quasi tutte utilizzabili dai giocatori. Incudini, sassi, teschi, mazze chiodate, spadoni e chi più ne ha più ne metta. Non sarà quindi difficile trovare gente che, per puro intrattenimento, non si farà problemi a lanciare incudini a destra e sinistra in faccia agli avversari, oppure a far volare mazze chiodate in giro o ancora a lanciare in testa a qualcuno uno scudo danneggiato e oramai inutilizzabile per pararsi. Diciamo quindi che l’atmosfera seriosa della guerra medievale scompare molto presto, lasciando spazio a una ben più appagante componente d’ignoranza e pura follia. La prima cosa che abbiamo fatto, per esempio, avendola letta nei report delle prime closed beta e possiamo ora confermarla, è stata raccogliere la testa di un nemico morto al quale gli era stata tagliata (grazie a un livello di dettaglio e di crudezza notevole nelle mutilazioni) e usarla come arma da lancio.

La nostra scena preferita rimarrà però un’altra. In una delle mappe da deathmatch ci sono delle travi di legno rotanti, con una parte piatta da colpire a un’estremità e un sacco di sabbia attaccato dall’altra parte, quindi se si colpisce la parte piatta con forza la trave comincia a girare velocemente e il sacco di sabbia fa danni ingenti se colpisce in testa qualcuno. Noi, vedendo un nemico letteralmente con la nuca davanti al sacco, abbiamo lanciato di peso l’arma sulla parte piatta e lo abbiamo steso con il sacco, uccidendolo sul colpo (probabilmente era già molto danneggiato). Quelle risate sarebbero valse da sole il prezzo del biglietto.

Le modalità e il comparto tecnico di Chivalry 2

Chivalry 2 è un gioco interamente basato sul multiplayer e come tale non ha modalità quali campagne in singolo giocatore o cose simili, se non una modalità di combattimento offline contro dei bot e la modalità d’allenamento per ripassare le basi del gioco. Fortemente consigliata quest’ultima al primo avvio, soprattutto se non avete mai giocato il primo capitolo di Chivalry. Non è un gioco che può essere affrontato online senza sapere alla perfezione le meccaniche di base o senza averle provate almeno un po’. Le modalità multiplayer principali sono quasi tutte a squadre, sia a 64 che a 40 giocatori totali, e variano tra i classici deathmatch alla conquista di una roccaforte.

Chivalry 2 intervista

Ci sono anche delle piccole varianti della conquista, come la liberazione di abitanti presi in ostaggio e lo scortare qualcuno da un punto A a un punto B. Alla fine si tratta sempre più o meno della stessa cosa, ossia il dover partire da un punto e arrivare all’altro passando per vari step intermedi. I deathmatch invece sono presenti come unica modalità in free for all, quindi tutti contro tutti senza squadre. Si tratta della modalità più caotica, dove il concetto di “volano mazzate” lo si intende letteralmente considerando che si possono fisicamente lanciare le armi in giro, e lanciare armi in mucchi di persone alla cieca risulta davvero molto appagante alle volte.

Oltre alle modalità di gioco vere e proprie ci sono anche quelle di gestione del personaggio e delle proprie classi, dove possiamo personalizzare armi, armature e gadget di quest’ultime in base a quale livello le abbiamo fatto raggiungere. Per sbloccare questi contenuti però non sarà sufficiente livellare, bisognerà anche avere abbastanza monete che si ottengono alla fine di ogni match, in base anche all’aver vinto o perso. Progressione molto vecchio stile quindi, ma che porta il giocatore appassionato a spendere un quantitativo invidiabile di ore su Chivalry 2 per poter sbloccare tutto lo sbloccabile e sfoggiarlo sul campo di battaglia.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Chivalry 2 si presenta graficamente solido ed esteticamente molto bello da vedere, anche grazie a delle texture particolarmente curate che amplificano il senso d’immersione. I volti non sono il massimo, ma considerando che sono quasi sempre coperti dagli elmi va benissimo così. Anche il comparto sonoro, complici le grida di battaglia e le urla di sfottò che si possono attivare con dei comandi rapidi, fa la sua parte per farci sentire in un vero campo da battaglia medievale. In poche parole, a livello tecnico si tratta di un gioco pressoché ineccepibile, non perfetto magari ma considerando il budget non altissimo è stato fatto un lavoro notevole, sfruttando bene l’Unreal Engine e i suoi punti di forza.

Tanta qualità ma anche tante sbavature

Finora abbiamo parlato di Chivalry 2 in questa recensione come un gioco in grado d’intrattenere molto bene, semplice ma profondo oltre che in grado di catturare chi lo gioca. Non è però tutto rose e fiori e purtroppo ci sono dei lati negativi. Il primo è nel bilanciamento di alcune armi, che risulta davvero infelice in alcuni casi. In primis l’arco, probabilmente l’arma più inutile del gioco nella sua versione base. Non è stimolante, non è per niente semplice da usare in modo preciso e soprattutto non fa praticamente danni, ossia il totale opposto rispetto a come dovrebbe essere.

chivalry 2

In poche parole non ha senso utilizzarlo, allo stesso modo di armi come l’ascia da battaglia a due mani che se esistesse una tier list sarebbe a malapena un gradino sopra l’arco, rappresentante il peggio del peggio. Intendiamoci, è giustissimo che in un discorso di meta ci siano armi magari un pochino meno forti di altre, ma non ha molto senso che alcune siano letteralmente utili come versare del tabasco su una ferita aperta. Questa carenza porta quasi forzatamente a usare sempre le stesse armi, rendendo alla lunga le partite molto monotone, cosa che non aiuta affatto se si pensa che le modalità si assomigliano strutturalmente moltissimo a eccezione del deathmatch.

Infine ci sono svariati bug che minano l’esperienza di gioco. Noi durante le nostre prove abbiamo individuato come classe principale quella del Footman, che ha come dotazione anche un medikit da lanciare in terra per i compagni che ne dovessero avere bisogno. Moltissime volte il medikit è sprofondato nel terreno, compenetrandosi al suo interno, di fatto sparendo nel nulla e rendendolo inutilizzabile. In altri casi, una volta usato il gadget della propria classe, non ci è stato possibile tornare all’arma principale o in altri ancora siamo spawnati in punti sbagliati, atterrando su degli spuntoni e prendendo non poco danno. Il respawn ha anche un bug nei secondi di attesa prima di poter tornare sul campo di battaglia, dato che occasionalmente il countdown ricomincia da capo dopo essere arrivato allo zero. Bug che diventa presenza fissa se, una volta raggiunto lo zero, ci si trovasse ancora nel menu di selezione della classe (quando di logica o si spawna dopo la selezione oppure si spawna subito e la selezione diventa valida al prossimo respawn).

In definitiva, Chivalry 2 è un buonissimo gioco, per certi aspetti ottimo, al netto di qualche sbavatura tecnica a tratti debilitante che però non mina più di tanto l’esito della recensione. In generale un titolo promosso, sintomo di come il successo avuto da Tripwire Interactive con il primo capitolo non sia stata un caso. Se poi le imprecisioni tecniche verranno risolte con delle patch nei prossimi mesi, Chivalry 2 diventerà un gioco ancora più godibile e di assoluto valore!

Chivalry 2

7.7

Chivalry 2 è un sequel che mantiene le aspettative, con un'esperienza di gioco gradevole e appagante che saprà convincere non solo i fan, bensì anche i nuovi arrivati. Peccato solo per qualche difetto tecnico sicuramente fastidioso ma che al contempo non intacca poi troppo la qualità del gioco. In definitiva, un gioco sicuramente consigliato, soprattutto agli amanti del pvp all'arma bianca che troveranno in questo titolo forse l'esponente più valido.

Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

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